Il reportage – In viaggio con i profughi in fuga dall’Isis

18 novembre 2015 | 08:57
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Il reportage – In viaggio con i profughi in fuga dall’Isis

La visita dei premi Nobel per la pace al Miksaliste center di Belgrado dove oggi c’é stata un affluenza di circa 250 rifugiati, la maggior parte afghani

REGGIO EMILIA – Reggio Sera continua il viaggio con l’associazione onlus trentina Speranza-Hope for children nata un anno fa con lo scopo d’intervenire nella grave emergenza umanitaria del popolo siriano. Un volontario dell’associazione, Vittorio Fera, sta compiendo un viaggio da Sid, al confine serbo/croato fino all’estremità della Grecia all’isola di Lesvos (Lesbo) su cui arrivano i rifugiati che scappano dalle guerre attraverso il mare della Turchia.

Con lui c’è Hope, un piccolo pupazzo di stoffa, realizzato dalle mamme siriane nelle campagne di Aleppo (come lui ce ne sono tanti e l’associazione, insieme ad altri prodotti locali, li mette in vendita per permettere il sostentamento delle famiglie in Siria, ndr) che accompagnerà Vittorio in questo viaggio a ritroso verso la sua casa, la Siria, oggi dilaniata dalla guerra civile.

Incontreremo famiglie in fuga dal terrorismo e dalle guerre in Siria, Afghanistan e Iraq. Vittorio e Hope ogni giorno vi faranno sapere cosa serve per aiutare i poveri bambini in cammino e, se volete, potrete fare una donazione a questa associazione o acquistare i loro prodotti (qui c’è anche la loro pagina Facebook).

Seconda tappa
Reportage di Vittorio Fera

Oggi al centro di Miksaliste center di Belgrado c’é stata un affluenza di circa 250 rifugiati, la maggior parte afghani ma anche un considerevole numero di pakistani e qualche siriano. I rifugiati dalla settimana scorsa hanno la possibilità di usufruire del servizio docce e questo gli permette di cambiarsi e utilizzare i nuovi vestiti offerti dal centro.

In tarda mattinata é arrivata una delegazione di tre donne vincitrici del premio nobel per la pace a visitare il centro, Jody Williams (Usa), Shirin Ebadi (Iran), and Tawakkol Karman (Yemen), seguita da uno stuolo di giornalisti, ma l’incontro è stato lontano dall’istituzionale in quanto le tre donne hanno voluto parlare e portare direttamente la loro solidarietà ai rifugiati esprimendo l’intenzione di fare pressione internazionale per migliorare e rendere il piû dignitoso possibile il flusso di migranti che continua incessantemente a cercare riparo in Europa.

(2-continua)