Mafie, nuove imprese con i beni sequestrati

17 dicembre 2015 | 19:23
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Mafie, nuove imprese con i beni sequestrati

E’ l’obiettivo di un progetto transnazionale adottato dalla Camera di commercio di Reggio Emilia e finanziato con fondi dell’Unione europea

REGGIO EMILIA – Nuove imprese giovani (e legali) dalle ceneri di quelle sfruttate dalle mafie. E che risorgono utilizzando i beni sequestrati a quest’ultime. E’ l’obiettivo di un progetto transnazionale adottato dalla Camera di commercio di Reggio Emilia e finanziato con fondi dell’Unione europea, che trovera’ un primo momento di resoconto a marzo 2016, di cui parla questa sera il presidente dell’ente camerale Stefano Landi.

L’occasione e’ quella di un convegno promosso da Federconsumatori che indaga i rapporti tra crisi, usura e radicamento delle mafie, come dimostrato dal processo Aemilia. E a tutela degli imprenditori vittime dell’usura, ricorda Landi, “sono attivi nel nostro ente ben due sportelli (quello di ascolto Sos legalita’ e quello Sos Giustizia gestito con Libera) con cui cerchiamo di promuovere un messaggio ben chiaro: denunciare e’ conveniente per le stesse imprese oneste che vengono danneggiate da chi non rispetta alcuna regola”.

Oltre a questo, ricorda il presidente, ci sono i contributi liquidi alle piccole e medie imprese che, colpite dalla crisi, sono spesso tentate di rivolgersi a canali diversi dalle banche per i finanziamenti. La Camera di commercio reggiana, in particolare, ha destinato nel 2015 quasi 6 milioni a questo intervento, pari al 35% degli investimenti. La quota salira’ al 40% nel 2016 e al 50% nel 2017.

Nonostante gli appelli il numero di denunce resta pero’ molto basso. Perche’- ed e’ un punto su cui tanto la Cgil, quanto l’associazione regionale di categoria delle banche Abi concordano – “le condizioni che portano un imprenditore a rivolgersi agli usurai spesso derivano da comportamenti inconfessabili perche’ socialmente riprovevoli”.