Sanità, S. Maria ultimo nella ripartizione dei fondi regionali

7 luglio 2015 | 12:40
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Sanità, S. Maria ultimo nella ripartizione dei fondi regionali

In arrivo “solo” 25 milioni di euro, altri 784 milioni vanno all’Ausl. Altri finanziamenti saranno assegnati a fine anni per le aziende virtuose

REGGIO EMILIA – Con “solo” 25 milioni di euro il Santa Maria Nuova è ultima tra le cinque aziende ospedaliero-universitarie dell’Emilia-Romagna nella ripartizione  di fondi decisa nelle scorse ore dalla commissione Politiche per la salute e politiche sociali della Regione Emilia-Romagna. La Commissione ha dato l’ok alla delibera di Giunta sulle “Linee di programmazione e di finanziamento delle Aziende e degli Enti del servizio sanitario regionale”. Partito democratico e Sel hanno votato a favore, astenuto il Movimento 5 stelle, contrari Fratelli d’Italia e Lega Nord.

Quest’anno i fondi ammontano a sette miliardi e 954 milioni di euro.

Sette miliardi e 108 milioni andranno alle 8 Ausl della regione. Le due che riceveranno più fondi sono l’Ausl Romagna (un miliardo e 752 milioni) e quella di Bologna (1 miliardo e 419 milioni). Seguono Modena (un miliardo e 76 milioni), Reggio (784 milioni), Parma (687) e Ferrara (615). In coda Piacenza (480 milioni) e Imola (213).

Alle cinque Aziende Ospedaliero-universitarie andranno rispettivamente: 75 milioni a Ferrara, 67 a Bologna, 47 a Parma, 39 a Modena e, appunto, solo 25 a Reggio.

Da segnalare poi i 115 milioni di euro accantonati a livello regionale e destinati all’acquisizione di medicinali innovativi e al sostegno delle politiche aziendali di investimento, finanziamenti che verranno ripartiti alle Aziende in chiusura di esercizio 2015, sulla base della spesa sostenuta. Il consigliere Fdi Tommaso Foti chiede però alla commissione una riflessione sulle risorse in diminuzione del Fondo sanitario nazionale, oltre a chiarimenti sugli acquisti centralizzati, in particolare da parte di Intercenter e su Cup 2000. Il presidente della commissione, il dem Paolo Zoffoli, raccomanda invece “di attivare controlli sul recepimento di questa delibera da parte delle strutture sanitarie a livello locale, in particolare sulle linee di programmazione”.