Siria, i disperati di Aleppo intrappolati nel fango

13 febbraio 2016 | 18:45
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Siria, i disperati di Aleppo intrappolati nel fango

In 60mila, di cui la metà sono bambini, ammassati nel campo profughi di Bab al Salam di fronte al confine turco chiuso

REGGIO EMILIA – “La situazione al confine tra Siria e Turchia continua ad essere drammatica, moltissime persone sono intrappolate in un lembo di terra battuta e fango attendendo che gli sia data la possibilità di mettersi in salvo. Le persone con necessità di ricevere cure, e fortunatamente una parte di bambini, sono stati fatti entrare al campo profughi di Bab al Salam e possono quindi almeno ripararsi durante le notti in una tenda”.

E’ il post che si può leggere sulla pagina Facebook di Speranza Hop for children onlus di due giorni fa. La onlus trentina è presente con un ambulatorio pediatrico nel campo di Bab al Salam e quindi è in grado di fornire testimonianze di primo mano sulle terribili condizioni in cui vivono i profughi che scappano dai bombardamenti russi su Aleppo.

Passano soltanto gli aiuti umanitari dal varco turco di Oncupinar, ancora chiuso ai rifugiati, ammassati nel campo di Bab al Salam, in territorio siriano, alla vigilia della riunione internazionale sulla Siria. Si calcola che ci siano almeno sessantamila persone (in un campo profughi che prima ne ospitava 15mila, ndr) intrappolate fra Azaz e il border del campo profughi di Bab al Salam.

Scriveva martedì scorso Speranza: “IHH (una fondazione turca, ndr) sta provvedendo ad allestire nuovi piccoli campi di accoglienza a ridosso del confine. Tantissime nuove tende si stanno alzando anche nel capo di Bab al Salam e nelle zone limitrofe al border per accogliere la gente per dare loro almeno un luogo per ripararsi dalla pioggia, visto che in queste distese di terra battuta di nessuno non ci sono né acqua, né servizi igienici. Per ora sono riusciti ad allestire tende per 1.800 famiglie, ma molti altri stanno dormendo a terra in strada. Anche molti bambini sono in questa condizione. IHH ha riaperto dopo piu di un anno e mezzo la cucina mobile che ha sede all’interno del campo di Bab al Salam e sta fornendo 5.000 pasti caldi al giorno. Le persone fanno la fila per ore per poter mangiare e purtroppo per molti non rimane nulla. La Turchia per ora non ha intenzione di aprire il confine e far entrare queste persone che sono già al limite della sopravvivenza”