Fotografia europea, il circuito OFF: festival nel festival

Oltre 300 mostre: coinvolti interi quartieri, spazi istituzionali e privati che animano Reggio e provincia
REGGIO EMILIA – Fotografia Europea, il festival promosso dal Comune di Reggio Emilia con la partecipazione della Regione Emilia-Romagna e il supporto di numerosi partner e sponsor, dedicato a “La via Emilia. Strade, viaggi, confini” si svolge dal 6 all’8 maggio – giornate inaugurali di Fotografia Europea 2016 – con 35 mostre istituzionali, un ricco programma di eventi e l’esplosione del circuito parallelo OFF, con 330 mostre, di cui 230 in città e 100 in provincia. Alla conferenza stampa in Municipio, organizzata per presentare le oltre trecento mostre del circuito Off, hanno partecipato il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, il prefetto di Reggio Emilia Raffaele Ruberto e la coordinatrice del circuito Off Antonella Cipressini
La kermesse
Ancora una volta la kermesse del circuito OFF coinvolge tutta la città di Reggio Emilia: dalle gallerie ai negozi, dai ristoranti alle scuole, dai circoli ai teatri, dalle case private a interi quartieri. In campo scendono associazioni, circoli, enti, autori affermati, nuovi talenti, semplici appassionati e studenti. L’opening ufficiale è previsto sabato 7 maggio, con performance e aperitivi nelle diverse sedi di mostra a partire dalle 18,30. Curato da Antonella Cipressini e sostenuto per il secondo anno dalle Librerie Coop, il circuito OFF, espressione della partecipazione dei cittadini, si è radicato sempre più e ampliato significativamente, arricchendosi da qualche anno della sezione Portfolio Online, con un centinaio di progetti in mostra sul sito di Fotografia Europea (http://www.fotografiaeuropea.it/off2016), molti dei quali realizzati da italiani residenti all’estero. Anche in questa edizione si terrà il concorso ad hoc per premiare i migliori progetti OFF: il comitato scientifico di Fotografia Europea è composto da Diane Dufour (direttrice Le Bal, Parigi), Elio Grazioli (Università degli studi di Bergamo), Walter Guadagnini (Accademia di Belle Arti di Bologna) selezionerà i dieci progetti OFF ritenuti più meritevoli e li premierà durante il finissage del festival, in calendario sabato 9 luglio.
La guida
Per orientarsi tra le numerose proposte OFF, per il secondo anno è stata realizzata una guida specifica con la mappa della città uno strumento che racconta tutti i progetti dell’edizione indicando autori e sedi di mostra. Assumono un ruolo da protagonista diversi quartieri cittadini: si va dalla zona stazione a via Roma, da via Veneri a via Fabio Filzi. Spiccano, come sempre, nuove location: la Chiesa di Santo Spiridione apre le sue porte grazie al FAI (e la mostra di Fabrizio Cicconi) e il Teatro San Prospero aderisce per la prima volta al festival. Le associazioni fotografiche, i circoli e le gallerie si confermano tra i più attivi: non mancano all’appello i suggestivi Ateliers Viaduegobbitre, che propongono letture portfolio e vari eventi, e che ogni edizione richiamano moltissimi visitatori; poi l’associazione Refoto con 20 mostre tra città e provincia (la principale nella sede della Prefettura), il Circolo degli Artisti, Artyou, la Bottega Photographica e tanti altri. Diverse le iniziative di rilievo: ad esempio all’archivio di Stato è esposta una raccolta di foto che va dagli albori della fotografia a fine 800, con diverse rarità. Nell’OFF emergono nomi noti: spiccano Michael Kenna, Carla Cerati, Paolo Monti e non solo. Aderiscono tanti istituti scolastici, dalle primarie ai licei, della città e della provincia. Si rinnova la partecipazione della Casa dei Burattini di Otello Sarzi che mette in mostra trenta cartoline di poeti, filosofi, artisti e intellettuali che, per un motivo o per l’alltro, sono legati alla via Emilia. Se ci si sposta in provincia, si registra il coinvolgimento delle case-museo Pietro Ghizzardi a Boretto e Antonio Ligabue a Gualtieri, oltre a Rubiera dove tutto il paese aderisce grazie anche alla presenza di Linea di Confine progetto di caratura internazionale di indagine sul territorio e sulle trasformazioni del paesaggio.
Le sedi
Sono diverse le sedi che, oltre alle mostre, propongono letture portfolio, incontri con gli artisti, aperitivi e concerti. Ad esempio in via Farini 8, in città sabato 7 maggio alle 22 Iosonouncane, nome della scena musicale alternativa, suonerà dal vivo dal terrazzo dello studio The Directors Bureau, dove espone alcuni scatti la fotografa Silvia Cesari. Presentazioni, eventi e workshop sono previsti in zona stazione in due negozi sfitti di viale IV Novembre e, sabato 7 e domenica 8 maggio, sotto i portici e nel controviale, si svolgerà un mercato del libro fotografico di editori indipendenti. Basterà spostarsi in via Roma e anche qui, a coinvolgere i visitatori, non sarà solo la fotografia, ma una serie di espressioni artistiche a tutto campo: nelle tre giornate inaugurali, all’interno di location estemporanee, verranno messi in scena performance teatrali, concerti e degustazioni.
Nuove sedi aprono all’Off
Ogni anno il Circuito Off si arricchisce di nuove location. La mostra “Politotdel” di Fabrizio Cicconi è allestita nella chiesa di Santo Spiridione (in via Nuova, in centro storico) grazie al FAI Giovani di Reggio Emilia formato da un gruppo di ragazzi, dai 18 ai 35 anni, attivo nella tutela dei beni artistici e ambientali. In questa splendida cornice tutta da riscoprire – dove si trovano fra l’alltro i dipinti del reggiano Ludovico Benedetti (sec. XVIII) e del modenese Francesco Vellani (1688-1768) – prende vita la mostra che Cicconi realizzò nel 2005 in Uzbekistan in collaborazione con lo scrittore Giorgio Messori, scomparso nel 2006. Il lavoro dal titolo “Politotdel” è stato esposto alla rassegna internazionale di fotografia di Roma curata da Marco Delogu. E’ un reportage nel grande kolkhoz (le aziende agricole a gestione collettiva) di Politotdel, nei dintorni della capitale. Da poco più di un decennio si era dissolta l’Unione Sovietica e questo storico centro di sviluppo economico e sociale era già intaccato da una rapida decadenza. Ma in esso era ancora riconoscibile la storia delle persone che vi avevano lavorato, vissuto e sperato. E questo abbandono è ritratto da Cicconi con delicatezza. La mostra vuole essere dunque il ricordo di un impero scomparso e un omaggio postumo allo scrittore Messori.
Per la prima volta partecipa all’OFF il Teatro San Prospero (via Guidelli 5). Questo teatro storico e molto attivo, rilanciato da una nuova gestione, propone “La via Emilia va in scena”: il collettivo “Appunti di scena” celebra gli spettacoli dal vivo attraverso foto di reportage realizzate tra Correggio, Parma e Reggio Emilia ad artisti, spettatori e ambienti. Il collettivo è formato da Tiziano Ghidorsi, Anna Campanini, Gabriella Davolio, Tamara Boscaino, Nicola Dodi, Pasquale Soria e Nicol Degli Incerti Tocci.
Proposte insolite sulla storia della fotografia
Merita una menzione la mostra allestita all’Archivio di Stato (Corso Cairoli 6), sede che lo scorso anno aprì per la prima volta le sue porte a Fotografia Europea, un vero tesoro del XVI secolo nel centro storico di Reggio. Qui trionfa la fotografia dagli anni ’40 al termine del XIX secolo. Immagini realizzate con tecniche particolari ormai cadute in disuso e dai nomi immaginifici: ferrotipo, albumina, stampa al carbone, woodburytipia, cianotipia, crystoleum. Come se il fotografo fosse un alchimista alle prese con la chimica, il tempo e le leggi segrete del creato. La mostra “1839-1899, i miei primi sessant’anni, la Fotografia” come si diceva, è una delle maggiori attrazioni del circuito Off: regala un viaggio in questa straordinaria evoluzione realizzato a partire dalla collezione del fotografo ferrarese Daniele Buraia. Come evidenzia la critica d’arte Claudia Cavatorta, lo spettatore viene condotto in “un viaggio, con soste e capitoli di approfondimento, e l’insistenza su alcuni specifici territori geografici e culturali, naturalmente l’Italia pre e immediatamente post-unitaria, della quale in quei decenni era tanto importante ridisegnare, anche attraverso la fotografia, il profilo, soprattutto con la documentazione del patrimonio artistico e architettonico ma anche con la rappresentazione. Lo vediamo nelle cartes de visite dei suoi abitanti, che si tratti di esponenti della famiglia reale, di noti artisti o di contadine in costume tradizionale. Ritroviamo, in questa mostra, la fotografia che dichiara le sue parentele con altre forme d’arte, che cita la pittura ma anche il teatro – basti notare i fondali dipinti utilizzati nei ritratti di studio – ma anche che rappresenta se stessa come scrittura peculiare, che marca territori di impiego specifico, come accade per il ritratto moltiplicato nelle composizioni in formato carte de visite”. L’esposizione molto suggestiva assume un interesse particolare anche per la sede che la ospita.
Le gallerie e le fucine dei creativi scendono in campo
Una delle attrazioni del circuito OFF è senz’altro costituita dal circuito delle gallerie e delle fucine dei creativi. Ci sono ad esempio gli Ateliers Viaduegobbitre nell’omonima via, in pieno centro, uno dei luoghi più pittoreschi di Reggio: un intero palazzo vissuto e abitato da artisti che, in occasione di Fotografia Europea, si apre alla città e ospita mostre e altri eventi sulle scale, nei sotterranei, nei ballatoi, nelle cucine, lungo i corridoi. In particolare gli artisti residenti Pietro Anceschi, Laura Cadelo, Fabrizio Fontanelli, Pietro Millenotti, Daniela Olivi, Galileo Rocca, Laura Sassi, Alessandra Zini quest’anno propongono nel Condominio degli artisti diverse mostre, letture portfolio e tanto altro sia il weekend inaugurale di FE2016 che i weekend successivi. Questi sono gli artisti coinvolti per l’edizione 2016: Michele Grassi, Ermanno Foroni, Laura Sassi – Collettivo Stenopeiche, Fabrizio Fontanelli, Daniela Olivi, Mahtab Akhavan, Roberto Cifarelli, Alfredo Anceschi, Toni Contiero, Carlo Vannini, Pietro Millenotti, Galileo Rocca, Gente di Fotografia, Marilisa Cosello, Enrico Barbieri, Marco Brioni, Max Cavallari, Sarah Chiesa, Davide Conventi, Andrea Gualdi, Milla Mariani, Manuela Marchetti – Davide Palmisano, Collettivo Hermit Crab, Gruppo Fotografico ‘Il Torrione’, Scuola Primaria Madre Teresa di Calcutta, Alfonso Zirpoli, Ettore Moni, Alice Cesari, Marco Montanari. Si parte venerd・6 maggio alle 18 (inaugurazione), con la performance live del progetto musicale “Orca2. Sabato 7 maggio, alle 14,30, nel cortile degli Ateliers è prevista la presentazione del “Magazine Parco” del Collettivo Synap(see). Domenica 8 maggio, alle ore 18,30 il professor Augusto Pieroni presenta il suo libro “Portfolio”. Si prosegue il 14 e 15 maggio, quando saranno organizzate letture portfolio con il supporto di Cna Comunicazione e la partecipazione di Roberto Mutti, Massimo Mussini, Augusto Pieroni e Maurizio Rebuzzini. Non è tutto: al portfolio scelto come miglior progetto verrà data la possibilità di esporre al Fotofestival di Milano, curato da Roberto Mutti e negli spazi degli Ateliers per Fotografia Europea del 2017. Il secondo classificato riceverà un abbonamento annuale alla rivista “Gente di Fotografia”. Sabato 21 maggio alle 18 ci sarà la presentazione del progetto di Max Cavallari, “Ritratti di Famiglia 2.0”. Fanno parte del circuito anche il negozio di Laura Cadelo, il ristorante Cadauno e il negozio Punto Einaudi di Maria Grazia Moratti.
Ci sono poi tante altre gallerie che scendono in campo. Ad esempio la Galleria 8,75 Artecontemporanea (Corso Garibaldi 4) ospita Via Emilia Souvenir Shop di Kai-Uwe Schulte-Bunert, artista che vive tra Berlino e Reggio Emilia. La mostra, curata da Chiara Serri, è una perlustrazione lungo la via Emilia. La mostra viene inaugurata sabato 30 aprile alle 17. Alla Galleria San Francesco (via Bardi 4/b) troviamo “Il tempo della strada”. di Marco Borciani e Massimiliano Camellini mentre Pauline Nogue presenta “I nostri avi” alla Galleria Zamboni. Se ci spostiamo in via Roma il grande protagonista Michael Kenna al centro di due mostre (entrambe a cura di Sara Cavagnari e promosse da Galleria 13): la prima “Forms of Japan” alla Galleria 13 (via Roma 13), dove il fotografo inglese è affiancato da Nobuyoshi Araki (tra i fotografi giapponesi più affermati, noto, in particolare, per il carattere erotico dei suoi soggetti, delle situazioni ritratte e per la prolificità delle sue produzioni), Mizuki Yoko, Naveiras in un multiforme ritratto del Paese del Sol Levante. La seconda mostra, “Paesaggi d’Emilia” al Temporary space di via Roma 17/b, riprende il lavoro di Kenna a Reggio di qualche anno fa dove gli elementi del paesaggio urbano si contaminano con il suo celebre approccio atmosferico-
I circoli in mostra
Una delle realtà attive in città è “ReFoto”, che quest’anno organizza venti mostre sparse a Reggio e in provincia. Ad esempio il progetto ospitato nella sede della Prefettura (Corso Garibaldi 55), dal titolo “Autoritratti emiliani. Quindici racconti brevi”, a cura di Massimo Mantovani e Alberto Cucchi. In sostanza, come spiegano gli stessi Massimo Mantovani e Alberto Cucchi, prendendo spunto dal concept dell’edizione 2016, quindici autori, fotografi appartenenti all’associazione Refoto, hanno deciso di mettersi in gioco in prima persona, non solo come soggetti delle loro opere, ma anche attraverso la rappresentazione di una loro importante relazione con luoghi o persone. Il progetto espositivo, nel suo complesso, conduce l’osservatore a un’idea di viaggio tra memoria e attualità nel territorio locale attraversato dalla via Emilia. Non ètutto: tante altre sono le proposte dei circoli e delle associazioni: si va dal Circolo degli Artisti (che espone ad esempio a Palazzo Dossetti – sede dell’Università di Modena e Reggio, in viale Allegri 9 – diversi scatti dal titolo Marcus Aemilius Lepidusa cura di Gaetano Baglieri) ad Artyou fino alla Bottega Photographica.
I quartieri si accendono
I quartieri cittadini s’illuminano con Fotografia Europea. E, siccome la città vive nelle strade, nei palazzi, sulle panchine, nei negozi, negli incontri delle persone e nelle loro storie, il circuito OFF contribuisce all’alchimia con diverse mostre tra via Filzi, via Veneri e la zona stazione. Ad esempio al Dopolavoro Ferroviario e all’Enoteca Tricolore (Via Eritrea, via Lama Golese) le parole di Massimo Montanari e le foto di Giulia Ferrari mettono la città in filastrocca. Come raccontano i due artisti, “immagini e filastrocche raccontano i luoghi con un linguaggio giocato e giocoso, leggero che stimola la fantasia e fa dell’immaginato la chiave per l’osservazione”. L’Hotel San Marco (piazzale Marconi) apre le sue porte alle opere di Massimo Romolotti, dove la via Emilia è come il Rubicone. “L’attraversamento di un fiumiciattolo irrilevante ha goduto di una immutata consistenza metaforica tanto da evocarci l’idea stessa del confine”, racconta Romolotti. “La Via Emilia è in città il nostro Rubicone; divide il sud residenziale dal nord produttivo, ma ora divide anche la città autoctona da quella internazionale. Nei 500 metri che si percorrono imboccando Viale IV Novembre poi Via Turri si fanno migliaia di chilometri, si intraprende un viaggio attraverso il mondo”. Il progetto internazionale NYPS cura l’organizzazione di tre spazi espositivi ricavati in negozi sfitti in viale IV Novembre: “Loneliness・di Giovanni Chianese descrive la solitudine, “La strada di casa”, di Annalisa Mazzoli ritorna a memorie e terre familiari, “Wunderhaus” di Francesca Maria Fiorella è un viaggio del tempo in una casa al mare, museo di oggetti dimenticati. Al Caffè della Gabella (via Emilia San Pietro 73/A) c’è la mostra fotografica con opere di Barbara Domenis in cui la via Emilia viene raffigurata con un viaggio simbolico che da Piacenza arriva a Rimini, cercando di cogliere ciò che più caratterizza le principali città attraverso cui passa. “Ogni tappa -dice l’artista – rimanda anche a sentimenti, impressioni e suggestioni legate alla vita che il visitatore è invitato a confrontare con le proprie”. In zona stazione non ci sono solo mostre. Ad esempio sotto i portici e nel controviale di viale IV novembre sabato 7 e domenica 8 maggio si svolge il mercato del libro fotografico di editori indipendenti “Bookmarket OFF”. Le mostre Off in zona stazione fanno parte di “Fuori Binario” il programma di iniziative promosso dall’assessorato Sicurezza e Cultura della Legalità in collaborazione con chi abita e lavora nel quartiere della stazione centrale.
In via Fabio Filzi e al Circolo Arci Gardenia è esposta una serie di fotografie il cui filo conduttore è il racconto del quartiere attraverso la memoria collettiva, i suoi aneddoti, la sua quotidianità e gli interventi più importanti dall’edilizia privata a quella pubblica. Non solo passato ma anche uno sguardo al presente e al futuro con le foto delle iniziative realizzate nel quartiere nel 2015, quelle degli autori del circolo Arci Gardenia e le foto che bambini e ragazzi residenti hanno realizzato durante un laboratorio. E in via Veneri 18 il Bar Melusina ospita “Il viaggio” di Simone Fornaciari e di Federica Bologna: un focus sul viaggio come cambiamento, un’indagine sui confini del quartiere Santa Croce.
Come lo scorso anno, in occasione di Fotografia Europea, via Roma, la zona più pop di Reggio, si trasforma: si può passare da una casa all’altra, incontrare e conoscere persone nuove, “masticare” arte negli angoli più impensati di appartamenti, cortili, scale, terrazzi. Dal 6 all’8 maggio (venerdì 19-23, sabato 11-23, domenica 11-20 per tutte le sedi; molte mostre saranno aperte anche sabato 14 e domenica 15 maggio) prende vita “Questa non è la via Emilia” coordinato da Ghirba Biosteria e Associazione La Gabella con la collaborazione del neonato Comitato dei cittadini di via Roma. Ci saranno una cinquantina di mostre su ogni muro, angolo, parete, vetrina della via. Seguendo le sedie rosa magenta si potranno raggiungere gli angoli nascosti all’interno di cortili, negozi, spazi privati: ovunque può nascondersi un’opera, anche nell’ascensore di un hotel o tra i capi di una lavanderia. Quest’anno molte delle mostre di via Roma sono nate dall’interazione fra artisti e abitanti e mostrano un approccio site-specific e, alcuni artisti, hanno soggiornato nel quartiere per creare opere originali durante la loro permanenza.
Gli artisti scesi in campo sono tantissimi e sono stati selezionati dai fotografi Fabio Boni, Fabrizio Cicconi, Alessandra Calò, dalla curatrice Leda Lunghi, dal gallerista Ruben Quiroga Cedrat, dal regista Paolo Boriani. Ecco i loro nomi: Gianluca Groppi, Jacopo Benassi, Sandra Lazzarini, Eleonora Calvelli, Sergio Figliolia, Vincenzo Labellarte, Paolo Fusco, Daniele Cametti Aspri, Alessandra Calò, Margherita del Piano, Simona Luchian, Michael Kenna, Gilli Spreafico, Rui Wu, Irene Fenara, Claudia Fabris, Claudio Amadei Band, Francesco Faraci, Paolo Boriani, Angelo Sganzerla, Mirca Lazzaretti, Nicola Domaneschi, Marco Verdi, Giacomo Albertini, Maria Silvano, Umberto Giorgione, Lorenzo Vignali, Maria Clara Macrì, Nicolo degl’Incerti, Lorenzo Franzi, Luana Rigolli, Silvio Dei Fogolari, Silva Nironi, Davide Pecorari, Fabio Iemmi, Francesco Presepi, Lorenzo Vannuccini, Roberta Grassi, Andrea Simone, Barbara Capanni, Cristiano Bonassera, Andrea Gatti, Clara Pignagnoli, Denise Ania, Cinzia Gradellini, Anastasia Angusti, Erika Sereni, Veronica Barbato, Margherita Serri, Katiuscia Dall’Allio, Cristina Panicali, Maria Chiara Delfini, Alessandro Mafrica, Doreanov Artemij, Pierluigi Sgarbi, Caterina Coluccio, Marcella Fava, Lorenza Franzoni e il Teatro dei Quartieri. Ad esempio i fotografi della Claudio Amadei Band (Mattia Pagani, Chiara Venegoni, Alessandro Inverardi e Claudio Amadei), provenienti da Milano e Brescia e al lavoro all’interno del Lab Art del Parco Santa Maria, hanno realizzato il progetto “Arrivano gli alieni”. In sostanza, hanno scattato foto ai Chiostri di San Domenico e in Piazza della Vittoria ad alcuni volontari che si sono prestati come modelli nel ruolo di extraterrestri. Esperienza molto intensa anche quella della padovana Claudia Fabris, che ha trascorso diversi giorni da ospite nelle case di via Roma per realizzare un’opera destinata allo spazio della lavanderia a gettoni: l’artista ha invitato alcuni volontari a macchiarsi visibilmente i vestiti e ha così dato vita all’opera “Darsi alla macchia (mediterranea)”. Tra gli altri artisti residenti, anche il fotografo e giornalista Andrea Semplici, direttore della rivista online di foto e viaggi “Erodoto108”. Il regista Paolo Boriani, autore di un documentario su “Saga” l’opera equestre di Giovanni Lindo Ferretti, presenta un breve video su che cos’è la via Emilia e su che cosa non è. Si può poi ammirare il risultato della maratona fotografica sul tema del lavoro, che ha coinvolto lo scorso dicembre centinaia di lettori della Gazzetta di Reggio: le foto sono esposte nei locali della Cgil Camera del Lavoro, in un’installazione progettata dagli studenti del Liceo Chierici. La fotografa reggiana Mirca Lazzaretti ha invece progettato una serie di ironici manifesti in cui abitanti ed esercenti di via Roma danno il benvenuto ai visitatori: è di fatto un inno al melting pot, ad esempio la cuoca vegana posa insieme ai macellai, il postino insieme agli inquilini dell’Hotel City (molti dei quali ospiti fissi dell’albergo), la manager insieme ai commercianti cinesi, l’abitante storico insieme alle ragazze della biosteria e così via. Si ricorda inoltre che la Galleria 13 propone le opere del grande fotografo paesaggista statunitense Michael Kenna, noto per il suo stile inconfondibile caratterizzato dal bianco e nero e dall’utilizzo della fotografia analogica. Le vetrine di SPI Cgil, Sunia e Unipol UGF Assicurazioni ospitano l’esito del challenge fotografico organizzato da @viaroma.re e @ghirba_biosteria in collaborazione con @igersreggioemilia. Nelle foto, taggate dagli utenti con l’hashtag #dallaviaemilia, la nota strada diventa un punto di osservazione sul mondo. Il programma si completa con una serie di eventi nelle giornate inaugurali: spettacoli, concerti, degustazioni e performance. C’è anche la possibilità di scaricare l’app Audioguida “Via Roma Trip” disponibile gratis su Google Play e App Store.
Tante scuole in campo
Sono scese in campo diverse scuole dell’infanzia, elementari, medie, superiori e associazioni che si occupano di bambini e ragazzi, così come l’università. Ad esempio, a Reggio, il Liceo Gaetano Chierici, la scuola secondaria Leonardo Da Vinci e il Get Gandhi, l’Istituto Filippo Re, la scuola primaria Collodi, l’Istituto secondario di primo grado Fontanesi, poi l’Istituto Nelson Mandela di Castelnovo Monti, i ragazzi dei centri diurni e residenziali e del Sap Val d’Enza. Inoltre il Comitato Provinciale Unicef di Reggio propone nella sua sede (in via Campo Samarotto 4/c) alcune fotografie di John Isaac e Magnum Photo dal titolo “1946-2016. Settant’nni dalla parte delle bambine e dei bambini”.