L’Isis: “Basta Siria, ora colpiteli a casa loro”

21 novembre 2015 | 10:47
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L’Isis: “Basta Siria, ora colpiteli a casa loro”

E’ la richiesta dello stato islamico secondo il Daily mail. Bruxelles si blinda per il timore di attentati e l’Europa si prepara a fare altrettanto

REGGIO EMILIA – L’Isis chiede ai suoi militanti di colpire in Europa. “Basta Siria, Is chiede di colpire in casa”, scrive il Daily Mail. Secondo il giornale britannico, quindi, l’ordine di Al Baghdadi è quello di portare il terrore nelle nostre città. Gli adepti del Califfo saranno più utili alla causa se resteranno a casa, senza dare nell’occhio, per prepararsi ad effettuare attentati, quando riceveranno l’ordine, come quelli di venerdì scorso a Parigi. Il giornale britannico avrebbe intercettato diversi messaggi sui sistemi criptati usati dai seguaci del sedicente califfo Abu Bakr al Baghdadi.

Non a caso le autorità belghe ritengono ormai imminente un attentato a Bruxelles. Il livello di allerta nella capitale belga è stato portato al massimo livello (4) nella capitale e lasciato a 3 nel resto del Paese. Il Centro nazionale di crisi belga (Ocam) parla di «minaccia grave» secondo quanto diffuso dal Ministero degli Interni del paese. Le linee della metropolitana della capitale rimarranno chiuse fino a lunedì.

Alla popolazione è stato raccomandato di evitare “posti con alte concentrazioni di persone: come concerti, stazioni ferroviarie, aeroporti, trasporti pubblici, i centri commerciali”. Le 4 linee della metropolitana di Bruxelles resteranno chiuse “per ordine della polizia” almeno fino a lunedì. Conseguenze ci saranno anche per le partite di calcio, per cui i match delle due serie maggiori saranno rinviati. Le autorità proseguono: “Non saranno forniti stasera ulteriori elementi perché sono in corso indagini”.

Se Bruxelles si blinda, altrettanto si appresta a fare l’Europa secondo quanto scrive il Corriere della Sera on line. Parigi ha già detto di voler tenere chiuse le frontiere e costringe quindi l’Unione Europea a fare altrettanto. Praticamente il trattato di Schengen è sospeso: i controlli ai valichi sono già attivi e nel prossimo mese seguiranno altre restrizioni. Saranno schedati tutti i cittadini che rientreranno negli Stati europei – anche se sono comunitari – e saranno inseriti in banca dati tutte le informazioni su chi viaggia in aereo, con l’archiviazione del Pnr (il codice passeggeri) per almeno un anno.

Il consiglio dei ministri europei ha invece chiesto alla commissione di modificare l’articolo 7. Questo vuol dire che ai confini esterni dell’Unione saranno effettuati controlli sistematici e coordinati, anche su cittadini europei che godono della libertà di movimento. Sarà dunque registrato il passaporto di chi va all’estero e poi rientra, come finora avveniva solo per gli extracomunitari. I migranti poi dovranno essere tutti registrati e fotosegnalati.

Entro la fine dell’anno dovrebbe essere invece operativa la registrazione del Pnr che consente l’accesso anche ai dati sensibili: stato di salute, religione e poi notizie personali sui compagni di viaggio, sui luoghi frequentati a destinazione, sui metodi di pagamento.

Nel Sis, il sistema informativo di Schengen, saranno inseriti tutti gli esiti delle investigazioni effettuate e i dati relativi ai “foreign fighters”, cittadini che vanno a combattere oppure ad addestrarsi in Medio Oriente e poi rientrano in patria.