Reggiolo, laboratori cinesi lager: sanzioni per migliaia di euro

29 agosto 2015 | 15:07
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Reggiolo, laboratori cinesi lager: sanzioni per migliaia di euro

In due capannoni rilevati abusi edilizi e condizioni igienico-sanitarie fortemente critiche
Trovata una giovane lavorante in nero

REGGIOLO (Reggio Emilia) – Due laboratori artigianali gestiti da cinesi sono stati controllati dalla polizia municipale della Bassa Reggiana, dall’Ausl di Correggio  (Dipartimento igiene pubblica e sicurezza ambienti di lavoro) e dalla direzione provinciale del lavoro di Reggio Emilia. L’ispezione si è svolta in due laboratori a Reggiolo in via Di Vittorio e via Galilei. Complessivamente sono stati identificati 26 cittadini di nazionalità cinese, uno dei quali lavorava in nero.

Sono state verificate le posizioni lavorative dei soggetti presenti nel laboratorio e sono stati evidenziate infrazioni di carattere amministrativo in relazione alla tenuta della documentazione legale ed al mancato versamento di contributi assicurativi e previdenziali. Sono in corso, da parte della direzione provinciale del lavoro, ulteriori accertamenti finalizzati a verificare eventuali irregolarità amministrative relativamente alla posizione di 7 lavoratori.

Dal punto di vista della salute degli ambienti di lavoro, sono state rilevate e contestate problematiche di sovraffollamento dei locali, mancanza di alcune misure di sicurezza e di tutela per i lavoratori e violazioni di norme igieniche. Oltre alle pesanti  sanzioni, alcune migliaia di euro, i proprietari dei locali ed i titolari dell’attività avranno tempi brevi per porre rimedio alla situazione ed evitare un’ordinanza di chiusura da parte del sindaco di Reggiolo. Per alcune irregolarità riscontrate partirà anche la segnalazione all’autorità giudiziaria.

In uno dei laboratori situato al piano terra, ed utilizzato come laboratorio di maglieria, il sottotetto è stato trasformato abusivamente in numerosi e piccolissimi monolocali, adibiti ad alloggio. Una situazione simile si è presentata anche in un altro capannone, in via Di Vittorio, dove le attività di produzione coesistevano con i locali destinati al ricovero dei lavoratori e dei loro familiari, ricavati con divisioni totalmente abusive.

Tutte le porzioni di fabbricato adibite, senza nessuna autorizzazione ad alloggio, sono risultate in condizioni igienico-sanitarie particolarmente critiche. Anche per le violazioni di carattere edilizio riscontrate sia i proprietari che i titolari dei laboratori risponderanno a livello penale, mentre il sindaco ha disposto il ripristino immediato della situazione di legalità violata.