Brevini ospita Masaaki Imai creatore del metodo Kaizen

1 dicembre 2015 | 16:28
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Brevini ospita Masaaki Imai creatore del metodo Kaizen

Spaggiari: “In Brevini stiamo rivoluzionando l’azienda con l’approccio Kaizen 2.0″. L’economista giapponese: “I manager devono stare di più in mezzo a chi produce”

REGGIO EMILIA – Alla Brevini prima tappa del viaggio in Italia di Masaaki Imai per celebrare il decennale del Kaizen Institute in Italia. Crescita della produttività dal 20 fino al 50%, dimezzamento degli stock di merce in magazzino, riduzione di un terzo degli spazi occupati in azienda, ma anche aumento dei volumi prodotti per seguire in tempo reale l’evoluzione del mercato.

Sono solo alcuni dei risultati ottenuti dalle oltre mille aziende italiane che dal 2005 hanno adottato la filosofia “Kaizen” come percorso di miglioramento continuo per cambiare l’organizzazione produttiva, rendere più dinamico il rapporto con i fornitori, ripensare le proprie linee di prodotti, aprendosi a nuove fasce di mercato.

In dieci anni di sviluppo delle metodologie Kaizen in Italia c’è stata una grande evoluzione: è il “Kaizen touch” delle aziende italiane raccontate nella nuova edizione, in uscita per Franco Angeli, di “Gemba Kaizen”, il libro più conosciuto scritto da Masaaki Imai che sarà presentato in anteprima il 2 dicembre alle 15 all’Opificio Golinelli di Bologna, in occasione dell’appuntamento organizzato da Kaizen Institute Italia.

Il 1° dicembre Masaaki Imai, prima tappa in Italia, ha fatto visita alla Brevini Power Transmission di Reggio Emilia dove è in fase di ulteriore sviluppo il “metodo Kaizen”.

“In Brevini stiamo rivoluzionando l’azienda con l’approccio Kaizen 2.0 – spiega Giuliano Spaggiari, amministratore delegato di Brevini Power Transmission – quando sono arrivato in Brevini poco più di un anno fa ho subito capito le enormi possibilità inespresse che aveva l’azienda, ma ero consapevole della necessità di un cambiamento profondo. Pur avendo ben chiari gli obbiettivi e i percorsi da seguire, con il prezioso supporto di Kaizen Institute che conoscevo da precedenti esperienze di successo, il processo di cambiamento si sta materializzando in modo più concreto e solido, perché ha agito sulle persone, sul loro modo di pensare e di lavorare. Negli ultimi 12 mesi abbiamo ridotto le scorte di 20 milioni di euro, migliorato il livello qualitativo dimezzando i difetti e aumentato la rapidità delle consegne. Sui riduttori di maggior volume abbiamo ridotto l’intero ciclo produttivo a meno di due settimane”.

E ancora: “Stiamo riducendo l’uso di spazi nelle unità produttive al punto che presto dovremo affrontare il problema di vendere scaffalature e impianti in eccesso. Abbiamo agito anche sui processi di sviluppo dei nuovi prodotti, con il risultato che siamo adesso in grado di sviluppare progetti complessi, costruire prototipi e validarli con prove di laboratorio in meno di tre mesi, cioè meno della metà rispetto al passato. Più recentemente abbiamo deciso di avviare la fusione tra Brevini Power Transmission e Brevini Fluid Power per valorizzare le sinergie. In questo contesto è già iniziato il progetto Kaizen 2.0 anche nelle unità produttive Brevini Fluid Power”.

Conclude Spaggiari: “Ho la certezza che in Brevini c’è una ricchezza di competenze e opportunità inespresse così grande che estendendo i metodi e la filosofia Kaizen potremo arrivare a livelli di eccellenza che oggi non riusciamo nemmeno ad immaginare. Certamente per ottenere un cambiamento duraturo è necessario fare un lavoro in profondità che richiederà almeno due o tre anni. Poi si ripartirà daccapo perché il miglioramento continuo non finirà mai”.

Nella visita in Brevini, Masaaki Imai era accompagnato da Carlo Ratto e Bruno Fabiano fondatori e  partner di Kaizen Institute Italia.  “Al mondo ci sono troppi che insegnano come cambiare ma troppo pochi che sanno come fare – commenta Masaaki Imai, economista giapponese che ha coniato il termine nel 1986 (dal giapponese ‘Kai’, che significa miglioramento, e ‘Zen’, buono, migliore) –. I manager, troppo spesso, frequentano poco le aree produttive (il Gemba) e questo distacco non favorisce l’ottenimento di risultati positivi quando si combattono gli sprechi (Muda). Il primo passo per chi vuole davvero migliorare la competitività dell’azienda è aprire la porta dei reparti produttivi, entrare e capire dove si può migliorare”.

Maasaki Imai nella sua visita ai reparti produttivi della Brevini a Reggio Emilia non ha mancato di ricordare che “in ogni cambiamento c’è sempre una grande opportunità per crescere”.