Regione, premi a pioggia ai dirigenti: oltre 20mila euro

20 agosto 2015 | 15:33
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Regione, premi a pioggia ai dirigenti: oltre 20mila euro

La Lega Nord: “E’ uno scandalo”. L’assessore Petitti: “E’ prevista dai contratti di lavoro, noi siamo quelli che abbiamo tagliato”

REGGIO EMILIA – Tutti promossi, anche quest’anno, e per la maggior parte a pieni voti. La Regione Emilia-Romagna premia i suoi dirigenti con valutazioni, aggiornate all’1 agosto di quest’anno e pubblicate sul portale dell’ente, tutte tra la A e la B. Per i 16 direttori generali, invece, la pagella 2015 recita addirittura ”eccellente”. Tutti i super-manager vanno dunque ad aggiungere un premio di risultato che oscilla tra i 21 e i 22.000 euro a una retribuzione annua che varia tra i 95 e i 150.000 euro, a seconda dell’incarico (i direttori delle agenzie hanno uno stipendio piu’ basso).

Nell’elenco degli ”eccellenti” compaiono anche l’ex direttore generale della Sanita’, Tiziano Carradori (ora a Ferrara), e l”ex numero uno dell’Agenzia sanitaria, Roberto Grilli. Massimo della valutazione, e dunque del premio, anche per i due direttori generali finiti al centro dell’inchiesta Terremerse insieme all’ex governatore Vasco Errani: il numero uno dell’Agricoltura, Valtiero Mazzotti, e la responsabile degli Affari istituzionali, Filomena Terzini. Entrambi hanno finora condiviso con Errani il processo, l’assoluzione in primo grado, la condanna in appello e l’annullamento della sentenza in Cassazione, che ha disposto la ripetizione del processo di secondo grado. Sia Mazzotti che Terzini percepiscono una retribuzione annua di 120.000 euro, a cui si aggiungono 22.410 euro di premio di risultato e ulteriori 6.775 euro di altre voci retributive.

Gli altri super-manager della Regione giudicati eccellenti sono: Cristina Balboni, direttore generale del settore Cultura, formazione e lavoro (120.000 euro di retribuzione piu’ 21.600 euro di premio, piu” altri 6.775 euro ricevuti come altre voci retributive); – Alessandra Boni, direttore della centrale d’acquisti Intercenter (116.200 euro di stipendio piu’ 21.841 euro di premio); – Giuseppe Bortone, direttore generale Ambiente e Difesa del suolo (120.000 euro di retribuzione piu’ 22.140 euro di premio piu’ 6.775 euro di altre voci); – Lorenzo Broccoli, direttore generale del Personale (stessi importi); – Morena Diazzi, direttore generale Attivita’ produttive (stessi importi); – Enrico Cocchi, direttore generale Programmazione territoriale (120.000 euro di retribuzione piu’ 22.280 euro di premio piu’ 6.775 euro di altre voci piu’ 129 euro di incentivi per incarichi); – Leonardo Draghetti, direttore generale dell”Assemblea legislativa (120.000 euro di retribuzione piu’ 22.800 euro di premio piu’ 6.775 euro di altre voci).

E ancora: Paolo Ferrecchi, direttore generale Infrastrutture e Trasporti (120.000 euro di retribuzione piu’ 22.410 euro di premio piu’ 6.775 euro di altre voci); – Onelio Pignatti, direttore generale Risorse finanziarie (stessi importi); – Maurizio Mainetti, direttore dell”Agenzia regionale di Protezione civile (95.000 euro di retribuzione piu’ 18.727 euro di premio); – Nicodemo Spatari, direttore dell”Agrea (100.000 euro di retribuzione piu’ 15.770 euro di premio); – Alessandro Zucchini, direttore dell’Ibacn (100.000 euro di retribuzione piu’ 21.850 euro di premio). Valutazione ”massima”, infine, anche per i tre caporedattori dell”Agenzia d’informazione della Giunta regionale: Raffaella Pezzi (ora in pensione), Paolo Rambaldi e Daniela Villani.

La Lega Nord: “E’ uno scandalo”
Il capogruppo della Lega Nord, il ferrarese Alan Fabbri, dice: “È uno scandalo che grida vendetta. Stefano Bonaccini si dimostra in linea con la triste tradizione Pd, sprechi e privilegi. E per fortuna che aveva annunciato un giro di vite”.

“Premiare tutti allo stesso modo – prosegue Fabbri – è fare un torto a chi realmente eccelle, è uno schiaffo alla meritocrazia, quella vera. Ma è uno schiaffo innanzitutto ai cittadini, piegati dalla crisi e vessati di tasse. Giova ricordare che nel settore privato privilegi simili a quelli concessi ai dirigenti pubblici sono e rimangono utopia: il Palazzo non può farsi beffa di questo. Nel mondo reale la crisi brucia e il Pd se ne sta fregando. I soldi dei superpremi vadano ai disoccupati». Fabbri propone di «azzerare i bonus e di istituire un unico premio al ‘dirigente pubblico dell’anno’ che si è distinto su tutti”.

L’assessore Petitti: “E’ prevista dai contratti di lavoro, noi siamo quelli che abbiamo tagliato”
“Noi siamo quelli che hanno ridotto del 10% le retribuzioni di risultato dei direttori, che abbiamo inciso in modo consistente sulla riduzione dei costi delle strutture a servizio della presidenza e degli assessorati, per cui non accettiamo l’accusa di non condurre una decisa azione di risparmio. Lo abbiamo fatto, lo stiamo facendo e i dati lo dimostrano. E, aggiungo, Fabbri dovrebbe sapere che la retribuzione di risultato dei dirigenti non è un optional, ma è prevista dai contratti nazionali di lavoro”.

Emma Petitti – assessore regionale all’Organizzazione – interviene sulla polemica lanciata oggi dalla Lega Nord sul tema della retribuzione dei Direttori generali.
“Per ogni direttore – spiega Petitti – sono stati analizzati i parametri di performance, valutando le singole prestazioni in relazione agli obiettivi assegnati. La valutazione del lavoro svolto dai direttori è stata naturalmente individuale, verificata da un organismo indipendente di valutazione, terzo rispetto alla struttura. Conseguentemente, le retribuzioni di risultato – considerato 30mila euro il massimo – si attesta in un range compreso tra 23.760 e 14.483 euro nel 2013, e tra 22.410 e 15.770 euro nel 2014.

“La riduzione percentuale che abbiamo applicato – spiega ancora Petitti – è ulteriore rispetto agli esiti della valutazione individuale, e ricalca ciò che abbiamo già fatto per i direttori della Sanità. Nel corso di quest’anno potremo ancora apportare modifiche al sistema di valutazione della dirigenza che, voglio ricordarlo, è ancora sperimentale”.
Tabelle alla mano, la retribuzione dei direttori della Regione Emilia-Romagna, nel rapporto PIL/popolazione, è – assieme alla Toscana – la più bassa in Italia.
“Abbiamo promosso l’avvio di un importante progetto di riorganizzazione della dirigenza e dell’intero modello organizzativo della Regione aggiunge l’assessore – che vedrà la luce entro quest’anno”.

“Vogliamo dare qualità e valore a chi, ogni giorno, è impegnato a garantire il funzionamento di una struttura complessa quale è la Regione – spiega Emma Petitti – ma vogliamo farlo in un contesto organizzativo moderno e di qualità, nel quale possono essere tenuti sotto controllo i costi”.