Mafie, Bini su Vecchi: “Doveva dire prima della casa”

4 febbraio 2016 | 18:04
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Mafie, Bini su Vecchi: “Doveva dire prima della casa”

Il sindaco di Castelnovo Monti: “Delrio e Vecchi in antimafia? Ci vadano, non ci vedo nulla di male: non hanno problemi con quella realtà”. E aggiunge: “Bisogna scavare nel Catasto per capire chi ha tenuto aperto il sacco. Anche le cooperative hanno responsabilità. Il territorio non ha voluto vedere”

REGGIO EMILIA – Convocare in commissione Antimafia il ministro Graziano Delrio e il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, non dovrebbe essere un problema. “Penso non ci sia niente di male”, sostiene Enrico Bini, sindaco di Castelnovo Monti e delegato alla Legalita’ della Provincia di Reggio Emilia, che da presidente della Camera di commercio e’ stato per anni in prima fila nella lotta alla criminalita’ organizzata.

Bini dunque valuta in maniera positiva la richiesta avanzata dal M5s in Parlamento perche’ Delrio e Vecchi siano ascoltati in commissione sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta a Reggio. Richiesta che viene affiancata dalla campagna lanciata sui social network dallo stesso Beppe Grillo. “Penso non ci sia niente di male – commenta Bini parlando alla ”Dire”, oggi pomeriggio a margine di una commissione consiliare in Comune a Bologna – ne’ penso che Delrio e Vecchi abbiano problemi ad andare: non hanno legami con quelle realta’”.

Reggio Emilia, afferma Bini, “e’ complicata, ma Vecchi sta subendo una cosa che parte da lontano”. Certo e’, ammette il sindaco di Castelnovo Monti, “della casa l’avrei detto l’anno scorso, quando fu arrestato Macri’. Essere sempre diretti e’ piu’ importante”. Quanto alla lettera inviata a Vecchi dal carcere da uno degli indagati di Aemilia, Bini commenta: “Questa gente ha un coraggio incredibile, ma non ho capito quale sia la finalita’ di questa lettera. Sono veleni che servono per complicare le cose”.

“Bisogna scavare nel Catasto per capire chi ha tenuto aperto il sacco”
Secondo Bini per sapere “chi ha tenuto aperto il sacco” a Reggio Emilia, permettendo alle mafie di proliferare anche con la cementificazione selvaggia, “bisogna andare a scavare nel Catasto: penso sia quella la strada”. Bini e’ stato ascoltato oggi dalla commissione Attivita’ produttive del Comune di Bologna, raccontando la sua storia sempre in prima linea contro le mafie e tracciando il quadro della situazione reggiana. Ma anche lanciando un appello a tutta la societa’ emiliano-romagnola perche’ reagisca alla presenza della criminalita’ organizzata.

“Bisogna aprire gli occhi – e’ il monito di Bini – e’ ora di fare i conti con questa realta’. Non e’ un problema di colore politico, ma di salvezza del territorio”. A Reggio Emilia in particolare “bisogna sapere chi ha tenuto aperto il sacco per permettere a questi di rubare – sostiene l’ex presidente della Camera di Commercio – per questo bisogna andare a scavare nel Catasto: penso sia quella la strada”.

“Anche le cooperative hanno responsabilità”
Bini cita gli “oltre 8.000 appartamenti invenduti” e attacca “il sistema delle cooperative, che ha aperto le porte a queste persone perche’ costavano meno: le imprese locali non riuscivano piu’ a ottenere commesse”. Cercando di risparmiare a tutti i costi, sostiene Bini, “anche le grandi cooperative di costruzioni e le imprese hanno responsabilita’”.

“Il territorio non ha voluto vedere”
In questi anni, insiste il sindaco di Castelnovo Monti, “il territorio non ha voluto vedere. Qualcuno faceva affari con queste persone e qualcun altro non capiva. Io ho iniziato questa battaglia nel 2008, in perfetta solitudine, e ho avuto problemi sia con gli altri sindaci sia col Pd. Sembravamo dei matti a dire queste cose a Reggio Emilia, allora. Non c’erano neanche le associazioni di categoria a sostenermi, solo la societa’ civile”.

A Reggio Emilia, sottolinea Bini, “e’ cambiata l’aria con l’arrivo del prefetto De Miro e col cambio di procuratore, questore, comandante dei Carabinieri e della Guardia di Finanza”. In poche parole, “sono cambiate le figure chiave che dovevano vigilare e che non l’avevano mai fatto”. E oggi “siamo gia’ a 60-70 interdittive antimafia”.

L’infiltrazione mafiosa nell’economia “era profondissima e c’e’ ancora. Quando ho iniziato pensavo ci fosse qualcosa, ma non un marcio cosi’ – insiste l’ex presidente della Camera di Commercio – in questi anni e’ successo di tutto di piu’, anche i rifiuti che da Reggio Emilia sono andati nella Terra dei fuochi”. La mafia “e’ stata protetta e introdotta nella societa’ – accusa Bini – siamo infiltrati fino ai capelli, ma non lo dico per dare un messaggio negativo. Reggio Emilia ha un grande problema, ma lo sta anche affrontando” (fonte Dire).