Gratteri: “Il processo Aemilia va celebrato a Reggio”

28 novembre 2015 | 11:47
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Il procuratore aggiunto di Reggio Calabria stamattina alla presentazione in Provincia del Protocollo sulla legalità: “I centomila euro vanno trovati” . E su Marcello Coffrini, presente all’incontro: “Gli fa bene, così avrà l’opportunità di sentire e di ascoltare modi diversi di pensare le mafie”

REGGIO EMILIA – “Il giudice naturale è il tribunale di Reggio Emilia ed è ovvio che il processo Aemilia deve essere fatto qui anche perché la collettività e tutti gli abitanti della provincia possano rendersi conto più da vicino cosa è accaduto e costa stava accadendo”.

Lo ha detto a Reggio Sera Nicola Gratteri, procuratore aggiunto alla Procura della Repubblica del Tribunale di Reggio Calabria, presente stamattina nella sede della Provincia per la presentazione ai sindaci del territorio del protocollo di legalità sottoscritto nei giorni scorsi fra Comune di Reggio Emilia e Prefettura per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nei settori dell’edilizia privata e dell’urbanistica.

All’incontro, oltre ai primi cittadini della provincia (era presente anche il sindaco di Brescello Marcello Coffrini che definì Francesco Grande Aracri una persona “buona e composta”, ndr), erano presenti il prefetto Raffaele Ruberto, il sindaco di Reggio, Luca Vecchi e il presidente della Provincia di Reggio Emilia Giammaria Manghi. Il protocollo, per cui le cui richieste di sottoscrizione saranno aperte in gennaio, consente di adottare nuovi, importanti strumenti nella lotta all’azione delle mafie in campo amministrativo ed in particolare edilizio ed urbanistico.

Ha aggiunto Gratteri: “Il processo di Reggio non vuol dire che, arrestate le persone, non ci saranno più problemi o che siano sparite le infiltrazioni della ‘ndrangheta e della camorra. Quello di Reggio è un processo importante, perché noi queste cose le diciamo da anni e veniamo presi per visionari, ma oggi dei bravi investigatori hanno dimostrato l’esistenza della ‘ndranghtea in Emilia-Romagna e quindi è importante che i pubblici amministratori stiano attenti e non si facciano fregare da questi ‘ndranghetisti che hanno una faccia nuova e diversa rispetto a quelli che portavano la coppola”.

Il sindaco di Brescello, Marcello Coffrini, primo da sinistra, applaude all'ingresso di Nicola Gratteri

Il sindaco di Brescello, Marcello Coffrini, primo da sinistra, applaude all’ingresso di Nicola Gratteri

Al problema della mancanza di fondi, denunciato ieri dal procuratore di Reggio Emilia (centomila euro occorrerebbero per una tensostruttura, ndr), Gratteri ha risposto: “Questa è una domanda che non dovete farla a me. Ma io penso che valga la pena spenderli questi centomila euro”. Infine, alla domanda se non trovi contraddittoria la presenza a un protocollo sulla legalità di Marcello Coffrini che sosteneva che a Brescello la ‘ndrangheta non esisteva, Gratteri ha risposto: “Così avrà l’opportunità di sentire e di ascoltare modi diversi di pensare le mafie”.