Ex Reggiane, dibattito per salvare una memoria collettiva

17 luglio 2015 | 20:52
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Ex Reggiane, dibattito per salvare una memoria collettiva

L’incontro si terrà martedì 21 luglio, dalle 18, in Camera del Lavoro

REGGIO EMILIA – “Le ex Officine Reggiane sono un patrimonio comune della nostra città”. Lo dicono ad una sola voce Ramona Campari, Luciano Berselli e Massimo Storchi durante la conferenza stampa di presentazione dell’incontro che si terrà martedì 21 luglio, dalle 18 in Camera del Lavoro.“Per questo sul futuro di un’area, che oggi si presenta abbandonata e in pieno degrado, – continuano – è tutta la città che, democraticamente, deve esprimersi”.

Si può riassumere così lo spirito che ha portato la Cgil, il Centro Studi R60 e Istoreco ad organizzare un dibattito, che vuole elaborare delle proposte, a partire da quella che è una memoria collettiva: la storia di una fabbrica passata attraverso la seconda guerra mondiale e l’occupazione da parte degli operai che ne riconvertirono le produzioni belliche producendo il famoso trattore R60, e che nella sua maggiore espansione arrivò a dare lavoro ad oltre undicimila dipendenti.  Ma anche proposte per conservare e rinnovare la memoria del Movimento operaio e di una fabbrica che ha contribuito in modo importante alla storia industriale del ‘900.

La giornata inizierà alle 18, con l’inaugurazione della mostra fotografica di Angelo Bariani, entrato nei capannoni delle Reggiane in aprile di quest’anno per documentare lo stato del complesso industriale: “Mi sembrava di non riuscire a documentare la lacerante contraddizione tra la povertà e i degrado che vedevo proprio in quei luoghi che per quasi un secolo sono stati il simbolo dell’operosità e del benessere”, dirà l’autore. Al dibattito parteciperanno insieme a Berselli e Campari della Cgil, Massimo Storchi direttore del Polo archivistico di Reggio, PierPaolo Poggio, direttore del Museo dell’industria e del lavoro di Brescia, Adriano Riatti, curatore dell’Archivio digitale Reggiane presso Unimore e Paolo Cagnan direttore della Gazzetta di Reggio.

L’idea è quella di contribuire a far si che il legame delle Reggiane con la città si esprima ora anche nella partecipazione ad un progetto, ad una proposta di riqualificazione dell’area che tenga conto della tipologia, della storia e della memoria simbolica del luogo stesso. Partire da “che cosa hanno significato le Reggiane a Reggio Emilia” per arrivare a “che cosa vogliamo che siano oggi”. “Di certo non un luogo consumato e banalizzato – sottolinea Berselli – piuttosto uno spazio democratico dove la cultura possa trovare una casa”. Un luogo accogliente “come accoglienti, per i tanti che vi hanno trovato lavoro, sono state le Reggiane”.

Le idee non mancano. Massimo Storchi racconta di quanti materiali sono stati trovati negli archivi dell’ex fabbrica: “2.500 metri lineari di documenti, cartelline, fatture, verbali e tanto altro”.  Si guarda quindi anche all’idea di una sorta di museo-archivio delle Reggiane, “sapendo che in giro per l’Italia ci sono pezzi della produzione, come fusoliere, orologi, pistoni, tecnigrafi – continua Storchi – che sono usciti dalla fabbrica insieme alle persone, che in un certo senso in questo modo  li hanno salvati”. Tanti i punti di vista dunque per guardare ad una storia che ha riguardato tutta la nostra città. “Denunciarne il degrado non è per noi un modo per denunciarne “la pericolosità” o “la mancanza di sicurezza”   – conclude Ramona Campari – è un modo per domandarci, con più forza, che fine ha fatto quella storia di ricchezza oggi trasformata in povertà estrema”.
Dopo il dibattito verrà presentato il documentario della regista Lucrezia Lo Bianco al termine del quale ci sarà un aperitivo.

La mostra di Angelo Bariani, sullo stato attuale delle Reggiane, sarà integrata da una serie di foto storiche del Gruppo Artigiani Fotografi, esposte durante le celebrazioni del Centenario della Camera del Lavoro di Reggio Emilia, e dell’Archivio Panizzi. Saranno visitabili, nella corte interna della Camera del Lavoro, fino alla fine di luglio.