Saga, Ferretti: il barbaro che sussurra ai cavalli

12 settembre 2015 | 10:36
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Saga, Ferretti: il barbaro che sussurra ai cavalli

L’ex Cccp, che sembra uscito da un film di Mad Max in un futuro postatomico, protagonista di uno spettacolo suggestivo ma che potrebbe essere molto migliorabile

REGGIO EMILIA – Ferro, fuoco, incudine e martello. Il suono della ghironda, lo scalpitare dei quadrupedi: il rock e il punk. Il latino e l’italiano. Al centro lui, l’ex Cccp, diventato oggi l’uomo che sussurra ai cavalli antiche e nuove melodie. Intorno la suggestiva cornice dei Chiostri di San Pietro. Sì, è barbarico il teatro di Giovanni Lindo Ferretti e della sua corte transumante di Nasseta. Poetico e rude. Acrobazie, volteggi, ma anche sudore e polvere.

Uno spettacolo sicuramente originale con l’ex Csi e Cccp che sembra un personaggio uscito dal film di Mad Max in un futuro postatomico: una lunga palandrana, i capelli con la cresta punk e lo sguardo da folle. Una partitura per voce, cavalli, incudine con mantice e bordone che vede in scena oltre allo stesso Ferretti, un musicista (Signore delle musiche), un maniscalco (Signore dei cavalli) e – soprattutto – venti cavalli e alcuni cavalieri.

“Saga – scrive Ferretti – è il racconto di un antico patto che antichi uomini ed antichi cavalli sancirono a reciproco sostegno; un patto che avendo esaurito ogni ragione materiale di sussistenza, e proprio in virtù di ciò, lascia intravedere una ricchezza spirituale e comportamentale che merita di essere indagata. Conservata, restaurata, offerta alla vita quotidiana di chi ne comincia a percepire mancanza”.

Lo spettacolo, difficile da raccontare, dato che è soprattutto visivo, alterna canzoni, brani in latino, pezzi recitati ed esibizioni di cavalli. L’idea, come detto, è notevole. Il risultato, a tratti, suggestivo ma l’impianto complessivo potrebbe essere decisamente migliorabile. Ferretti è efficace quando canta, meno quando recita (forse per queste parti servirebbe un attore). Alcuni testi sono un po’ banali e, nel complesso, ci vorrebbe una regia esterna che fondesse meglio i vari momenti dello spettacolo.

L’insieme di Saga resta, comunque, interessante. Spettacolo suggestivo e da vedere. Un’iniezione di barbarie nelle esangui vene del teatro italiano.