Estorsioni ed usura, sequestrati beni per oltre 4 milioni

11 marzo 2016 | 17:34
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Estorsioni ed usura, sequestrati beni per oltre 4 milioni

Confiscati dai finanzieri del comando provinciale di Modena 31 immobili a Casalgrande, Castellarano, Sassuolo e Nardò (Lecce) nell’ambito dell’inchiesta Untouchables 2

REGGIO EMILIA – Sequestrati dai finanzieri del comando provinciale di Modena 31 immobili a Casalgrande, Castellarano, Sassuolo e Nardò (Lecce) nell’ambito dell’inchiesta Untouchables 2 relativa a un sodalizio accusato di estorsioni e usura nel comprensorio ceramico a cavallo tra le province di Modena e Reggio Emilia.

Fra i beni sequestrati, che ammontano in tutto a 4 milioni e 200mila euro, ci sono diversi conti correnti, dossier titoli e quote societarie. E’ un nuovo capitolo dell’inchiesta che nell’ottobre scorso portò all’esecuzione di misure cautelari nei confronti degli indagati.

A finire ai domiciliari, nell’ottobre scorso, erano stati Rocco Ambrisi, residente a Sassuolo ma domiciliato a Roteglia di Castellarano e Adamo Bonini, residente a Casalgrande. Il sodalizio criminale, secondo gli inquirenti, avrebbe operato, in particolare, nel distretto ceramico tra i comuni di Sassuolo, Fiorano Modenese, Casalgrande e Castellarano. Le indagini sono iniziate nel 2014 dopo le segnalazioni di alcuni operatori finanziari per operazioni che li hanno insospettiti.

L’organizzazione avrebbe, grazie alla notorietà di uno dei propri sodali, appartenente ad una famiglia di pregiudicati di Sassuolo e al periodo di crisi economica che ha messo in difficoltà molti imprenditori, svolto per anni, attività di usura ed estorsione nei confronti di privati ed imprenditori.

Secondo gli inquirenti gli interessi usurari per prestiti arrivavano a tassi del 417% su base annua. I profitti illeciti realizzati venivano poi reinvestiti in attività commerciali: bar e pizzerie tra i più noti del comprensorio di Sassuolo, e in aziende nel settore della carpenteria metallica, dell’edilizia e della meccanica, i cui titolari ufficiali non erano altro che semplici prestanome del gruppo criminale.

All’interno dell’inchiesta era stato indagato anche il capo della polizia municipale di Castellarano, Giuseppe Megale, che ricopriva anche il ruolo di capogruppo (da cui poi si è dimesso) del Pd in consiglio comunale a Sassuolo, per presunte promesse di favoritismi nella scorsa campagna elettorale che ha portato all’elezione a sindaco di Claudio Pistoni.