I segreti della bomba di riso ai Musei

2 novembre 2015 | 15:54
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I segreti della bomba di riso ai Musei

Mercoledì al Palazzo dei Musei, dalle 19 alle 20 si svolge un nuovo appuntamento del ciclo di incontri “Noi amiamo mangiare bene/30 eccellenze della nostra tavola”

REGGIO EMILIA – Mercoledì al Palazzo dei Musei di Reggio Emilia (via Spallanzani 1), dalle 19 alle 20 si svolge un nuovo appuntamento del ciclo di incontri “Noi amiamo mangiare bene/30 eccellenze della nostra tavola”, dedicato alla bomba di riso. L’iniziativa è a cura della dottoressa Patrizia Fava (preside del corso di laurea in Controllo e sicurezza degli alimenti, università degli studi di Modena e Reggio Emilia) e del professor Alessandro Bifaro con i suoi alunni (Istituto di istruzione superiore Nelson Mandela di Castenovo ne’ Monti).

Grazie alle risaie presenti nella Bassa di Reggio Emilia, il riso si diffuse in tutto il territorio, prima nella cucina nobile e in seguito in quella popolare. Per quanto riguarda la bomba di riso, dato che la ricetta di questo piatto tradizionale prevede l’uso di carne di piccione, al tempo esclusiva dei ceti più abbienti, la si può considerare un piatto nobile, nato nel Rinascimento tra il XVI e il XVII secolo. La ricetta della tradizione è seguita ancora oggi: il riso, cotto in forma di pasticcio, rosolato e dorato a fuoco lento, viene farcito con formaggio e carne di piccione, cotta a sua volta in burro e spezie.

Si narra che Elisabetta Farnese (1692-1766), regina di Spagna, ne fosse particolarmente ghiotta, tanto che il suo primo Ministro, Cardinale Giulio Alberoni, di origine emiliana, ordinava che la bomba di riso fosse presente sulla tavola reale ogni giorno. Il 15 agosto, durante la festa della Madonna, anche i popolani potevano gustarsi questo piatto, pur con qualche modifica: al piccione si sostituiva un ragù di porcini e carne di maiale e manzo, più accessibile anche agli strati meno abbienti.