Officine Reggiane, Cgil teme privatizzazione archivio lavoro

12 febbraio 2016 | 17:23
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Officine Reggiane, Cgil teme privatizzazione archivio lavoro

Il sindacato non è stato coinvolto e teme che Iren, che ha messo sul piatto 400mila euro, possa appropiarsene

REGGIO EMILIA – Dopo l’incubatore di imprese e lo spazio per concerti, nelle ex Officine Reggiane spunta anche l’ipotesi di un nuovo centro archivistico sul lavoro e le imprese. Ma la Cgil di Reggio, interessata ma non coinvolta nell’iniziativa, chiede a gran voce trasparenza e delucidazioni al Comune e segnala il rischio di una possibile privatizzazione della struttura. Il motivo? Il contributo di 400.000 euro offerto da Iren Emilia per la riqualificazione fisica del materiale archivistico delle Reggiane e l’offerta, sempre da parte della multiutility, di uno spazio in cui realizzare “in modo definitivo” un “centro di conservazione, valorizzazione e ricerca legato alla storia del lavoro e dell’innovazione a Reggio Emilia”.

Una proposta che, in atti ufficiali, il Comune ritiene possa “configurarsi come l’avvio della costituzione di un vero e proprio polo archivistico” nel quale far confluire “fondi archivistici di altre storiche aziende meccaniche reggiane e di organizzazioni sindacali e di lavoratori”. Il tutto non convince pero’ il sindacato che due mesi fa ha infatti richiesto un incontro con il sindaco Luca Vecchi senza ricevere risposta. Nel mirino della Cgil finiscono in particolare due atti, entrambi approvati dalla giunta a fine 2015.

Il primo e’ una delibera del 10 dicembre in cui l’amministrazione approva una convenzione con Iren, Soprintendenza archivistica regionale, Istituto centrale per gli archivi, Archivio di Stato di Bologna, Unimore e Istituto storico della resistenza di Reggio (Istoreco) per la salvaguardia e il riordino dell’archivo delle Reggiane. E’ in questo documento che viene citato il nuovo polo archivistico cittadino.

Il secondo atto attorno al quale ruota la vicenda , e’ una determina del 23 dicembre 2015 firmata dal dirigente Giordano Gasparini che segue la delibera e istituisce un “comitato scientifico” che coordinera’ le operazioni di riqualificazione del materiale.

Del comitato fanno parte il direttore della Finanza e il vicepresidente di Iren Gianpiero Grotti e Ettore Rocchi, Mauro Maggiorani della Sovrintendenza archivistica regionale, il direttore dell”istituto centrale degli archivi Stefano Vitali, il direttore di Istoreco Nando Rinaldi, il responsabile del polo archivistico del Comune Massimo Storchi, e Luigi Grasselli e Alessandro Riatti dell”universita”. Anche sul comitato pero’, la Cgil e’ perplessa.

“Senza nulla togliere ai componenti che sono stati nominati – spiegano oggi Ramona Campari della segreteria provincale e Luciano Berselli del centro studi R60 – appare evidente che e’ improprio considerare questo organismo come un comitato scientifico. Forse sarebbe stato meglio definirlo comitato tecnico. Mancano infatti competenze scientifiche fondamentali, di storici del lavoro e di storici dell’industria. Si tratta di una mancanza grave, una perdita e un limite rispetto al fine stesso di valorizzare l’archivio in una prospettiva che non sia chiusa in un ambito locale”.

Sia chiaro, ribadiscono i due esponenti della Cgil, “che non rivendichiamo poltrone e non abbiamo nulla contro i membri del comitato”. Ma quello del nuovo polo archivistico “e’ un progetto che richiede chiarezza e trasparenza che vogliamo capire e che va discusso con la citta’ perche’ ne rappresenta la memoria storica e del lavoro”.

Aggiungono Campari e Berselli: “Temiamo che il ruolo di Iren vada verso una privatizzazione della gestione, ma vogliamo chiarire fin da ora che non saremo disponibili ad avvallare in futuro soluzioni che si presentino come dati di fatto non discutibili”. Dal canto suo la Cgil, rinnovando la richiesta di un incontro con l’amministrazione, proseguira’ nei prossimi mesi nella realizzazione di un programma di attivita’ intorno alla storia delle Officine Reggiane, a cominciare dal 4 marzo con la presentazione dell’opera “Storia del Lavoro in Italia”, curata da Stefano Musso (Universita’ di Torino), edita da Castelvecchi.

In programma anche una rassegna estiva con la proiezione delle testimonianze digitalizzate di 24 lavoratori che parteciparono all’occupazione delle Reggiane e una brochure realizzata in collaborazione con alcuni “street artists” (fonte Dire).