Parco Innovazione, ecco il progetto della Reggio futura

9 ottobre 2015 | 18:46
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Parco Innovazione, ecco il progetto della Reggio futura

Offrirà alle imprese che scelgono di insediarsi alle ex Reggiane spazi e servizi per le proprie attività. Gli spazi sono personalizzati, ad alta sostenibilità e dotati di tecnologie smart. Investimenti per circa 28 milioni di euro

REGGIO EMILIA – E’ iniziata la nuova vita delle Reggiane: da storica area industriale – le Omi Reggiane sono state la quarta fabbrica italiana dopo Fiat, Breda e Ansaldo, dal primo Novecento  fulcro dell’industrializzazione a Reggio – a Parco dell’innovazione, nuovo polo europeo per la ricerca e lo sviluppo nel Terzo millennio. Oggi è stato presentato il progetto.

Il Parco innovazione è una piattaforma logistica, tecnologica e di servizi in grado di potenziare la collaborazione tra imprese e ricerca industriale; si propone quale fulcro del nuovo modello di sviluppo economico reggiano, luogo fisico in cui si concentrano le competenze distintive del territorio, in grado di attrarre investimenti, essere incubatore per lo start-up e lo spin-off di nuove attività, produrre lavoro.

Per realizzare l’obiettivo, che unisce memoria, presente e futuro, dopo la realizzazione del Tecnopolo, ora si è costituita la Società di trasformazione urbana Reggiane spa; sono state individuate le prime aziende e organizzazioni i cui laboratori di ricerca e sedi si insedieranno nei Capannoni 17 e 18, che le stesse aziende contribuiscono a riqualificare.

I lavori nei Capannoni 17 e 18, a cominciare dalle operazioni di bonifica, sono  avviati. L’intervento, una partnership pubblico-privata che genera un investimento di circa 28 milioni di euro, riguarda anche gli spazi pubblici di piazzale Europa e la riapertura e riqualificazione del braccio storico di viale Ramazzini.

HANNO DETTO – Il progetto del Parco innovazione è stato presentato questa mattina dal sindaco di Reggio Luca Vecchi, dall’amministratore della Stu Reggiane spa Luca Torri e da Massimo Magnani, direttore dell’Area competitività e Innovazione sociale del Comune di Reggio Emilia. All’incontro erano presenti fra gli altri l’assessore a Bilancio, Patrimonio e Società partecipate  Francesco Notari e l’assessore a Rigenerazione urbana e del territorio Alex Pratissoli, il presidente di Iren Rinnovabili Ettore Rocchi e l’ad di Iren Rinnovabili Carlo Pasini, il presidente della Camera di commercio Stefano Landi e il presidente di Unindustria Mauro Severi, rappresentanti delle aziende e centri di ricerca che faranno parte del Parco innovazione.

“Tre sono i significati che il progetto Parco innovazione racchiude in sé – ha detto il sindaco Vecchi – legati al tema dello sviluppo economico, della rigenerazione urbana e dell’innovazione. Abbiamo alle spalle anni non semplici sul piano economico e l’idea di mettere in campo un progetto di sviluppo forte è una scelta coraggiosa e per niente scontata. E’ da oltre un anno che ci stiamo lavorando, grazie anche al contributo di alcune aziende private che hanno creduto in questo progetto, che vede nelle Reggiane il luogo in cui si prova a immaginare lo sviluppo della città fondato sull’economia della conoscenza, per accrescere la competitività del territorio partendo sempre di più dalla qualità, dall’intelligenza. Al centro ci sono la sperimentazione, la ricerca. Un progetto legato ad altri, che infatti non prescinde da quanto sta accadendo in aree vicine, come il Campus universitario, il Centro internazionale Loris Malaguzzi, la stazione Mediopadana e il Parco industriale di Mancasale, e che dà l’idea di una dimensione di insieme della città”.

La seconda idea forte del progetto? “Racchiude in sé riguarda il tema della rigenerazione – spiega Vecchi – finita l’era dell’espansione, l’obiettivo è quello di riqualificare gli spazi già esistenti, a vantaggio dei quartieri, dei loro residenti e di chi ci lavora in primo luogo”.

Il sindaco poi ricorda che ciò che rende competitivo un territorio è “la capacità degli attori di fare rete appunto sul tema – e questo è il terzo argomento forte – dell’innovazione, come dimostra l’esempio della Silicon Valley. In questo progetto il Comune ha una funzione pubblica di ‘catalizzatore’ originario rispetto all’innovazione, una funzione analoga a quella delineata da Mariana Mazzuccato nel suo Stato Innovatore, e di governance. Con il contributo chiave dell’Università, delle imprese private, delle organizzazioni economiche e dei centri di ricerca del territorio, fondamentale per creare un sistema diffuso in grado di lavorare su quei progetti strategici che rappresentano la chiave di volta per superare le sfide importanti che ci aspettano. La risposta che abbiamo avuto in questi mesi dalle aziende private – ha concluso il sindaco – è incoraggiante e non escludiamo si aprano nuovi sviluppi positivi per il futuro dell’area Reggiane”.

“Il valore aggiunto del Parco innovazione – ha detto l’amministratore della Stu Reggiane spa, Torri – è rappresentato dagli attori coinvolti e dalle aziende che vi partecipano, imprese che si distinguono per l’alta specializzazione, in campi diversi, e il forte carattere innovativo. Riuscire a convogliare imprese, Università e centri di ricerca in un unico spazio significa anche creare un sistema di relazioni tra formazione, ricerca e impresa, che traduce in fatti l’innovazione ed è in grado di aprirsi a più ampi scenari internazionali”.