Champions league femminile, la finale a Reggio

16 febbraio 2016 | 18:09
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Champions league femminile, la finale a Reggio

Presentato stamattina l’evento che si terrà al Mapei Stadium il 26 maggio. In sala del Tricolore il ct della nazionale maschile Antonio Conte e il presidente Figc Carlo Tavecchio

REGGIO EMILIA – “Lo sviluppo del calcio femminile è determinante per la crescita del sistema calcistico italiano nel suo complesso. La Figc crede in questo progetto perché, oltre alle grandi potenzialità sportive, ne condivide anche l’importante messaggio sociale e culturale”.

Lo ha detto oggi il presidente della Figc Carlo Tavecchio nel corso della presentazione in Sala del Tricolore della prossima finale della Uefa Women Champions League, massima competizione per club di livello europeo, che si terrà il 26 maggio (calcio d’inizio alle 18) allo Stadio del Tricolore di Reggio Emilia. Erano presenti il ct della nazionale maschile Antonio Conte, l’ex campione del mondo Antonio Cabrini, oggi ct della nazionale femminile.

Ha detto il sindaco Luca Vecchi: “E’ un motivo di orgoglio che Uefa e Federazione italiana gioco calcio abbiano scelto Reggio come luogo ideale per disputare un incontro così importante e, ancora una volta, sapremo dimostrarci all’altezza. Sarà una grande festa, per tutti: molto più di una sfida di calcio. Nei mesi precedenti organizzeremo una serie di eventi in città e nelle scuole, per coinvolgere a più livelli la cittadinanza. Reggio Emilia negli ultimi anni si è trasformata in un laboratorio del “calcio senza barriere”, grazie alla collaborazione con le società sportive, la Prefettura, gli organi di polizia”.

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“Un messaggio che vogliamo portare avanti e che auspichiamo si estenda a sempre più realtà. Rispetto alla partita, c’è un motivo per così dire extrasportivo, che ci fa essere particolarmente felici: questa finale ci darà modo di veicolare in tutto il mondo i valori dello sport al femminile, l’attenzione per la pratica e la disciplina di base, un’idea di calcio di cui sempre più tutto il movimento sente il bisogno”.