Processo Eternit 2, interviene la Corte costituzionale

24 luglio 2015 | 16:46
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Processo Eternit 2, interviene la Corte costituzionale

Questa mattina una delegazione reggiana si è recata a Torino per l’ultima udienza della fase preliminare. Il Gup sceglie di non scegliere

REGGIO EMILIA – Questa mattina una delegazione reggiana si è recata a Torino per l’ultima udienza della fase preliminare del secondo processo Eternit, nel quale si affronta l’accusa di omicidio volontario (doloso) diversamente dal primo processo conclusosi in modo vergognoso con la prescrizione dell’accusa di disastro ambientale doloso.

Le attese erano molte, soprattutto quelle dei familiari delle vittime. Oggi il giudice incaricato aveva un compito decisivo di rinviare a giudizio Stephan Schmidheiny, ultimo proprietario della multinazionale Eternit, decidendo se l’ accusa di omicidio volontario (non prescrivibile) o omicidio colposo (prescrivibile) – spiega Ciro Maiocchi, dipartimento salute e sicurezza della Cgil di Reggio – In realtà il giudice ha optato per una terza via: dopo che la difesa dell’imputato ha sollevato obiezioni sulla possibilità di processare per una seconda volta la Eternit, pur con motivazioni giuridiche diverse accadute nel medesimo contesto storico, il giudice ha scelto di richiedere un parere direttamente alla Corte Costituzionale”.
Il giudice ha dunque chiesto di dirimere la controversia, e di valutare se ci siano violazioni della carta costituzionale o della Corte di giustizia europea, ad un soggetto terzo. Si è pertanto di fronte ad un nuovo stop, e non è facile prevedere in quanto tempo la Corte costituzionale prenderà una decisione.

Ancora attesa dunque per i familiari dopo anni di battaglie processuali. Anche noi della Cgil, insieme ad Afeva, iniziamo a soffrire della mancanza di risultati, consci che le insidie sono molte, e soprattutto che non si possono attendere tempi biblici – continua Maiocchi – per questo bisognerà vigilare perché la Corte costituzionale decida al più presto. Crediamo – conclude – che a questo punto sia necessario definire una strategia processuale e sindacale comune, perché rimane fortissimo l’intreccio tra questioni giuridiche e di diritto e azioni sindacali”.