Operazione Locusta contro criminali dell’Est, otto obiettivi a Reggio

9 ottobre 2015 | 16:52
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Operazione Locusta contro criminali dell’Est, otto obiettivi a Reggio

I carabinieri hanno compiuto perquisizioni a carico di due georgiani ritenuti componenti di un’organizzazione criminale dedita a furti nelle abitazioni

REGGIO EMILIA – Nella notte, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio sono stati impegnati in attività investigative correlate all’operazione denominata “Locusta – Horo Cash”, condotta dai colleghi del Comando Provinciale di Roma e coordinata da quella Procura della Repubblica.

Il territorio reggiano si è rivelato “un importante punto di intreccio per i collegamenti anche transnazionali della banda”: qui  i militari dell’Arma hanno dato esecuzione a perquisizioni di locali e abitazioni “nei confronti di complessivi otto obiettivi riconducibili a due georgiani componenti dell’organizzazione criminale, ritenuti responsabili, al pari degli altri indagati, di aver costituito un’associazione a delinquere dedita alla commissione di reati contro il patrimonio, in particolare furti in abitazione”.

Gli esiti delle perquisizioni, eseguite tutte in città, sono attualmente al vaglio.

IL BLITZ – Dopo circa 4 anni di serrate e complesse indagini, dalle prime ore dell’alba i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip capitolino, su richiesta della locale Procura, nei confronti di “57 soggetti ritenuti responsabili di aver costituito un’associazione a delinquere operante anche sul territorio italiano con articolazioni locali inserite e operativamente collegate con l’organizzazione criminale di matrice georgiana”. Questa “mafia” è chiamata “Vory v Zakoni” o “Thieves in Law” (ladri nella legge) ed è dedita alla commissione di reati contro il patrimonio, in particolare furti in abitazione. Il gruppo opera in Italia e in diversi paesi dell’Europa tra cui Grecia, Spagna, Germania, Francia e Austria, oltre che nei paesi di origine: Russia, Georgia e Moldavia.
LA PIRAMIDE – “L’organizzazione – spiegano i carabinieri – si caratterizza per essere strutturata gerarchicamente e con un codice di comportamento secondo il quale i soggetti al vertice hanno poteri di direzione delle attività criminali, di vigilanza sul rispetto del codice stesso, di risoluzione dei contrasti tra gli associati e nella quale vige la regola per cui i proventi illeciti confluiscono in un’apposita cassa comune (la “obshak”). E’ stato calcolato che sul solo territorio di Roma vi confluiscono mensilmente proventi di furto per un valore equivalente ad alcune centinaia di migliaia di euro.

Le attività criminali sono condotte da manovalanza dedita alla commissione di un numero indeterminato di delitti contro il patrimonio, in particolari furti in appartamento, sotto il controllo di livelli intermedi di criminali che in qualità di responsabili di zona fungono da raccordo con il vertici dell’organizzazione.

PENDOLARI DEL CRIMINE – Il gruppo, per evitare le indagini, è solito modificare il luogo di dimora dei “ladri”anche e soprattutto di quelli che hanno subito un arresto o un controllo di polizia, trasferendoli da una città all’altra o addirittura da uno Stato all’altro con notevole facilità e velocità grazie al sistematico ricorso a false generalità, all’uso di falsi documenti di identità e, dunque, dalla concreta possibilità di varcare i confini dello Stato per raggiungerne un altro.

DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA – L’odierna operazione è l’esito di due indagini incrociate: la prima, riconducibile al procedimento della Dda di Roma e del Nucleo Investigativo di Frascati, ha permesso di apprendere la stabilità temporale del fenomeno sul territorio italiano. La seconda, derivante dalle iniziative tecniche attivate dai carabinieri di Roma – Parioli, ha registrato in tempo reale l’efficacia attuale del sodalizio, in termini di invasività e organizzazione di attività criminale predatoria, dalla pianificazione all’esecuzione.

EUROPOL IN AZIONE – I primi arresti sono scattati nel 2011 quando finirono in manette i primi promotori della cellula emergente sul territorio romano (operazione “Caucaso”). E’ poi stato altresì attivato un canale di cooperazione Europol (indagine Locusta), che  ha coadiuvato gli organi investigativi nazionali coinvolgendo anche gli altri Paesi europei nell’attività di raccolta delle informazioni e nella ricerca degli indagati.

L’operazione, che ha interessato oltre 200 Carabinieri e personale del “Mobile Office di Europol”, è stata condotta oltre che sul territorio di Reggio e di Roma, anche a Siena e Cagliari.