Cavola, chiusura sede: Banco emiliano chiede incontro a sindaci

20 agosto 2015 | 17:51
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Cavola, chiusura sede: Banco emiliano chiede incontro a sindaci

Dopo la trasformazione della sede in filiale. “Grazie all’integrazione tra le Bcc di Cavola e Banca Reggiana si sono ben tutelati gli interessi soci e clienti dell’Appennino”

TOANO (Reggio Emilia) – Banco Emiliano ha chiesto oggi un incontro urgente con i sindaci dei comuni montani in cui opera l’istituto di Credito Cooperativo a seguito delle prese di posizione assunte dagli amministratori locali di Toano, ma anche da altri residenti, in relazione al trasferimento di una parte del personale dalla sede di Cavola a quella Reggio Emilia.

Nei giorni scorsi era infatti uscita la notizia che a metà settembre la storica sede di Cavola del Banco Emiliano, ex Banca di Cavola e Sassuolo, diventerà solo una filiale con 5 dipendenti. La Banca di Cavola e Sassuolo, lo ricordiamo, è stata testimone dlela  crescita del territorio circostante dagli anni ’80 ad oggi ed era arrivata a occupare fino a pochi anni fa fino a 35/40 persone solo nella sede della maggiore e dinamica frazione toanese

“Le opinioni che stanno emergendo anche da parte di amministratori pubblici – sottolinea Banco Emiliano – sembrano prescindere da qualsiasi altro interesse che non sia legato al disagio dei dipendenti (in massima parte già operativi, anche prima della fusione, nella sede viale dei Mille, a Reggio Emilia, mentre 5 saranno trasferiti a settembre) e agli introiti di alcuni pubblici esercizi, e in alcun modo tengono conto dell’importanza che simili processi hanno sulla solidità e sulla crescita della Banca, sul servizio che vuole rendere a migliaia di soci e clienti, sulle ricadute che generano sull’economia locale”.

“Stiamo parlando di una Banca che svolge un ruolo fondamentale a sostegno dell’economia e delle famiglie, ed è di questo che riteniamo si debba parlare, perché l’unica ragione della trasformazione della sede di Cavola in una filiale, peraltro tra le più importanti dell’istituto – prosegue Banco Emiliano – sta proprio nella ricerca della massima efficienza a beneficio dei soci, dei clienti e del territorio, grazie ad una concentrazione di funzioni (e quindi anche di personale) che nulla hanno a che vedere con temute “perdite di peso” della montagna nell’Istituto”.

“Per una Banca che vive e cresce grazie ad un forte ed esclusivo rapporto con il territorio – spiega Banco Emiliano – è del resto impensabile qualsiasi scelta che non rispetti profondamente le comunità locali in cui operano i suoi soci (quasi 20.000) e i suoi punti di riferimento rappresentati da persone, famiglie e imprese”.

“Pur comprendendo il disagio di alcuni dipendenti, che è pari a quello di migliaia di persone che ogni giorno dalle aree montane vanno a lavorare altrove – prosegue Banco Emiliano – riteniamo che sia ben più importante ricordare che la fusione del 2013 non ha comportato, con positive valutazioni dello stesso sindacato, alcuna ondata di esuberi, come invece osserviamo in altre aggregazioni e ristrutturazioni, e che proprio grazie all’integrazione tra le BCC di Cavola e Banca Reggiana si sono ben tutelati gli interessi soci e clienti dell’Appennino in una fase non propriamente felice per la banca montana, così come attestano gli esiti di controlli e ispezioni di autorità terze”.

“La riorganizzazione dell’Istituto, cui è legato il trasferimento della maggior parte del personale da Cavola ad altre sedi – prosegue l’Istituto di Credito Cooperativo – corrisponde, pertanto, ad un processo di rafforzamento di tutte le funzioni primarie dell’Istituto che non sono legate alle attività delle singole filiali, superando la frammentazione che si era venuta a determinare con la fusione dell’autunno 2013”.

“In tal senso – conclude Banco Emiliano – tutte le aree territoriali potranno beneficiare degli effetti positivi della integrazione tra le due ex BCC, senza dimenticare il fatto che il presidio del territorio montano non è assicurato solo dalle filiali, ma anche da un apposito “Comitato Locale” cui è affidata, tra l’altro, anche la selezione dei tanti interventi sociali che l’Istituto effettua localmente a beneficio di associazioni, scuole, sanità, volontariato, sport e cultura, sostenendo decine di iniziative che positivamente incidono sulla vita delle comunità locali”.