Area vasta, gli industriali ci provano ma Modena si sfila

23 ottobre 2015 | 17:23
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Area vasta, gli industriali ci provano ma Modena si sfila

Le associazioni aderenti a Confindustria puntano a una grande provincia da Piacenza a Modena, ma i cugini estensi non firmano e guardano a Bologna

REGGIO EMILIA – Confindustria Piacenza, Unindustria Reggio Emilia e Unione Parmense degli Industriali hanno elaborato una posizione congiunta in merito all’attuazione della Legge Delrio, al fine di fornire il proprio contributo all’evoluzione ed al riposizionamento competitivo dei diversi Sistemi Locali. La posizione congiunta – identificata anche  avvalendosi del contributo della società Prometeia come consulente scientifico – è stata formalizzata attraverso la firma, da parte dei Presidenti delle tre Associazioni Industriali aderenti a Confindustria, di un Protocollo d’intesa, integrato da un Position Paper che illustra nei dettagli analisi e motivazioni della proposta.

Spicca, però, nel “position paper” la mancata adesione degli industriali di Modena, segno che nell’associazione estense prevale l’orientamento a un accorpamento con la realtà di Bologna.

La visione delle tre associazioni imprenditoriali – inserendosi nella prospettiva delle scelte future che la Regione Emilia Romagna dovrà assumere in merito alla configurazione di una nuova governance locale – indica come indispensabile l’accorpamento delle attuali province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena, per dare vita a quella che è stata definita l’Area Vasta Emilia.

L’Area Vasta così configurata  raggrupperebbe infatti territori tra loro omogenei dal punto di vista storico, culturale, sociale ed economico, e potrebbe esercitare in forma associata alcune delle funzioni (esecutive e di indirizzo) che la legge regionale assegna alle nuove Province, in particolare di pianificazione territoriale, infrastrutturale e ambientale, nel rispetto tuttavia dei livelli di autonomia riconosciuti dall’ordinamento costituzionale.

Un nuovo Sistema Territoriale dunque fondato su un modello organizzativo a “rete” in cui centri decisionali autonomi con proprie risorse, competenze e conoscenze possano essere legati da una collaborazione strutturale che permetterebbe di transitare dal modello della città diffusa al modello delle reti di città.

L’Area Vasta Emilia svolgerebbe così il doppio ruolo di terminale esecutivo delle politiche regionali ed europee e di soggetto promotore e facilitatore di strategie di rete e piani di azione in linea con le esigenze dei singoli territori.

“Gli imprenditori reggiani da tempo parlano di ‘Soggettività mediopadana’, una visione di sistema che comprenda sistemi produttivi con vocazioni prevalenti diverse ma complementari e integrati sul piano territoriale – ha affermato il Presidente di Unindustria Reggio Emilia Mauro Severi – L’Area Vasta Emilia rappresenta non solo un risposta alla necessità di razionalizzazione della spesa pubblica e di innovazione del rapporto tra comunità locali e Istituzioni, ma è anche una premessa indispensabile per il riposizionamento competitivo delle nostre aziende nell’ambito dell’economia globale. Ragionare in ottica di area vasta permette infatti di superare le inerzie e le logiche conservative del vecchio sistema delle Province, garantendo da un lato rilevanti economie di scala e di specializzazione nella fornitura di servizi pubblici, e dall’altro un’importante capacità di interazione diretta con Città metropolitane come Bologna e Milano, o con Sistemi sovra-ordinati come la Regione, il Governo o l’Unione Europea”.

“Con la sottoscrizione di questo protocollo – ha sostenuto Il Presidente di Confindustria Piacenza Alberto Rota – la nostra città, porta occidentale della Regione Emilia Romagna verso altre Regioni, si inserisce convintamente in un progetto di sviluppo ed interscambio che riconosce la necessità di superare, su temi critici, la dimensione provinciale, ragionando in una corretta ottica di area vasta che unisce territori contigui non solo dal punto di vista geografico ma anche da quello culturale, storico ed economico, come dimostrano le affinità e le complementarietà produttive delle nostre aziende. Auspichiamo che le future scelte relative ai nuovi assetti amministrativi vogliano tenere conto di questo e sostengano anche per questa via i processi di integrazione che già le aziende perseguono da tempo, superando visioni anacronistiche che condizionano la capacità delle imprese di competere a scala globale. La dimensione sovraprovinciale, se correttamente definita, consentirà – cosa non trascurabile – di organizzare anche servizi essenziali su dimensioni ottimali conseguendo non solo risparmi economici ma maggiore efficienza ed efficacia nell’erogazione degli stessi”.

Alberto Figna, Presidente dell’Unione Parmense degli Industriali ha invece dichiarato: “La sottoscrizione di questo protocollo d’intesa esprime la volontà di contribuire a favorire scelte in grado di realizzare nuovi assetti amministrativi che siano aderenti alla storia, all’identità ed alle caratteristiche di sviluppo economico dei territori che hanno nell’asse della Via Emilia la loro spina dorsale”. La condivisione di una visione comune da parte delle Aziende di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e, sottolineiamo, auspicabilmente Modena, testimonia come questi territori sentano “forte” l’esigenza che la creazione di una nuova dimensione amministrativa denominata “Area Vasta” sia ispirata dalla volontà di favorirne e promuoverne una sempre più stretta integrazione. Siamo certi che l’individuazione di una Area Vasta che comprenda le comunità ed il tessuto economico di queste province, contribuirà a rafforzare la capacità competitiva del sistema regionale, creando condizioni di equilibrio e di integrazione fra le diverse parti della Regione Emilia Romagna che possano consolidarne il posizionamento economico, civile e culturale nel contesto nazionale ed europeo”.