Money Transfer, fiume di denaro da Reggio agli Emirati Arabi

24 novembre 2015 | 09:32
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Money Transfer, fiume di denaro da Reggio agli Emirati Arabi

Nel 2014 sono stati spediti, secondo Report, 448mila euro ma a Reggio di cittadini di quel Paese non ce n’è. Il trucco per aggirare il limite dei mille euro a settimana. La procura apre un’inchiesta. Interrogazione della Spadoni

REGGIO EMILIA – Ben 448mila euro spediti dagli immigrati negli Emirati Arabi nel 2014 con i Money Transfer. Peccato, però, che, a quanto pare, di extracomunitari da quel Paese praticamente non ce ne siano nella nostra città. Lo si evince dal servizio di Report di Giorgio Mottola andato in onda domenica scorsa su Rai Tre.

Il dato è veramente anomalo (fra l’altro erano 41mila nel 2013), anche perché dagli Emirati Arabi, paese molto ricco, non arrivano abitualmente in Occidente cittadini che svolgono lavori umili e devono mantenere le loro famiglie spedendo dei soldi in quel Paese.

E infatti, nel servizio, Maria Dolia Marconi, responsabile immigrazione della Cgil, conferma: “Mai visto un immigrato degli Emirati Arabi alla Camera del lavoro”. Ranieri Razzante, direttore dell’osservatorio sul riciclaggio, dice a Mottola: “Certamente l’ipotesi di riciclaggio può essere quella più attendibile”.

Per questo motivo, dopo il servizio di Report, la procura di Reggio ha aperto un’inchiesta contro ignoti per violazione delle norme antiriciclaggio. L’indagine è coordinata dal sostituto procuratore Maria Rita Pantani.

Il sospetto aumenta se si pensa che molti Money Transfer aggirano con escamotage le norme che impongono di non poter trasferire più di mille euro in una settimana. Mottola è andato in un esercizio di viale IV Novembre a Reggio e ha chiesto di poter trasferire 5mila euro a Dubai. Gli è stato risposto che non si poteva ma che, se voleva, potevano trovargli cinque persone per fare il trasferimento a cui poi lui doveva dare 20 euro a testa.

La polizia giudiziaria ieri ha lavorato tutta la giornata per individuare l’uomo che ha risposto al giornalista. Ma il trucco di trovare persone diverse per il trasferimento, non è l’unico utilizzato in questi esercizi commerciali per aggirare il tetto dei mille euro. Un altro è quello di attribuire delle date di nascita inventate allo stesso nominativo oppure, come ha fatto un’organizzazione criminale cinese, utilizzare un elenco di defunti per trasferire denaro (in quel caso un miliardo di euro in due anni, ndr).

L’allerta, nel caso dei Money Transfer, è altissima per quel che riguarda il trasferimento di denaro. Anche perché non è da escludere che quei soldi possano servire a finanziare traffici illeciti, compreso il terrorismo. Secondo molti Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Qatar e Kuwait, finanzierebbero gruppi che combattono contro il regime sciita di Assad. L’Isis, ma non solo, è fra questi.

Interrogazione della Spadoni (M5S)
La deputata del Movimento 5 Stelle, Maria Edera Spadoni, depositerà in Parlamento un’interrogazione al Ministro competente dopo la messa in onda del servizio della trasmissione “Report”. Scrive: “Il legame strettamente connesso dei trasferimenti di denaro e dei traffici illeciti non è nuovo; la rete dei Money Transfer è difficile da controllare. Stefano Screpanti, capo del terzo Reparto operazioni della Guardia di Finanza, in una audizione di qualche mese fa afferma come “occorre confrontarsi con la diffusione di nuove tecnologie informatiche che hanno aiutato lo sviluppo di canali di pagamento alternativi. Sono gestiti dai membri delle principali comunità etniche e operano anche in Paesi dove non esiste una legislazione antiriciclaggio”. La problematica è dunque che queste comunità dall’Italia trasferiscono denaro in Paesi dove non esiste una legislazione antiriciclaggio o dove è assente un regolare circuito bancario e relativi controlli. La Guardia di Finanza ha inoltre riscontrato un nesso tra le transazioni finanziarie da e verso l’estero e l’Italia e i traffici di migranti nel nostro Paese. Sono emersi casi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.

Conclude la Spadoni: “Il ministro, rispondendo alla mia interrogazione, dovrà chiarire quali siano le strategie che intende intraprendere per risolvere questa problematica che sta assumendo dimensioni davvero preoccupanti sotto ogni punto di vista”.