Libia, i familiari di Failla: “Non ci hanno aiutato a salvarlo”

9 marzo 2016 | 23:18
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Libia, i familiari di Failla: “Non ci hanno aiutato a salvarlo”

Moglie di uno dei due tecnici uccisi fa sentire la voce del marito: “Aiutami”. Il ministro Gentiloni in Aula: “Sequestro non è opera dell’Isis, nessun riscatto”

REGGIO EMILIA – E’ decollato da Tripoli intorno alle 22:30 – ora italiana – l’aereo diretto a Roma con a bordo le salme dei due italiani uccisi in Libia, Salvatore Failla e Fausto Piano. Il volo dovrebbe durare circa due ore

il ministro degli Esteri Gentiloni ha informato il Parlamento sulla vicenda dei quattro tecnici italiani rapiti in Libia. “L’Italia non vuole avventure inutili”, ha detto il ministro, assicurando che un eventuale intervento avverrà “solo con il via libera delle Camere”. E mentre slitta di ora in ora il rientro delle salme dei due tecnici da Tripoli, in serata hanno parlato i familiari di Failla: “Non ci hanno aiutato a salvarlo”.

Moglie fa sentire voce Failla, ‘Aiutami’
“Ciao sono Salvo, i miei compagni li hanno portati via, io sono rimasto da solo e ho bisogno di cure mediche, ho bisogno di aiuto. Parla con giornali e tv, vedi di muovere tutto quello che puoi muovere”.  “Sono rimasto da solo, prima stavo bene ma ora ho bisogno di medicine. Muovi tutto quello che puoi, i media, i tg: ho bisogno di aiuto, la Bonatti non fa più niente”. Questo il disperato appello di Salvatore Failla, probabilmente registrato, che il 13 ottobre scorso la moglie del tecnico ascoltò al telefono dopo essere stata chiamata dai sequestratori. La donna poi chiese ai sequestratori di passargli il marito ma questi si rifiutarono. “Uno dei sequestratori mi chiamò e parlò in italiano”, ha detto la moglie di Failla.

Figlia Failla, non ci hanno aiutato a salvarlo
“Mio padre era una persona buona. Non ci hanno aiutato a riportarlo a casa”. Queste le parole di Erica, 23 anni, la figlia di Salvatore Failla. “Ci hanno detto di stare zitti, di non fare scalpore. Ci hanno detto di non rispondere alle domande dei rapitori. Dov’è lo Stato? Abbiamo fatto quello che ci hanno detto, ma non è servito a nulla”.

Moglie Failla, non voglio funerali Stato
“Non voglio funerali di Stato per mio marito”. Lo ha detto Rosalba Failla, vedova di Salvatore, durante una conferenza in cui ha espresso tutta la sua rabbia per l’andamento del caso e, da ultimo, per l’esecuzione dell’autopsia avvenuta in Libia. “Le ultime notizie su mio marito le ho avute oggi pomeriggio quando mi hanno detto dell’autopsia. Poi ho attaccato il telefono. Non so se ora lo Stato sarà capace di prendere il cadavere di mio marito e metterlo su un aereo”, ha aggiunto.

L’informativa di Gentiloni
‘L’Italia non vuole avventure inutili, non è stato pagato alcun riscatto’. Informativa al Senato sulla Libia del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che esclude responsabilità dell’Isis nel rapimento dei quattro italiani.

“Lavoriamo per rispondere ad eventuali richieste di sicurezza del governo libico, niente di più niente di meno, nel rispetto della Costituzione e solo dopo il via libera del Parlamento” italiano, ha assicurato Gentiloni. “Il governo non si farà trascinare in avventure inutili e perfino pericolose per la nostra sicurezza nazionale. Non è sensibile al rullar di tamburi e a radiose giornate interventiste ma interverrà se e quando possibile su richiesta di un governo legittimo”. Gentiloni ha aggiunto che bisogna “combinare fermezza, prudenza e responsabilità”. “Gli interventi militari non sono la soluzione”, ha spiegato Gentiloni, rispondendo a chi “snocciola numeri di soldati pronti a partire”, e ricordando che la Libia “è grande sei volte l’Italia e conta 200mila uomini armati tra milizie ed eserciti”, ha detto Gentiloni, la cui informativa è cominciato con un messaggio “di cordoglio e vicinanza alle famiglie” dei due italiani uccisi in Libia, Salvatore Failla e Fausto Piano. L’Aula del Senato ha tributato un applauso unanime al ricordo dei due connazionali.