Fiom contro Cisl: “Jobs act, accuse false e infamanti”

18 novembre 2015 | 14:54
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Approvato quasi a maggioranza assoluta l’accordo sulla mobilità alla Landi Renzo. Guaitolini: “Ignoranti e in malafede”. Righi: “Accuse false da chi non si è mai visto in fabbrica”

REGGIO EMILIA – L’accordo targato Fiom sulla mobilita’ di 89 dipendenti alla Landi Renzo di Reggio Emilia incassa il via libera dei lavoratori con una maggioranza schiacciante. L’assemblea dei lavoratori (oltre 300) che si e’ espressa ieri sul testo ha infatti registrato un solo voto contrario e un astenuto. E proprio da qui parte la severissima replica che il sindacato di categoria dei metalmeccanici della Cgil spedisce oggi ai colleghi della Fim Cisl e al segretario provinciale Giorgio Uriti, per i quali l’accordo avrebbe invece dato corso al Jobs act, in una macroscopica dimostrazione di incoerenza.

“Siamo stupiti, amareggiati e arrabbiati per queste accuse infamanti e strumentali”, commenta il segretario provinciale della Fiom Sergio Guaitolini. “Il nostro sindacato ripudia e si batte contro il Jobs act e l”accordo sottoscritto non c”entra assolutamente nulla, perche’ si rifa’ ad un decreto precedente, dell’ottobre del 2014″. La Fim Cisl, quindi, “o e’ ignorante o e’ in malafade: io ci vedo entrambe le ipotesi”, prosegue Guaitolini.

Le critiche mosse dalla Cisl, ritiene quindi, “rispondono al bisogno di visibilita’ di un’organizzazione sindacale che rappresenta poco piu’ del 5% delle Rsu in azienda, e’ latitante da anni ai tavoli di confronto e ormai non puo’ piu’ nemmeno vantare un’esclusiva sulla contrattazione nazionale”. Che la Fiom continui a battersi contro il Jobs act, “una legge che differenzia tra i diritti dei lavoratori”, lo dimostrano anche le recenti iniziative promosse dalle “tute blu” della Cgil. Dalla manifestazione nazionale di sabato prossimo a Roma (al momento confermata), fino alle lettere inviate di recente a Confindustria con la richiesta di smussare gli aspetti piu’ spigolosi della riforma del lavoro.

Nel merito dell’accordo, la Fiom precisa che la mobilita’ avverra’ su base volontaria e tra i dipendenti prossimi alla pensione; e con incentivi all”esodo, scivolo fino al 2018 (attualmente non previsto), piu’ l’aiuto dell”azienda sui contributi mancanti e perfino sul percorso di ricollocamento. Quest”ultimo aspetto con il ricorso all'”outplacing”, attraverso una societa’ specializzata di Bologna, il cui compenso e’ sempre a carico dell’azienda.

Guaitolini quindi e’ un fiume in piena: “Tutti questi elementi sono la rappresentazione plastica delle falsita’ dette dalla Cisl, ma soprattutto del modo in cui da sempre opera la Fiom: con piena democrazia e su esplicito mandato dei lavoratori. Ma forse la mancata abitudine a fare contrattazione ha fatto prendere un granchio al segretario della Fim”. La Fiom ricorda infatti che un accordo molto simile a quello contestato e’ stato sottoscritto anche dalla Cisl nella Bibo (ex Utumaki) di S.Ilario. Marco Righi (Fiom) rincara la dose: “Lanciare simili accuse alla vigilia di un’assemblea importante come quella di ieri e’ da irresponsabili e disonesti intellettualmente, crea allarmismo nella comunita’”.

Inoltre, sottolinea, “ieri, dopo il voto, 15 lavoratori hanno chiesto di potersi iscrivere alla Fiom. Mi sembra una dimostrazione chiara del giudizio sul lavoro svolto”. Intanto, mentre oggi la Cisl ha in programma un incontro con i vertici dell’azienda, Guaitolini chiude il caso: “La Fiom ha una storia di democrazia e coerenza che altri non possono vantare. Spiace che chi non si e’ mai presentato agli incontri arrivi all’ultimo momento per parlare di cose che non conosce e dicendo anche sciocchezze”.

Ieri il segretario regionale Fiom Bruno Papignani ha stroncato le affermazioni Cisl definendole una “supercazzola” (fonte Dire).