Omicidio Germini, il marocchino condannato a 16 anni

22 ottobre 2015 | 19:30
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Omicidio Germini, il marocchino condannato a 16 anni

Fettah Abdelkabir, 29 anni, ha ottenuto lo sconto della pena di un terzo previsto dal rito abbreviato per il delitto del 18 agosto del 2014: il giudice ha escluso la premeditazione

CASTELNOVO MONTI (Reggio Emilia) – Il marocchino Fettah Abdelkabir, 29 anni, è stato condannato a 16 anni e 10 giorni di reclusione, grazie allo sconto della pena di un terzo previsto dal rito abbreviato, per l’omicidio e la tentata soppressione del cadavere del 32enne Andrea Germini, avvenuto il 18 agosto del 2014.

Il giudice gli ha concesso anche le attenuanti generiche escludendo, così, la premeditazione come invece aveva chiesto il pubblico ministero Valentina Salvi. Il magistrato ha inoltre concesso ai familiari di Germini un risarcimento di 50mila euro da dividere tra moglie, genitori e i due fratelli.

Quello del 18 agosto 2014 era stato un delitto brutale. Abdelkabir, che lavorava con la vittima in un’azienda agricola, aveva ucciso Andrea Germini, sposato con Marinella Campani con un figlio di 6 anni e un altro in arrivo, con un colpo alla testa. Lo aveva attirato, con una scusa, nella zona dei Gessi Triassici, uno dei posti più turistici della montagna e poi lo aveva ucciso.

Aveva anche cercato di distruggere il cadavere dandogli fuoco. Il corpo semicarbonizzato di Germini fu trovato sul greto del fiume Secchia, al Mulino di Vogno a  Castelnovo Monti. Il movente sarebbe da ricondurre al fatto che il marocchino si era invaghito della moglie di Germini, incinta al momento del delitto.

Abdelkarim lavorava nell’azienda agricola di Croce di proprietà dei suoceri della vittima e temeva di essere messo da parte dopo l’arrivo di Germini, suocero del titolare dell’attività. Con l’arrivo del 32enne il nordafricano avrebbe iniziato a notare disparità di trattamento e anche di paga. E di fronte alle sue proteste, Germini gli avrebbe risposto: “Tu per loro non sei nessuno, io sono il genero”. Questa frase avrebbe lavorato come un tarlo nella sua testa e avrebbe scatenato la furia omicida.