Ligabue innesca un’esplosione di energia Campovolo 2015 è un trionfo

19 settembre 2015 | 21:49
Share0

Uno tsunami di emozioni travolge i 150mila fans quando Ligabue intona le prime parole di “Balliamo sul mondo”

REGGIO EMILIA – Le prime note di “Balliamo sul mondo” scatenano un boato di entusiasmo sul cielo del Campovolo, attraversato da saette di luce che sprizzano dal maxipalco di Reggio Emilia. Sono 150mila i cuori che battono insieme. Sono 150 mila le voci che intonano con Ligabue le parole. E’ di 150mila persone l’energia emotiva che si sprigiona come un orgasmo quando lui appare.

Sì, saranno 25 gli anni di carriera, ma anche per un rocker navigato come Luciano l’evento è di quelli da infarto. L’emozione gli sgorga dalla gola con il canto, e chi è sotto il palco giura che insieme all’energia e alla tensione “agonistica” negli occhi gli si vede anche la commozione. Pochi i chilometri, ma tortuosa e lunghissima la strada che lo ha portato da Correggio a quel palco: Luciano lo sa e vuole ringraziare tutti coloro che lo hanno accompagnato.

E così sono in 150mila che con Ligabue ballano sul mondo e fanno un fandango. Lo spettacolo non è solo lui, è lui insieme a loro, in un feed-back che dà vita a uno dei più entusiasmanti concerti che le nostre terre abbiano mai ospitato. Già nelle premesse Campovolo 2015 ha battuto molti record dello show-business, ma se ci fosse un termometro dell’emozione la temperatura sarebbe vicina ai massimi di sempre.

Vestito di nero, molto determinato, ha attaccato il concerto con la stessa band – i reggianissimi “ClanDestino” – che nel 1990 lo accompagnò nel tour che lo fece conoscere alla musica italiana. “Balliamo sul mondo”, prima traccia del primo disco, segna così il giro di boa dei 25 anni di carriera. Quella di oggi è anche la festa del decennale del primo grande concerto nel grande spazio reggiano.

LA SCALETTA: Con “Balliamo sul mondo” inizia la maratona di circa 3 ore e 40 brani di Campovolo 2015. Segue “Bambolina e Barracuda”. Poi è la volta di “Piccola stella senza cielo”: “Live con il medley, esattamente come nel 1990. Un tuffo al cuore”, twittano dal palco. “Non è tempo per noi” viene per la prima volta suonata live con l’arrangiamento originale del primo album: una vera chicca per i fans. La line-up dei musicisti è completata da loro Anchise Bolchi al violino e Emiliano Vernizzi al sax.

Urla di entusiasmo alle prime note di “Bar Mario”, poi Ligabue corre sulla passerella per intonare “Sogni di rock’n’roll”.

Da vent’anni non la suonava live: è “Radio radianti”, con tanto di intro ripescato dal tour del 1990. Il “primo tempo” si conclude come il primo album della carriera di Luciano: nell’ordine con “Figlio d’un cane”, la bonelliana “Freddo cane in questa palude” e “Angelo della nebbia”, brani dal cuore emiliano che sanno di pianura e Deep South americano, di Po e Delta blues.

Con il secondo live set, Ligabue è con la “Banda” e fa un salto temporale e d’ispirazione. L’album adesso è quello del successo assoluto: “Buon compleanno Elvis” (registrato proprio con la Banda nel 1995)

, e Luciano indossa la camicia gialla originale che vent’anni fa esibiva nei videoclip. Sul palco un pupazzo gigante di Presley che arriva direttamente da Memphis e Nashville. Alle note di “Vivo morto o x” seguono quelle di “Seduto in riva al fosso” e quelle dell’inno che diede titolo all’album. “Un testo per esprimere cosa vuol dire per me fare musica”, parola del Liga. Max Lugli è all’armonica e all’organo hammond c’è Pippo Guarnera.

“Hai un momento, Dio?” introduce “Rane a Rubiera blues” e l’immensa “Certe notti”.

“Viva!”, “Quella che non sei” e “Non devote badare al cantante” (e dal palco twittano “Ci sono canzoni che hanno meno fortuna di altre. Questa è una di quelle”).

Il terzo live set si apre con  “C’è sempre una canzone”, seguita da una profetica “Il meglio deve ancora venire”. Viene poi intonata una vera chicca, la prima volta dal vivo: “A modo tuo”, un omaggio all’amica Elisa che balla tra i fans. Dall’album “Giro del mondo” arriva “Non ho che te”, seguita da una canzone da ”Nome e Cognome”: “Sono qui per l’amore”.  “Urlando contro il cielo” precede “Ho perso le parole”, intonata mentre sul mega schermo scorrono i fotogrammi di Radiofreccia. E poi il momento di “Si viene e si va” (brano di apertura di “Miss Mondo”), di “Buonanotte all’Italia” e “Sono qui per l’amore”.

Ma non è ancora finita: Campovolo esplode con “A che ora è la fine del mondo” mentre chiude il concertone “Tra palco e realtà”. Ma in realtà il Liga ha ancora in serbo un paio di sorprese “Il giorno di dolore che uno ha” come primo brano dei bis, e poi il gran finale: “Con la scusa del rock’n’roll” mentre l’arena viene illuminata a giorno da una festa di fuochi d’artificio. Una pioggia di colori e luci che travolge e avvolge in un abbraccio Ligabue e i suoi 150mila.