Meno protesti, ma per cifre maggiori

23 marzo 2016 | 18:21
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Meno protesti, ma per cifre maggiori

Diminuisce il numero degli effetti protestati, ma per gli assegni aumenta il valore medio. Il valore complessivo del “buco” è di 7,4 milioni

REGGIO EMILIA – E’ proseguito anche nel 2015 il progressivo calo degli effetti protestati in provincia di Reggio Emilia, che da un valore di quasi 9,6 milioni del 2014 sono passati a 7,4 milioni.L’andamento dei protesti riferiti ai titoli esecutivi (cambiali, pagherò, tratte accettate e assegni) è stato così caratterizzato da una flessione che, in un anno, ha raggiunto il 15,8%. In particolare, le cambiali sono passate da 3.596 a 3.150 con una diminuzione del 12,4% e gli assegni, che nel 2015 sono scesi a 1.056, hanno registrato un calo del 24,5%.I dati della nostra provincia – fotografati dall’ufficio Studi della Camera di Commercio su informazioni estrapolate dal Registro Informatico dei protesti – sono sostanzialmente in linea con quelli nazionali, che registrano cali rispettivamente del 18% per le cambiali e del 21% per gli assegni.

Se per i pagherò (che rappresentano quasi i due terzi degli effetti non andati a buon fine) la riduzione ha interessato non solo il numero complessivo, ma ha fatto registrare anche una flessione nel valore medio – che scende da 1.136 euro del 2014 a 883 euro del 2015 – per gli assegni si osserva un diverso andamento: a fronte di una contrazione nel numero, il valore medio è aumentato. Nell’anno appena trascorso, infatti, il valore medio degli assegni “non coperti” ha raggiunto i 4.377 euro, mentre nel 2014 si era fermato a 3.917 euro.

Alla flessione del 24,5% del numero degli assegni protestati corrisponde un calo, in valore, pari al 15,7%; in altri termini, l’importo complessivo degli assegni protestati è passato dai 5,5 milioni di euro del 2014 ai 4,6 del 2015.L’indagine conferma la nuova frenata del numero dei pagherò scoperti come persistente prudenza degli italiani nell’accettare impegni di pagamento in un quadro di debolezza degli scambi che risente ancora degli effetti della lunga crisi. Il valore delle cambiali protestate, infatti, è sceso dai 4,1 milioni del 2014 ai 2,8 milioni del 2015, con una flessione del 32%.
Il valore complessivo del “buco” degli effetti non pagati nella nostra provincia, come si è detto, nel 2015 si è attestato attorno a 7,4 milioni, vale a dire quasi 2,2 milioni in meno rispetto al 2014.