Iren, esposto dei piccoli azionisti alla Consob

14 marzo 2016 | 15:21
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Iren, esposto dei piccoli azionisti alla Consob

Sul credito da 190 milioni che il gruppo vanta dalla sua fondazione verso il Comune di Torino e sulla partecipazione in Iren rinnovabili, che, nonostante sia al 70%, non viene consolidata nel bilancio del gruppo

REGGIO EMILIA – I piccoli azionisti di Iren si preparano a chiedere conto alla multiutility di alcune scelte che, a loro dire, non sono mai state presentate e discusse nell’assemblea dei soci e lo fanno inviando alla Consob un esposto su due situazione che considerano “critiche e alquanto opache”.

Una di queste è il credito che il gruppo vanta dalla sua fondazione verso il Comune di Torino e che l’acquisizione di Amiat ha fatto riesplodere lo scorso anno. Scrivono i piccoli azionisti: “Come ormai è noto, il credito viene gestito all’interno di un’operazione di conto corrente condiviso con lo stesso Comune dove è stato concesso, senza mai coinvolgere noi azionisti, un plafond di 120 milioni di euro, trasformando di fatto il credito commerciale in un credito finanziario al fine di migliorare (cosmeticamente) la Pfn (Posizione finanziara netta) complessiva. Si consideri poi che l’esposizione è sistematicamente ben oltre il già eccessivo plafond disposto (negli ultimi tempi circa 190 milioni). Perchè si è stabilito di concedere un finanziamento a lunga scadenza al Comune di Torino, per di più per una somma consistente e fuori controllo? Chi l’ha deciso, a detrimento della gestione dei flussi finanziari del gruppo?”.

La seconda questione riguarda la partecipazione in Iren rinnovabili, che, nonostante sia al 70%, non viene consolidata nel bilancio del gruppo. Scrivono i Piccoli azionisti: “Il tema ci preoccupa molto, essendo legata al rilevante credito che la capogruppo vanta nei confronti della società (circa 32 milioni a fine 2014) e ai disinvolti investimenti immobiliari nel Tecnopolo ex Reggiane effettuati dalla stessa Iren rinnovabili. Milioni di euro di cui non è stata data alcuna informazione in assemblea dei soci e di cui non è chiara la finalità, atteso che Iren rinnovabili non è un’immobiliare e che la stessa Iren, schiacciata dai debiti, ha ceduto tre anni fa a un fondo i locali della propria sede. Perchè dunque non viene effettuato il consolidamento della partecipazione? Qual è la reale missione di Iren rinnovabili?”

Gli azionisti si dicono certi che “la Consob stimolerà il presidente Profumo e l’intero cda a presentarsi in assemblea con le risposte del caso”.

Alessandra Guatteri, consigliere M5S: “Pieno appoggio”
Scrive Alessandra Guatteri, consigliere comunale del M5S: “Come Movimento 5 Stelle non possiamo che esprimere pieno appoggio ai piccoli azionisti Iren per l’esposto che si apprestano a presentare alla Consob. E’ chiaro che ormai Iren si muove in modo completamente avulso dalle esigenze dei territori che dovrebbero essere la sua priorità. Resta però da chiarire se determinate decisioni non potrebbero andare a danno anche degli investitori. Riteniamo quindi doveroso da parte dei Piccoli Azionisti presentare un esposto alla Consob, per capire se la condotta di favore attuate nei confronti di Torino, Comune governato dal Pd al quale si prestano 200 milioni di euro a fronte di una posizione finanziaria netta che a fine 2014 vantava un passivo di più di 2200 milioni di euro, non potrebbe causare danno a coloro che hanno investito nella società. Soprattutto se viene fatta un’operazione di maquillage per cui i crediti commerciali diventano crediti  finanziari e quindi vanno a migliorare la posizione finanziaria netta. Inoltre, è corretto che i piccoli azionisti cerchino di fare luce su Iren Rinnovabil tanto cara a Delrio e Vecchi. Come Movimento 5 Stelle abbiamo più volte segnalato gli strani intrecci tra Comune di Reggio Emilia e quest’azienda che, sebbene detenuta al 70% da Iren Ambiente, non viene consolidata nel bilancio di gruppo. Iren Rinnovabili che a fine 2014 aveva un debito di 32 milioni di euro verso la holding e che nel 2015 si è data a shopping aziendali (Studio Alfa) e immobiliari (i capannoni 17 e 18 per la STU Reggiane). Se chi governa Iren ha deciso che si tratta solo di una società per azioni quotata in borsa e non più di un’azienda che, offrendo servizi fondamentali per i cittadini deve mantenere un ruolo di rispetto e attenzione per i territori, allora che Iren Spa si comporti da azienda privata e cominci a rispondere del suo operato agli azionisti”.