Feste della Liberazione, fischi alla brigata ebraica a Milano

25 aprile 2016 | 19:10
Share0
Feste della Liberazione, fischi alla brigata ebraica a Milano

A Roma cerimonia con la deposizione di una corona d’alloro, presenti le alte cariche dello Stato. Il settantunesimo anniversario della Liberazione viene celebrato in tutta Italia

REGGIO EMILIA – Momenti di tensione si sono verificati a Milano al passaggio della Brigata ebraica all’interno del corteo del 25 aprile in pizza San Babila, abituale luogo di ritrovo di associazione per la liberazione della Palestina. Al grido di ‘fascisti’ e ‘fuori i sionisti dal corteo’ il corteo è faticosamente passato tra reciproci insulti. Un centinaio di manifestanti appartenenti ad aree antisioniste e a movimenti per la liberazione della Palestina hanno aspramente manifestato prima contro il gruppo che si trovava sotto le bandiere della Brigata Ebraica e poi contro il passaggio dello spezzone del Partito Democratico.

Al grido di ‘sionisti’ e di ‘venduti’ da una parte e dall’altra di ‘studiate la storia’ e canzoni partigiane intonate a gran voce, i più facinorosi si sono confrontati anche con qualche momento di forte tensione ma senza nessun contatto, al momento, per il muro operato da un folto schieramento di forze dell’ordine. Stamattina, invece, come tradizione, a Roma, il presidente della Repubblica Mattarella, insieme con il presidente del Senato Grasso e il presidente del Consiglio, Renzi, ha deposto una corona d’alloro all’Altare della Patria. Dopo la deposizione della corona, Mattarella ha passato in rassegna il picchetto d’onore delle Forze Armate, schierato ai piedi dell’Altare della Patria.

Poi Mattarella è volato a Varallo Sesia, in provincia di Vercelli, tra le prime zone liberate dal nazifascismo nel giugno del 1944. “E’ sempre tempo di Resistenza – ha detto nel suo discorso –  E’ tempo di Resistenza perché guerre e violenze crudeli si manifestano ai confini d’Europa, in Mediterraneo, in Medio Oriente. E, ovunque sia tempo di martirio, di tirannia, di tragedie umanitarie che accompagnano i conflitti, lì vanno affermati i valori della Resistenza. Non ci può essere pace soltanto per alcuni – ha proseguito – e miseria, fame, guerre, per altri: queste travolgerebbero anche la pace di chi pensa di averla conseguita per sempre.  Settant’anni di pace ci sono stati consegnati dai nostri padri – dice -. A noi spetta il compito di continuare, di allargare il sentiero della concordia dentro l’Unione Europea e ovunque l’Europa può far sentire la sua voce e sviluppare la sua iniziativa”.