Usura, le minacce: “Ti faccio a pezzi con la motosega”

10 febbraio 2016 | 17:59
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Usura, le minacce: “Ti faccio a pezzi con la motosega”

Le minacce all’imprenditore reggiano: “Sei un cornuto e un infame e mi deve mandare i soldi hai capito?”

REGGIO EMILIA – “Io ti devo fare a pezzi e ti devo portare in caserma…Non mi credi che io ti devo fare a pezzi con la motosega? E ti devo portare alla caserma dei carabinieri”.

Sono le minacce telefoniche che Claudio Citro, arrestato ieri mattina per estorsione ed usura, rivolgeva all’imprenditore reggiano del settore elettronico ed informatico che gli doveva dei soldi il 17 marzo dello scorso anno. In quel caso si trattava di pagare una somma di 4mila euro al mese fino al concorrere del capitale corrispondente a 360mila euro oltre agli interessi che, come abbiamo visto, potevano andare fino al 300 per cento. Era il prestito che era stato ceduto, secondo quanto riporta l’ordinanza di custodia cautelare, dal carpigiano 43enne Stefano Bargiacchi, attualmente ai domiciliari, a Claudio Citro.

In seguito a queste minacce l’imprenditore reggiano si è rivolto il 16 dicembre del 2014 all’associazione antiracket San Matteo Apostolo e da lì sono nate le indagini dei carabinieri. L’uomo ha raccontato che era debitore di Giuseppe Caso, anche lui arrestato ieri mattina, di Stefano Bargiacchi. Si legge nell’ordinanza: “Aggiungeva, relativamente al debito maturato nei confronti di Bargiacchi, che ammontava a 375mila euro. Per il recupero il creditore si era rivolto a tre salernitani (Claudio Ciro, Alfonso Febbraio e Nicola Errichiello, gli ultimi due ora ai domiciliari, ndr) che lo avevano ulteriormente spaventato dicendogli che avevano conoscenze in ambienti criminali”.

Bargiacchi, in seguito, cede il credito che vantava nei confronti dell’imprenditore reggiano a Claudio Citro e conclude con un minaccioso: “Te la vedrai poi con loro”. L’atmosfera cambia perché nella telefonata del 17 marzo del 2015 Citro, oltre a minacciare l’imprenditore di farlo a pezzi con una motosega, gli dice anche quando capisce che l’altro non può pagare: “Sei un cornuto e un infame e mi deve mandare i soldi hai capito? Sei un cornuto e un carabiniere e mi devi mandare i soldi. Ti manca solo la divisa”.

Dopo quella telefonata l’imprenditore dice che si deciderà a fargli un assegno, ma il pagamento non avviene. Si legge nell’ordinanza: “Dalle conversazioni intercettate si comprende che la somma è dovuta a Stefano (Bargiacchi, ndr) e più volte Claudio Citro indica Stefano come soggetto a cui intestare l’assegno”. Scrivono gli inquirenti: “L’imprenditore ha maturato un debito di 360mila euro nei confronti di Bargiacchi che, non riuscendo ad incassarlo ha incaricato Claudio Citro, noto pregiudicato di origine campana che si avvale, nell’espletamento del compito di alcuni collaboratori che gravitano nell’ambiente della criminalità”.