Caramaschi è il nuovo presidente di Confcooperative

20 febbraio 2016 | 15:40
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Caramaschi è il nuovo presidente di Confcooperative

L’elezione del 40enne reggiolese è avvenuta stamattina per acclamazione durante l’assemblea congressuale

REGGIO EMILIA – Matteo Caramaschi, 40 anni, reggiolese, vicepresidente della cooperativa Agricola Gorna e della latteria sociale Cavechia, è il nuovo presidente di Confcooperative Reggio Emilia. L’elezione di Caramaschi, per acclamazione, è avvenuta nell’ambito dell’assemblea congressuale quadriennale della centrale cooperativa, alla cui guida Caramaschi succede a Giuseppe Alai, che non si è ricandidato ad un incarico ininterrottamente ricoperto dal 1996.

Caramaschi, perito agrario, figura di spicco della cooperazione agroalimentare reggiana (già a 28 anni giunse alla presidenza della federazione provinciale delle coop agricole ed agroalimentari di Confcooperative), già componente il Consiglio di presidenza dell’organizzazione e consigliere nazionale di Confcooperative, assume così la guida di una centrale cui fanno capo 408 imprese con 52.653 soci, quasi 16.500 occupati (+6,6% nell’ultimo quadriennio) e un fatturato superiore ai 4 miliardi.

“Un sistema – come ha ricordato il presidente uscente, Giuseppe Alai – che negli ultimi anni ha visto le cooperative impegnate su una priorità assoluta: quella tutela del lavoro che le ha portate a grandi sacrifici sul versante della redditività, ma ne ha anche riaffermato pienamente quella funzione sociale che resa il tratto distintivo della autentica cooperazione”.

E proprio quella dell’autenticità – ha detto Caramaschi nel suo primo intervento da presidente di Confcooperative – è la sfida centrale che attende la cooperazione nei prossimi anni. “La centralità del socio, la mutualità, l’uso delle riserve come risorsa integenerazionale, il prestito sociale inteso come elemento di partecipazione e non come speculazione sono scelte attuali e dinamiche che non rincorrono il passato ma guardano al futuro, perchè mirano a stabilire o a ristabilire un’identità e anche una differenza sulla quale la cooperazione non si gioca solo la propria immagine, ma prima ancora la sua capacità competitiva, che è tanto più alta quanto più ognuno dei soci è consapevole, partecipe e attivo nella vita dell’impresa”.

Nel suo intervento in assemblea – alla quale sono intervenuti il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, il presidente della Provincia, Giammaria Manghi, il presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi, e il presidente nazionale di Confcooperative, Maurizio Gardini – Caramaschi ha però parlato anche di altre sfide per la cooperazione, a partire da quella della competitività, “che dobbiamo raccogliere – ha detto – con una intensità inedita, affinando ogni strumento che su questo versante possa assicurare la crescita delle imprese cooperative”.

“Analogamente – ha detto Caramaschi – abbiamo bisogno di rafforzare decisamente il lavoro sulla capitalizzazione delle imprese cooperative, perché se è vero che in questi anni vi sono stati decisi miglioramenti, è altrettanto vero che troppe cooperative appaiono decisamente sottocapitalizzate rispetto ai progetti imprenditoriali che intendono e possono mettere in campo”.

“La sfida, ovviamente – ha aggiunto Caramaschi – ancora una volta è sul socio, su una partecipazione che deve manifestarsi con un investimento ed un rischio diretto che è fondamentale anche per smuovere altri soggetti che possono concorrere a garantire risorse finanziarie alla cooperativa e per sottolineare la credibilità dei progetti che l’impresa mette in campo in ogni tipo di mercato”.

Il neo presidente di Confcooperative ha poi parlato della formazione e della scelta dei dirigenti delle imprese cooperative, che deve rispecchiare criteri di competenza ma anche riguardanti la responsabilità cui sono chiamati i soci, “perchè non esistono amministratori unici o manager che possano far supplenza a questo principio”.