Confcooperative a congresso: finisce l’era di Alai

17 febbraio 2016 | 19:27
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Confcooperative a congresso: finisce l’era di Alai

Sabato al Malaguzzi sarà eletto il nuovo presidente, Matteo Caramaschi. Occupazione e fatturato in crescita. Il presidente uscente: “Per i prossimi anni sono convinto vi siano ulteriori possibilità di diffusione e rafforzamento della realtà cooperativa”

REGGIO EMILIA – Dopo due mesi di confronti che hanno investito centinaia di amministratori (l’ultimo il 3 febbraio scorso, con al centro gli scenari economici e il tema della rappresentanza) e la celebrazione delle assemblee dei diversi comparti in cui si articola l’organizzazione, per Confcooperative si è avviato il conto alla rovescia per la celebrazione dell’assemblea congressuale quadriennale, in programma sabato 20 febbraio al Centro internazionale Loris Malaguzzi.

E’ in quella sede che la centrale cooperativa porterà a compimento la definizione del futuro programma di lavoro, procedendo contemporaneamente al rinnovo del Consiglio provinciale e all’elezione del nuovo presidente. L’attuale presidente, Giuseppe Alai, lascerà dopo che da vent’anni è alla guida di Confcooperative.

Il prossimo presidente dovrebbe essere Matteo Caramaschi, già presidente degli agroalimentari, categoria dentro la quale rientrano anche i cooperatori della filiera del Parmigiano Reggiano.

All’appuntamento sono chiamati i delegati delle 408 cooperative aderenti a Confcooperative, che dalla celebrazione del precedente congresso (il 9 marzo 2012) ad oggi hanno registrato una flessione del numero dei soci (oggi 52.653, con circa 3.000 unità in meno legate quasi esclusivamente al settore dell’abitazione e, in misura assai più modesta, all’agroalimentare) , mentre si sono mantenuti in crescita sia i livelli occupazionali che il fatturato.

Emblematici, al proposito, i dati che parlano di quasi 16.500 occupati, con una crescita, nell’ultimo quadriennio, del 6,6%, corrispondente a 1.000 unità in più. “Un dato – sottolinea il presidente, Giuseppe Alai – particolarmente significativo e legato, in buona misura, al buon andamento delle cooperative sociali, alla tenuta del comparto agroalimentare e allo sviluppo delle imprese di servizi, con l’eccezione di quelle imprese di logistica che in questi anni hanno sofferto gli effetti delle crisi della manifattura, ma anche di azioni di dumping contrattuale e irregolarità sul mercato del lavoro che ancora non sono state rimosse”.

“Le cifre relative all’occupazione – prosegue Alai – confermano, nei fatti, la funzione sociale, l’attenzione alla persona e quella mutualità interna che connotano la cooperazione autentica, che in questi anni ha sicuramente rinunciato a margini di redditività e a qualche investimento in più  per tutelare e promuovere proprio l’occupazione”.

Nonostante la crisi economica non abbia risparmiato la cooperazione, le imprese di Confcooperative hanno chiuso l’ultimo quadriennio con un aumento sensibile del fatturato, portando il valore complessivo al di sopra dei 4 miliardi (+9,2%). “Siamo ben lontani – spiega Alai – dalle performance del quadriennio precedente (+ 18% il volume d’affari complessivo), ma si tratta, indubbiamente, di un buon risultato, sul quale hanno contemporaneamente inciso i buoni andamenti di alcuni comparti (il vitivinicolo, innanzitutto, ma anche alcune aree dei servizi alle imprese e alla persona) e una flessibilità che ha consentito alle piccole e medie imprese cooperative (che in stragrande maggioranza compongono l’universo imprenditoriale di Confcooperative) di adeguarsi a condizioni di mercato che hanno richiesto anche un ampliamento di funzioni e l’ingresso in nuove aree di lavoro comunque legate alle primarie attività”.

“Per i prossimi anni – aggiunge il presidente di Confcooperative – sono convinto vi siano ulteriori possibilità di diffusione e rafforzamento della realtà cooperativa, ma sono prospettive che vanno consolidate sia con azioni interne (primariamente su integrazioni, reti d’impresa, ampliamento delle tipologie di servizi offerti a famiglie e persone, sviluppo nelle aree territoriali oggi un po’ ai margini dei grandi processi economici, rafforzamento della finanza di sistema) che attraverso un’azione sindacale che riporti maggiore attenzione sulla promozione dello sviluppo della cooperazione a Reggio Emilia come in Italia”.

“Nell’ultimo decennio – conclude al proposito Alai – abbiamo registrato, nel panorama cooperativo, alcune crisi aziendali anche gravi, che però nulla hanno a che vedere con la vitalità di un modello e di un sistema che dal 2007 al 2013 a livello nazionale ha accresciuto il proprio valore aggiunto del 24,7% (srl e spa si sono fermate, rispettivamente, al + 10,6% e allo 0,7%) e ha garantito una crescita degli introiti per le casse dell’erario per 5, 475 miliardi in più, mentre altre forme d’impresa hanno ridotto di 15,7 miliardi questo contributo”.

All’Assemblea di Confcooperative – che si terrà sabato 20 febbraio alle 8,30 al Centro Malaguzzi – interverranno, tra gli altri, il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, il presidente della Provincia, Giammaria Manghi, il presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi, e il presidente nazionale di Confcooperative, Maurizio Gardini.