Veleni e minacce, così la mafia delegittima il sindaco

2 febbraio 2016 | 10:22
Share0
Veleni e minacce, così la mafia delegittima il sindaco

Difficile non scorgere una regia in questa vicenda che punta a delegittimare l’azione antimafia del primo cittadino e a indebolirlo

REGGIO EMILIA – Una lettera dai contenuti minacciosi e piena di illazioni è stata fatta recapitare al sindaco, tramite un quotidiano locale, da parte di un imputato per mafia nel processo Aemilia.

Pasquale Brescia, attualmente in carcere a Bologna, nella sua lunga missiva, in sostanza dice che “il sindaco è fortunato” perché sua moglie, Maria Sergio, che pure è di Cutro e avrebbe, a suo parere, elementi ritenuti controindicati nella sua famiglia per fare carriera nella pubblica amministrazione, è diventata dirigente. Altri, secondo Brescia, nella stessa situazione vengono colpiti dalle interdittive antimafia del prefetto e non possono lavorare.

Una tesi velenosa e, è bene precisarlo subito, irricevibile da parte di una persona che scrive da un carcere dove è stato rinchiuso con l’accusa di associazione mafiosa e il cui maneggio è stato confiscato dal Comune. Ma una tesi che esprime il malcontento di molti imprenditori del settore che, oramai, sono stanchi dell’attivismo del prefetto e dei protocolli di legalità dei Comuni come quello di Reggio voluti dall’attuale sindaco.

Si punta a delegittimare il sindaco e la sua azione antimafia, colpendo la moglie. Si parte dalla casa acquistata quattro anni fa da un uomo, Francesco Macrì, poi arrestato per mafia tre anni dopo, che scatena l’inevitabile polverone politico cavalcato con spregiudicatezza dalle forze di opposizione, in primis i grillini, per poi arrivare a questa lettera scritta dal carcere in cui si dice al sindaco: “Vedi cosa succede con le interdittive e i protocolli di legalità?”.

Difficile non scorgere una regia in questa vicenda che punta a delegittimare l’azione antimafia del sindaco e a indebolirlo. La mafia è specializzata in queste cose e fa il suo gioco. Le forze politiche di opposizione dovrebbero chiedersi, invece, se stanno facendo veramente gli interessi della comunità reggiana continuando con questo gioco al massacro contro il primo cittadino.