Cgil divisa, la minoranza: “Non faremo boicottaggi”

7 dicembre 2015 | 16:29
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Cgil divisa, la minoranza: “Non faremo boicottaggi”

I segretari di Fp, Spi, Flai, Filcem, Fisac e Fillea, e l’ex responsabile organizzativo Luca Chiesi chiederanno a Mora di ricomporre la frattura e assicurano che non ci saranno ripercussioni sul lavoro

REGGIO EMILIA – La crisi interna alla Cgil di Reggio Emilia, che ha mandato in frantumi la gestione unitaria del sindacato, non si ripercuotera’ sulle battaglie per il lavoro. E i rappresentanti delle sei categorie, tutti vicini alle posizioni della segreteria nazionale di Susanna Camusso, tagliati fuori dal ”terremoto” di giovedi’ scorso da quella provinciale, saranno “da domani ancora sul territorio e vicino ai lavoratori per dare il nostro contributo alle battaglie della Cgil nel rispetto delle regole che il sindacato si e’ dato”.

E soprattutto, “al contrario di quanto affermato in questi giorni, assolutamente senza boicottaggi, che non appartengono al nostro modo di lavorare”. I segretari di Fp, Spi, Flai, Filcem, Fisac e Fillea, e l’ex responsabile organizzativo Luca Chiesi che si e’ dimesso dall’incarico, chiederanno pero’ al segretario Guido Mora di ricomporre la frattura originata dalla mancata elezione in segreteria di un membro della loro ”corrente” dato che in sostituzione del loro esponente Matteo Alberini, giunto a scadenza, e” subentrato un altro referente dell”attuale maggioranza che governa la Cgil reggiana. E questo perche’, spiegano, “gli obiettivi sono comuni: e’ su come raggiungerli che non c’e’ accordo”.

Tuttavia, forti degli 80.000 lavoratori che rappresentano (su 115.000 totali), i segretari di categoria di pensionati, edili, alimentaristi, chimici, bancari e dell”abbigliamento, non lesinano stoccate a Mora. Ricostruendo i dissidi che hanno portato alla spaccatura, sgomberano in primo luogo il campo da equivoci: “Quella del dualismo Camusso-Landini e’ una lettura non corretta e non corrispondente al vero”. Casus belli e’ stata invece “la gestione politica della Cgil, su cui si e’ innescato negli ultimi mesi un dibattito su cui non si e’ trovata intesa”.

A Mora vengono poi imputati due fatti specifici: la rottura del patto stretto in occasione del congresso provinciale del 2014 che ne ha consentito l’elezione, e la sfiducia del responsabile organizzativo Luca Chiesi, decisa lo scorso luglio. Sul primo punto, sostengono i “dissidenti”, l’area di minoranza acconsenti’ all’elezione di Mora accordando il supporto di 17 suoi delegati, esprimendo in cambio il responsabile dell’organizzazione (di fatto il numero due del sindacato). Piu’ complessa la vicenda del siluramento di Chiesi, chiamato in causa da Mora insieme al segretario della categoria degli edili per la scarsa efficacia con cui avrebbero operato nelle crisi delle grandi cooperative del territorio.

Il segretario in scadenza della Fillea Cgil Rudi Zaniboni spiega: “Mora avrebbe voluto anticipare di un anno il rinnovo dei vertici della nostra categoria per poi controllarla. Il responsabile organizzativo ha in quell’occasione sottolineato che non poteva farlo perche’ in contrasto con lo statuto”. Una tesi questa su cui si e’ poi espresso anche il collegio nazionale statuto (il massimo organo della magistratura interna della Cgil) “che ha dato torto al segretario”.

Quanto alle dichiarazioni di Mora sulla Fillea, Zaniboni non si contiene: “Sono semplicemente diffamatorie. In tutte le crisi che abbiamo gestito non c’e’ stato un solo licenziamento e si sono stretti accordi giudicati non ripetibili per la loro bonta’”. Mora viene ripreso anche dal segretario nazionale della Fillea, Barbara Cannata, che in una nota afferma: “Chi accusa la Fillea di inadeguatezza nella gestione delle crisi delle cooperative reggiane, compie un gesto di pura irresponsabilita’”.

E dei “separati in casa” della Cgil, aggiunge Chiesi, “e’ informata anche la segretaria Camusso, che auspica si ritrovi un’unita” nella gestione se ci saranno le condizioni”. Prosegue l’ex responsabile dell”organizzazione: “Noi non escludiamo che in futuro si possa recuperare, perche’ riteniamo che una Cgil piu’ unita e’ piu’ forte nel rappresentare i lavoratori. Ma bisogna essere in due per farlo”. Nel frattempo “il nostro ruolo sara’ quello di portare una discussione interna dovendo pero’ anche rilevare che una volonta’ politica per arrivare ad un accordo sulla gestione non c’e’ stata fino in fondo”. E “la rottura – rimarca Chiesi – non e’ stata voluta da noi” (Fonte Dire).