Commercio, la Cgil: larghe intese contro chiusura negozi

30 marzo 2016 | 17:35
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Commercio, la Cgil: larghe intese contro chiusura negozi

Il sindacato: “Le associazioni di categoria lottino con noi: basta misure sbagliate”

REGGIO EMILIA – Un appello alle associazioni di categoria del commercio a schierarsi con i sindacati contro la “deregolamentazione e la precarizzazione” del settore. A lanciarlo e’ la Filcams-Cgil di Reggio Emilia alla luce dei dati diffusi da Confesercenti sul saldo tra aperture e chiusure delle piccole aziende commerciali, che vedono a Reggio Emilia 85 serrande abbassate nei primi due mesi del 2016.

“Abbiamo sempre sostenuto, sia a livello locale che nazionale, che le misure messe in campo fin ora dai vari Governi che negli ultimi anni si sono succeduti alla guida del paese non solo non sarebbero servite al rilancio dei consumi, ma nemmeno a creare nuova occupazione di buona qualita’”, spiega Luca Chierici, segretario della Filcams di Reggio Emilia.

“A questo si aggiunga – prosegue – che i dipendenti delle imprese che applicano il contratto nazionale di Confesercenti non vedono rinnovato il proprio contratto e quindi hanno di fatto le retribuzioni congelate, da circa tre anni e ad oggi non pare vi siano segnali di rinnovo a breve”. Per il sindacalista, infatti, “lo stesso contratto, cosiddetto a tutele crescenti, ha contribuito a incrementare la precarieta’ del lavoro e non puo’ certo creare le condizioni per le famiglie italiane di spendere i propri risparmi con un minimo di serenita’”.

Allo stesso modo, continua Cherici, “hanno influito negativamente le liberalizzazioni degli orari commerciali che non sono servite a rilanciare i consumi e hanno invece contribuito a peggiorare le condizioni di vita e di lavoro delle addette e degli addetti del settore”. Insomma, “di fatto le misure individuate sin ora si sono rivelate totalmente inefficaci.

Per questo auspichiamo che anche le associazioni datoriali, si uniscano a noi nel contrasto a questa totale deregolamentazione, che premia di fatto solo i grandi formati commerciali, creando invece condizioni insostenibili per le piccole e piccolissime imprese, che non hanno per loro natura ne’ il personale sufficiente ne’ le possibilita’ di far fronte all’incremento dei costi derivanti dalle aperture sette giorni su sette, dovendo quindi scegliere tra l’aprire in perdita per non cedere quote di mercato, o chiudere, rischiando che i consumi si spostino sui competitor”.

Inoltre, conclude la Filcams-Cgil, “occorre ripristinare al piu’ presto un sistema di regole che riporti in capo ai Comuni e alle Regioni la possibilita’ di gestire le aperture in base alle reali necessita’ dei territori, riportando al centro la qualita’ della vita e del lavoro di migliaia di addette ed addetti del settore che sono peggiorati negli ultimi anni senza che neppure le imprese avessero alcun beneficio in cambio”.