Cassa integrazione nel caos: seimila lavoratori senza soldi

26 aprile 2016 | 17:49
Share0
Cassa integrazione nel caos: seimila lavoratori senza soldi

Per colpa dei ritardi di governo e Inps. I sindacati denunciano: “Famiglie ridotte in povertà”

REGGIO EMILIA – Sono circa seimila i lavoratori nella nostra provincia che da mesi (ma per alcuni è quasi un anno) sono senza ammortizzatori sociali. Il dato è stato fornito da Vanna Gelosini, membro della segreteria provinciale della Camera del lavoro. La situazione a livello regionale, secondo i dati di Cgil, Cisl e Uil, vede circa 30.000 lavoratori in questa condizione.

Chi è entrato in cassa integrazione ordinaria a gennaio, fra l’altro, rischia di vedere i primi soldi a giugno. Il motivo? I ritardi del Governo e dell’Inps nei pagamenti. Una situazione, denunciano i sindacati, “insostenibile e inaccettabile”. Cgil, Cisl e Uil oggi erano in presidio a Bologna davanti alla sede dell’Inps. E’ proprio all’istituto di previdenza che i sindacati chiedono una “risposta immediata”, una “assunzione di responsabilita’” che porti allo “sblocco delle prestazioni”.

I confederali hanno chiesto un incontro al direttore regionale dell’Inps, ma “ad oggi non ci ha ancora risposto”, sottolineano i tre segretari regionali Vincenzo Colla (Cgil), Giorgio Graziani (Cisl) e Giuliano Zignani (Uil), presenti oggi alla manifestazione. Il problema in realta’ e’ nazionale e deriva dalle nuove norme in materia di ammortizzatori sociali. Questo nuovo assetto, spiegano i sindacati, ha di fatto bloccato migliaia di accordi non ancora autorizzati da ottobre 2015, che in Emilia-Romagna coinvolgono oltre 15.000 lavoratori.

A loro si aggiungono i 4.500 addetti che non vedono un soldo da giugno 2015 per la mancata copertura dell’Aspi per le sospensioni. Infine, ci sono i circa 10.000 lavoratori in difficolta’ per i ritardi da parte del Governo nella copertura per la cassa in deroga. “Prima c’era una commissione provinciale che firmava l’accordo- spiega Colla – ora e’ tutto in capo all”Inps. Ma senza la firma dell’istituto, non c”e” erogazione”. E a poco vale l’intesa stipulata in Regione per l’anticipo degli ammortizzatori sociali da parte degli istituti di credito. “Senza la certezza dell’accordo – sottolinea Colla- anche le banche sono bloccate”.

Detta in parole povere, “in Emilia-Romagna ci sono circa 30.000 lavoratori che attendono i loro 800 euro mensili in arretrato – sottolinea Colla – e’ una situazione insopportabile, cosi’ si mettono in condizioni di poverta’ migliaia di famiglie. Si crea un disagio sociale inaccettabile”. Tra l’altro, sottolinea il segretario Cgil, “non c’e’ neanche un problema di risorse, perche’ la cassa integrazione e” finanziata con le trattenute in busta paga ai lavoratori. Non c’e’ un buco per lo Stato. E allora mi chiedo perche’ gli sgravi alle imprese vengono erogati ogni mese, mentre i lavoratori devono aspettare mesi per avere soldi loro”.

Il problema, avverte Zignani, “continuera’ anche in futuro. A marzo in Emilia-Romagna erano 4,8 milioni le ore di cassa integrazione, 1,35 milioni solo a Bologna. Questo significa che la ripresa non c’e’- afferma il segretario Uil – siamo preoccupati anche di questo. Il problema vero e’ la tenuta dell’occupazione e delle famiglie”. Per Graziani “e’ insopportabile che lo Stato usi i lavoratori come banca”.

E anche se “con la prima tranche per la cassa integrazione, che per l”Emilia-Romagna vale 16 milioni di euro, e’ arrivata una prima tardiva risposta”, il problema e’ che “l’Inps non e’ in grado di dare risposte alle esigenze dei lavoratori – attacca il segretario Cisl – il presidente Tito Boeri dovrebbe fare in modo che l’Inps funzioni, invece di fare il sindacalista e parlare dei giovani in pensione a 75 anni. Una cosa tra l’altro che noi diciamo da quando e’ stata approvata la legge Fornero. Quella non e’ una novita”, sarebbe una novita’ se Boeri mettesse mano all’Inps”, sferza Graziani.