Carabinieri, un calendario 2016 nel segno dell’arte

10 novembre 2015 | 17:03
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Carabinieri, un calendario 2016 nel segno dell’arte

E’ stato presentato stamattina nella caserma di Corso Cairoli alla presenza del colonnello Buda

REGGIO EMILIA – Nella mattinata odierna, nella sede dell’Arma in Corso Cairoli a Reggio Emilia, il comandante provinciale colonnello Antonino Buda ha tenuto il tradizionale incontro con la stampa per la presentazione, del calendario storico 2016 e dell’agenda storica dell’Arma dei carabinieri. Nell’anno in cui la nostra bandiera è stata decorata della medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte, in cui nuove iniziative proiettano sempre più questa nicchia d’eccellenza a difesa della civiltà italiana in un contesto internazionale, le tavole del calendario 2016  rendono omaggio all’Arma rivisitando alcuni capolavori di sommi rappresentanti della pittura italiana ed europea che hanno preceduto, accompagnato e immediatamente seguito il periodo delle immani tragedie delle due guerre mondiali, in un percorso immaginario lungo gli oltre duecento anni di storia dell’Arma.

L’edizione del 2016 è assai particolare: ha deciso di dialogare con il mondo dell’arte. D’altronde non si tratta d’un esperimento fuori norma, in quanto sin dal 1969 esiste il Comando carabinieri tutela patrimonio culturale che ha svolto attività imprescindibile nella difesa del nostro vastissimo patrimonio artistico, recuperando opere trafugate, fermando il commercio illegale delle antichità, ritrovando le refurtive di dipinti e di mobili, di gioielli e di oggetti preziosi, di documenti e di libri rari. La pittura e l’Arma dialogano da lungo tempo. Così è nata l’idea d’inventare un percorso attraverso e nell’arte moderna inserendo in alcuni dipinti classici e noti ai più una serie di piccole e parziali trasformazioni surreali: i carabinieri entrano nel dipinto. Ne è sorta narrazione, ironica e bonaria appunto, che vede le uniformi note a tutti gli italiani passeggiare fra i capolavori dell’immaginario, anzi nei capolavori.

In copertina, l’emblematico segno distintivo dei Carabinieri – la fiamma – si staglia tra le volute geometriche e nitide d’ispirazione futurista, segno della solidità istituzionale nel tempo, riprese da un’opera di Giacomo Balla, nei colori che contraddistinguono la Bandiera italiana – il verde, il bianco e il rosso – l’Arma dei carabinieri – il blu e ancora il rosso – l’azzurro del vessillo europeo e il celeste dell’Onu. Poi le tavole interne che, dalle atmosfere ottocentesche di una famiglia dell’Arma, attraverso i mesi dell’anno, ci portano alla visione moderna e tecnicista della tavola di dicembre, per concludere con il foglio finale, evocativo dello stato dell’Istituzione che si è già avviata, resa più ricca dalla presenza femminile, verso un luminoso futuro.

Il mese di gennaio parte da Giovanni Boldini, con una composizione intima, evocativa di un momento storico ottocentesco, nella quale, alla giovane donna e al figlio dipinti dall’artista, si affianca la figura caratteristica di un Carabiniere, marito e padre, espressione di eleganza e di composta proprietà formale. Nel mese di febbraio con Amedeo Modigliani, l’operazione assume dimensioni quotidiane: le sue figure esili e allungate, che esaltano tutti i valori umani, ci riconducono alla bellezza e alla semplicità delle forme tipiche dell’arte rinascimentale.

Nelle tinte forti di Henri de Toulouse-Lautrec nel mese di marzo è stato incastonato l’elemento uniformologico più caratterizzante del Carabiniere, il mantello foderato di rosso, coincidente con una lettura fatta già negli anni ‘20 del secolo scorso dalla rivista “L’Arma Fedele”: nella cornice di una riunione mondana il carabiniere assiste impassibile alla coinvolgente festosità. Nelle tavole del mese di aprile la figura del maresciallo, attento e paterno tutore del territorio, con i colori intensi della campagna e i protagonisti della serena vita di provincia, caratterizza invece i personaggi e le atmosfere di Vincent Van Gogh. Nel mese di maggio il musicante visto col candore arcaico di Henri Rousseau mentre nel mese di giugno la pattuglia che vigila sul tranquillo pomeriggio festivo della gente, come concepito da Georges Seurat.

Nella doppia pagina centrale l’opera “I papaveri” di Monet, uno dei massimi rappresentanti dell’Impressionismo, è rivisitata, con la semplice aggiunta di una pattuglia di carabinieri, la cui presenza appare protettiva e rasserenante. Nel mese di luglio una scelta che certo sarebbe piaciuta anche a Giorgio de Chirico autore dell’opera rivisitata: nelle vesti di un generale dei carabinieri dell’800 è lo stesso pittore in sella ad uno dei suoi cavalli riccioluti, un autoritratto virtuale che va ad aggiungersi ai tanti da lui dipinti nel corso degli anni, in costume da torero o da gentiluomo del settecento. Nel mese di agosto con Salvador Dalì si porta la fantasia al livello del Surrealismo; la pittura del grande artista spagnolo è sembrata la più valida a essere coniugata, nella chiave delle sue invenzioni oniriche, con la figura del carabiniere sposata al concetto dell’eroismo a difesa dei cittadini.

Nei mesi a seguire che portano sino a dicembre una serie di tavole ispirate alle opere degli eredi della Scapigliatura, i Futuristi, che si proponevano di adeguare ogni espressione d’arte al dinamico divenire della civiltà industriale e delle sue città. Nel mese di settembre la caotica realtà metropolitana di Umberto Boccioni che, nella rivisitazione, si svolge sotto lo sguardo amico, protettivo e vigile di due carabinieri, cui seguono le immagini, dipinte nel tipico stile futurista, di un’autoradio e di un carabiniere motociclista, tratte da un’altra opera di Balla e da una di Mario Guido Dal Monte rispettivamente nei mesi di ottobre e novembre. Conclude l’anno Carlo Carrà, il più ermetico, ma anche il più discretamente simbolista della pittura italiana: al suo stile per il mese di dicembre è affidata l’evocazione di un’Arma che, dotata dei mezzi della modernità, opera nel presente e guarda al domani con il saldo spirito di sempre.

Infine, il sereno e sognante surrealismo di René Magritte onora, con l’immagine più alta, l’Arma e i suoi Decorati: attraverso una porta sospesa nello spazio, una pattuglia di carabinieri procede serena verso il futuro nell’adempimento del proprio dovere. E’ leggera e sicura, perché trae forza e determinazione dall’esempio di tutti quegli Eroi con gli stessi alamari che, evocati dalle decorazioni indicate nel cielo etereo, hanno tanto contribuito a dare lustro all’Arma e sicurezza agli italiani.

A seguire è stata poi presentata l’agenda 2016, che vuole rinverdire il ricordo delle vicende vissute dall’Arma dei carabinieri nel  primo conflitto mondiale di cui quest’anno ricorre il centenario e nella guerra di liberazione di cui ricorre il settantennale .