Positivi i primi effetti del Jobs Act: cresce l’occupazione

8 luglio 2015 | 02:10
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Positivi i primi effetti del Jobs Act: cresce l’occupazione

Indagine di Unindustria Reggio: il trend è positivo, ma senza ripresa economica anche l’occupazione non decollerà. Volano solo le imprese orientate all’export

REGGIO EMILIA – I primi effetti del Jobs Act? Nei primi cinque mesi 2015 le assunzioni sono aumentate del 2,3% rispetto alle attivazioni registrate nello stesso periodo di un anno prima, mentre nel periodo di entrata in vigore del contratto a tutele crescenti, le assunzioni sono aumentate del 5,2%. Emerge da una indagine  condotta dall’Ufficio Studi di Unindustria Reggio Emilia su un campione di circa 400 imprese associate. Un osservatorio autorevole, anche se non esaustivo del panorama provinciale che resta caratterizzato da zone d’ombra.

Secondo quanto emerge dallo studio è significativo (+8,8%) il balzo compiuto dai rapporti a tempo indeterminato, ora fortemente incentivati, la cui quota sul totale sale dal 34,9 al 37,1%. Mentre la quota dei contratti a tempo determinato cala dal 65,1 al 62,9%. In calo rispetto al 2014 il numero delle cessazioni dei rapporti di lavoro: 530 contro 1.761.

Nuovi contratti. I contratti di lavoro attivati dal 1° gennaio di quest’anno al 31 maggio, che hanno usufruito della decontribuzione triennale prevista dalla normativa, sono stati 259 su un totale di 698 assunzioni, mentre i contratti a tutele crescenti, attivati dall’entrata in vigore del Jobs Act lo scorso 7 marzo, al 31 maggio 2015 sono stati 306.

Trasformazioni a tempo indeterminato. Significativo anche il dato delle trasformazioni della tipologia dei contratti, che segnala un miglioramento della qualità del lavoro: a fine maggio sono state infatti 93 le trasformazioni di rapporti di lavoro a tempo determinato in rapporti a tempo indeterminato, di cui 85 per effetto dell’esonero contributivo.

I primi effetti del Jobs Act si traducono quindi in assunzioni, con contratto a tutele crescenti, da parte di piccole e grandi imprese reggiane. L’incremento dei contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato è legato in parte alla stabilizzazione degli attuali precari (tempo determinato), ma principalmente a nuove assunzioni in senso stretto, derivanti da incremento di produzione e prospettive di crescita delle aziende.

Trend favorevole. “I primi dati che emergono sugli effetti della riforma del lavoro sono incoraggianti – commenta Mauro Severi, Presidente di Unindustria Reggio Emilia – Emerge un trend complessivamente favorevole con un saldo positivo di nuova occupazione. Il Jobs Act, dunque, sta mostrando i primi effetti, anche se è presto per parlare di un cambio di passo dell’occupazione. Certo è che si tratta di una nuova dimostrazione che ogni dose di flessibilità nel mercato del lavoro produce effetti positivi”. La prosecuzione del trend? “Dipenderà soprattutto dal consolidarsi di una vera ripresa economica – sottolinea il presidente. Gli sgravi contributivi rendono vantaggioso il nuovo contratto a tempo indeterminato, ma certamente il Governo deve mettere il piede sull’acceleratore per migliorare le condizioni in cui operano le imprese italiane, a cominciare dalla riduzione del carico fiscale per poi passare allo snellimento della burocrazia e al miglioramento delle infrastrutture”.

Severi non nasconde che “Anche a Reggio Emilia i segni di ripresa s’intrecciano con situazioni che rimangono difficili: in particolare, cresce la forbice tra gli operatori attivi nel mercato interno e quelli orientati all’export. I primi non riescono ancora a vedere la luce in fondo al tunnel; i secondi invece hanno recuperato i volumi pre-crisi e sono tornati ad espandersi. Rimane ora da capire fino in fondo quale sarà l’impatto che avrà la situazione greca sui mercati finanziari mondiali e sull’economia reale”.