Biblioteca Panizzi, una mostra su Zavattini

25 febbraio 2016 | 15:24
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Biblioteca Panizzi, una mostra su Zavattini

Sabato alle 11 l’inaugurazione: esposti anche documenti fino ad ora sconosciuti

REGGIO EMILIA – Taglio del nastro sabato alle 11, nella sala mostre della Biblioteca Panizzi, per la mostra “Cuore padano. Cesare Zavattini e la Bassa” a cura di Giorgio Boccolari, Alberto Ferraboschi, Roberta Ferri, promossa da Comune di Reggio Emilia,  Biblioteca Panizzi e Archivio Cesare Zavattini e realizzata grazie al sostegno degli Amici della Biblioteca. Le caratteristiche e i punti di forza della mostra, che sarà visitabile fino al 24 aprile, sono stati illustrati questa mattina nel corso dell’anteprima riservata alla stampa dal direttore della biblioteca Panizzi Giordano Gasparini e da Alberto Ferraboschi, che dell’esposizione è curatore insieme a Roberta Ferri e Giorgio Boccolari.

“Utilizziamo la sala mostre della biblioteca unicamente per realizzare iniziative che ne valorizzino il patrimonio, straordinario per la ricchezza dei documenti che ospita, molti dei quali sconosciuti ai reggiani”, ha sottolineato Gasparini. “Nel 2012 abbiamo acquisito l’archivio di Cesare Zavattini, quello nella sua casa romana, ricchissimo di ogni tipo di documenti tra lettere, sceneggiature e fumetti, specchio del suo straordinario lavoro e dei rapporti con tutto il mondo della cultura del secolo scorso. Con questa mostra continuiamo il lavoro di ricerca all’interno del nostro archivio zavattiniano per far conoscere alla città i rapporti tra Cesare Zavattini e la Bassa reggiana e parmense. Benché Zavattini abbia vissuto a Milano e poi a Roma, ha sempre avuto un rapporto strettissimo e continuativo con la Bassa reggiana e in particolare con Luzzara, il paese dove è nato e dove per sua volontà è stato sepolto dopo la morte. Nella Bassa ha messo in campo tantissime iniziative culturali: in questa mostra i reggiani potranno scoprire il repertorio dei suoi progetti in tutti i settori, la pittura, la letteratura, la fotografia”.

“La mostra è strutturata in due parti. La prima documenta l’impegno di Zavattini a favore della sua terra sul piano culturale e mostra le varie iniziative da lui svolte per promuoverla e valorizzarla; la seconda sezione invece testimonia quanto la cultura e il mondo della Bassa sono passati all’interno della sua produzione artistica e letteraria”, ha spiegato Alberto Ferraboschi.

Cesare Zavattini
Cesare Zavattini, nato a Luzzara nel 1902 e morto a Roma nel 1989, è stata una tra le più importanti personalità dell’intellettualità e della vita artistica italiana del Novecento. Nonostante il profilo nazionale e la spiccata apertura internazionale, l’esperienza culturale dello scrittore originario della Bassa pianura reggiana si caratterizza per una specifica connotazione territoriale. Zavattini, infatti, ha mantenuto per tutta la vita uno stretto e intenso rapporto con gli ambienti natali della Bassa.

Nel suo percorso culturale, artistico e intellettuale sono ampiamente riconoscibili i tratti di quelle “radici padane” che ne segnano l’impegno. La mostra, attingendo al ricco patrimonio dell’Archivio Cesare Zavattini conservato presso la Biblioteca Panizzi, presenta un’ampia gamma di fonti (epistolari, documentarie, iconografiche, multimediali), capaci di restituire in tutta la sua pregnanza la matrice territoriale dell’esperienza culturale e artistica dell’autore luzzarese.

Il percorso espositivo
Il percorso espositivo si articola attorno a due principali nuclei tematici.  Da un lato, il ruolo di Zavattini come animatore culturale, il suo impegno nel promuovere eventi e iniziative culturali a favore dei territori della bassa ed anche come fautore della produzione letteraria di questi luoghi, con particolare riguardo all’attività di autori popolari come Guido Sereni e Serafino Prati. Trova qui spazio anche l’importante periodo parmense di Zavattini, caratterizzato dalle prime esperienze di socializzazione culturale e dalla relazione con gli ambienti intellettuali della città emiliana frequentati da personaggi del calibro di Giovannino Guareschi, Attilio Bertolucci e Alberto Bevilacqua.

Dall’altro lato il percorso espositivo si propone di focalizzare l’attenzione sulla Bassa quale fonte d’ispirazione per la produzione artistica e culturale: il mondo della Padania infatti ha costituito un’inesauribile risorsa per lo scrittore luzzarese che, con grande efficacia comunicativa, ha saputo interpretare la forza attrattiva dell’universo della Bassa. L’evocazione del pathos padano passa anche attraverso molteplici linguaggi, tra gli altri la scrittura, la fotografia, la pittura e il cinema. Lo sguardo di Zavattini per la sua terra di origine si esprime così nella sperimentazione della fotografia neorealista sfociata nel celebre volume del 1955, “Un paese”, dedicato a Luzzara e scaturito dalla collaborazione con il grande fotografo americano Paul Strand.

La specifica propensione di Zavattini per la scrittura si traduce poi nelle suggestive testimonianze letterarie rivolte alle atmosfere fluviali e al mondo della Bassa comprendenti, tra l’altro, Viaggetto sul Po, Vecchia Padania e le poesie in dialetto luzzarese. L’itinerario dedicato alla Bassa si completa infine con la produzione pittorica d’ambientazione luzzarese e con i progetti di film incompiuti su Luzzara e il Po, per finire con sequenze delle interviste rilasciate dall’autore sulla Bassa.

I progetti di film incompiuti
La mostra presenta anche documenti di particolare interesse rimasti fino ad ora pressoché sconosciuti; si tratta dei progetti di film incompiuti d’ambientazione padana rimasti allo stadio progettuale che non hanno avuto un effettivo sbocco cinematografico. In particolare, fra i soggetti non realizzati strettamente legati al contesto d’origine di Zavattini conservati e visibili alla mostra si ricordano Una donna del Po del 1951-52, pensato appositamente per l’attrice Silvana Mangano; Viaggio sul Po del 1953, dalle forti connessioni con il Viaggetto sul Po letterario; la Grande Vacanza, ispirato ad un fatto realmente avvenuto nel 1947, riguardante un viaggio fluviale da Luzzara a Venezia; Don Antonio del 1954 e L’Ultima cena del 1972.

Gli eventi
Domenica 20 marzo 2016, alle 11, sarà possibile partecipare ad una vista guidata gratuita alla mostra a cura di Giorgio Boccolari e Alberto Ferraboschi.
Inoltre, per visite guidate e attività didattiche rivolte alle scuole è possibile contattare la Sezione ragazzi della Biblioteca Panizzi info: 0522/456077 – email: sezione mailto:ragazzi@municipio.re.it.

Il rinnovo del sito internet e la nuova sezione della biblioteca digitale reggiana dedicata a Zavattini
In occasione dell’inaugurazione della mostra sar・pubblicato anche il nuovo sito internet dedicato a Cesare Zavattini. Il sitohttp://www.cesarezavattini.it/, rinnovato in una nuova veste grafica, propone aggiornati materiali sullo scrittore e cineasta emiliano. Il sito in tal modo si configura  come una risorsa fondamentale per chiunque intenda accostarsi e approfondire l’opera di Zavattini. Inoltre, sarà inaugurata all’interno della Biblioteca Digitale Reggiana del sito internet della Biblioteca Panizzi una nuova sezione dedicata a Zavattini, rivolta espressamente alla sua attività di creatore di fumetti.

I documenti presentati illustrano, seppure parzialmente, la passione di Zavattini per questo genere. Il primo fumetto, Saturno contro la terra, costituisce la più importante storia a quadretti di Zavattini. La saga di Saturno, infatti, può essere considerata la risposta italiana alle avventure dell’americano Flash Gordon, ed è stata pubblicata nel dicembre 1936, riscuotendo un notevole successo non solo in Italia ma anche all’estero. Il secondo fumetto, La Primula Rossa del Risorgimento, illustrato da P.L. De Vita e pubblicato su Paperino, tra il 1938 e il 1939, costituisce invece un esempio emblematico dei numerosi fumetti a contenuto sociale elaborati da Zavattini.

Dal 27 febbraio 2016 la mostra sarà visitabile negli orari di apertura della Biblioteca Panizzi.