Banche, il Tesoro: “No ai rimborsi anticipati”

2 gennaio 2016 | 14:38
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Banche, il Tesoro: “No ai rimborsi anticipati”

Il Tesoro nega l’ipotesi di indennizzi anticipati e selettivi per chi ha perso tutto

REGGIO EMILIA – Il Tesoro è al lavoro per definire il decreto per il risarcimento dei rispamiatori colpiti dal crac di quattro banche e non ci saranno anticipi di indennizzi perchè vanno prima definiti i criteri dei rimborsi.  Un anticipo dei rimborsi, come indicato in indiscrezioni di stampa, è “ipotesi infondata finché non sono chiari i criteri per i risarcimenti”, sottolineano fonti del Mef, ribadendo che le modalità per il ristoro dei risparmiatori delle 4 banche salvate dal governo “saranno decise con il decreto” cui sta lavorando il Tesoro insieme agli altri soggetti coinvolti.

Intanto il Codacons annuncia un ricorso collettivo al Tar del Lazio contro sul bail-in e promuove l’anticipo di indennizzo ma solo se esteso a tutti. La tempistica indicata con la legge di Stabilità per mettere a punto il decreto è di 90 giorni (entro fine marzo quindi), ma, si assicura, il testo sarà definito prima. Il ministero, precisano fonti del Tesoro, “è già al lavoro sui decreti attuativi delle norme salva-risparmiatori varate dal governo per andare incontro alle esigenze dei risparmiatori truffati” ed è “già in contatto con gli altri soggetti istituzionali interessati per varare i decreti nel più breve tempo possibile”.

Fino a quando non ci sarà la definizione dei criteri sui quali saranno poi assegnati gli indennizzi attraverso l’arbitrato “non può essere ipotizzato alcun intervento”, chiariscono al Tesoro. Appare quindi difficile che le stesse banche possano già anticipare i fondi ai propri risparmiatori. Nelle indiscrezioni riportate dal quotidiano La Repubblica, a valutare l’ipotesi dell’anticipo del rimborso sarebbe in particolare la nuova Banca Etruria, uno dei 4 istituti salvati dal decreto del governo. Oltre la metà degli obbligazionisti più esposti dopo il salvataggio è infatti cliente dell’istituto toscano.

Si tratta, come indicato dallo stesso presidente delle ‘good bank’ Andrea Nicastro, di 683 dei circa mille risparmiatori che hanno investito meno di 100mila euro puntando però sulle obbligazioni subordinate (il cui valore è stato azzerato dopo i salvataggi) oltre il 50% del patrimonio. L’idea sarebbe stata quella di fornire a stretto giro a questi risparmiatori un ristoro almeno parziale, in attesa della definizione delle procedure dell’arbitrato.