Inchiesta petrolio, Boschi sentita dai magistrati di Potenza

4 aprile 2016 | 18:34
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Inchiesta petrolio, Boschi sentita dai magistrati di Potenza

I magistrati che indagano sull’impianto di Tempa Rossa hanno sentito la ministra come persona informata sui fatti

REGGIO EMILIA – I magistrati di Potenza hanno lasciato la sede della presidenza del Consiglio di Largo Chigi, dove, per circa due ore, hanno ascoltato, in qualità di persona informata sui fatti, il ministro per le riforme Maria Elena Boschi. Il procuratore Luigi Gay non ha voluto commentare le parole del premier Renzi, secondo il quale le inchieste della Procura potentina non vanno a sentenza. “Era necessario farlo”, ha rispoto Gay ai giornalisti che gli chiedevano del motivo della trasferta a Roma per sentire il ministro Boschi.

Secondo quanto si apprende da fonti qualificate, non è stata invece ancora calendarizzata l’audizione dell’ex ministro dello Sviluppo Ecomonico Federica Guidi, che di quell’emendamento parlò in una telefonata con il suo compagno.
E’ in corso intanto la direzione del Pd nella quale il premier Matteo Renzi sta parlando anche dell’inchiesta di Potenza sulle estrazioni di petrolio e il premier va all’attacco.

“Su Tempa Rossa – ha detto, tra l’altro il premier – si dice che il governo ha fatto attività di sblocco di un’opera privata che era stata individuata nel 1989. Credo che se si decide che un’opera va fatta nel 1989, c’era ancora il muro di Berlino, ventisette anni dopo lo scandalo non è l’emendamento approvato ma che per 27 anni sono state buttate via occasioni”. “Chiedo alla magistratura italiana non solo di indagare il più velocemente possibile ma di arrivare a sentenza. Ci sono indagini della magistratura a Potenza con la cadenza delle Olimpiadi”, ogni quattro anni, “e non si è mai arrivati a sentenza. Un Paese civile è un Paese che va a sentenza”.

“La diversità profonda dagli altri – ha detto Renzi – è che loro parlavano di legittimo impedimento, io dico interrogatemi, gli altri parlavano di prescrizione io chiedo sentenze e dico di fare i processi, ma veloci. Noi non siamo uguali agli altri: sia stampato in testa a chiunque abbia dubbi. Noi non siamo quelli del legittimo impedimento, ma chiediamo che si facciano le sentenze sul serio, veloci”.