La Cgil: “Asp Progetto persona della Bassa resti pubblica”

13 gennaio 2016 | 18:04
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La Cgil: “Asp Progetto persona della Bassa resti pubblica”

La funzione pubblica: “Create un’azienda speciale per prorogare l’incarico al direttore?”

REGGIO EMILIA – No alla privatizzazione dei servizi dell’Asp Progetto persona (l’azienda pubblica di servizi socio assistenziali alla persona della Bassa dei Comuni di Gualtieri, Guastalla, Luzzara, Poviglio, Boretto e Brescello, ndr), prospettata dall’ultima delibera del consiglio di amministrazione del 29 dicembre scorso. Nel provvedimento, che prevede entro il 2017 la costituzione di un’azienda speciale per la gestione dei servizi socio assistenziali, la Funzione pubblica Cgil vede infatti tornare alla ribalta quanto avvenuto nei mesi scorsi in Val D’Enza per l’Asp Carlo Sartori.

E punta quindi, anche in questo caso ad una sospensione del processo di privatizzazione a favore del mantenimento dell’azienda pubblica. “E’ una posizione in netta contrapposizione a quanto sostenuto fino ad ora dai sindaci soci dell’Asp durante gli incontri richiesti”, spiega Francesca Fornasari, della segreteria Fp-Cgil, sottolineando inoltre: “Ci siamo sempre detti contrari alla scelta di un’azienda speciale per la gestione dei servizi alla persona in quanto ente strumentale solo apparentemente pubblico, ma giuridicamente e normativamente privato. La sua natura di ente economico rischia di porre come principale parametro di riferimento il pareggio di bilancio, prima di ogni altra considerazione sui bisogni degli anziani o dei cittadini non autosufficienti, o sulla qualita’ del servizio erogato, e, di conseguenza, come per tutte le aziende private, la possibilita’ di ricorrere a forme contrattuali di minor tutela per i lavoratori ed i lavoratrici coinvolti”.

Il sindacato di categoria si chiede inoltre se “le motivazioni addotte nella delibera del 29 dicembre 2015 non nascondano un obiettivo differente, ovvero quello di individuare l’ennesima giustificazione per prorogare l’incarico del direttore derogando a quanto previsto dalle norme in ordine al conferimento degli incarichi nel pubblico impiego, che prevedrebbero una durata massima di cinque anni, e l’attivazione di percorsi selettivi a garanzia delle competenze di chi e” chiamato a presiedere un ruolo di cosi’ alta responsabilita’”.

Su tutti questi aspetti la Fp-Cgil chiede pertanto delle risposte, “invitando le Istituzioni coinvolte a convocare al piu’ presto un tavolo di confronto e a revocare qualunque disposizione non in linea con le prerogative di informazione e consultazione delle rappresentanze dei lavoratori e delle lavoratrici”.