Iran, Unindustria vola nel paese degli Ayatollah

22 gennaio 2016 | 12:47
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Iran, Unindustria vola nel paese degli Ayatollah

Saranno fra i primi interlocutori economici di questo importante paese islamico che sta uscendo dall’isolamento

REGGIO EMILIA – Una delegazione di 13 imprese, guidata da Unindustria Reggio Emilia, partirà sabato 13 febbraio per Teheran, capitale dell’Iran. L’obiettivo sarà essere fra i primi interlocutori economici di questo importante paese islamico che vuole uscire dall’isolamento dopo che le sanzioni economiche e finanziarie internazionali – che dal 2006 erano state imposte in risposta al suo programma nucleare – sono state rimosse lo scorso 16 gennaio.

Le aziende partecipanti al Progetto Medio Oriente Focus Iran – promosso dall’Associazione di via Toschi e cofinanziato dalla Regione Emilia-Romagna – appartengono a diversi settori e avranno la possibilità di partecipare ad incontri individuali con imprese iraniane, organizzati sull’incrocio di domanda e offerta e un’analisi di fattibilità messa in atto da Unindustria insieme ai suoi partner di progetto (Camera di Commercio italo – iraniana e Confindustria Africa & Mediterraneo).

“L’Italia è uno dei paesi europei che otterranno maggiori vantaggi dalla fine delle sanzioni -sostiene Paolo Bucchi, Vicepresidente Unindustria Reggio Emilia con delega all’Internazionalizzazione – Un recente studio Sace attesta l’incremento dell’export italiano nel Paese raggiungerà quota 3 miliardi di euro nel quadriennio 2015-’18. Le opportunità di business maggiori riguarderanno i comparti di meccanica strumentale, oil e gas e trasporti. Dal 2006 l’Italia ha perso molte posizioni, pur rimanendo il nono Paese esportatore nei confronti dell’Iran. Nei primi 9 mesi del 2015 le esportazioni reggiane in Iran sono aumentate di quasi il 31%, attestandosi su 35,5 milioni di euro (0,5% dell’export provinciale). Il 93% dell’export è generato dall’industria meccanica, principalmente macchinari e apparecchi (71%), seguono ceramica (2,8%), chimica (2,3%) ed abbigliamento (1,2%). Il valore delle nostre importazioni, che riguardano per la quasi totalità prodotti meccanici, sono cresciute del 584%, toccando quota 1,8 milioni (0,1% dell’import), con un saldo attivo di 33,6 milioni”.

“L’Iran è un paese affamato di investimenti e prodotti stranieri – precisa Pier Luigi D’Agata , segretario generale della Camera di Commercio bilaterale Italia – Iran e Direttore Generale di Confindustria Africa e Mediterraneo – ed è storicamente amico dell’Italia. Lo stesso Presidente Hassan Rouhani si è dichiarato felice che la sua prima visita, dopo la firma dell’accordo nucleare, fosse proprio nel nostro paese con il quale ha da tempo ottime relazioni sul piano economico, culturale e politico“.

L’economia iraniana, dopo anni di recessione e difficoltà, potrà finalmente tornare a crescere. La conseguenza immediata della revoca delle sanzioni è lo scongelamento di decine di miliardi di attività finanziarie detenute dalla Banca centrale e da altri enti governativi iraniani all’estero. Secondo fonti americane si tratta di circa 100 miliardi di dollari, la Banca centrale iraniana parla invece di 29 miliardi.

Le imprese europee partono favorite su quelle americane perché gli Usa manterranno una serie di sanzioni economiche e divieti che risalgono a un periodo precedente al braccio di ferro sul nucleare anche se il Tesoro Usa ha comunque annunciato che filiali estere di aziende americane potranno commerciare con l’Iran.

Queste le aziende reggiane che prenderanno parte alla missione: B.M.P. di Scandiano, Bertani e Comet di Reggio Emilia, Cormach e Teco di Correggio, Genmac di Gualtieri, Officine Iori di Albinea, Pramar di Boretto, Ptc di Rubiera, R.M.P.A. di Bagnolo, Rovatti A. & Figli Pompe di Fabbrico, Starpower di Guastalla e Cartiera di Ferrara.