Anguria reggiana: buona, dietetica e a breve Ipg

7 luglio 2015 | 18:50
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Anguria reggiana: buona, dietetica e a breve Ipg

Ancora pochi passaggi e poi il frutto potrà fregiarsi del marchio di indicazione geografica protetta. Domani riunione col Ministero delle Politiche agricole

NOVELLARA (Reggio Emilia) –  Disseta, fornisce vitamine ma non fa ingrassare e per noi è a km0. Il frutto ideale dell’estate, l’Anguria Reggiana che si apprestata ad avere un prestigioso riconoscimento: il marchio è quasi Igp. E domani tappa fondamentale nel cammino che mira a valorizzare quella è unanimemente è  una delle produzioni ortofrutticole di pregio presenti nella nostra medio-bassa pianura. Una cocomera, insomma, che breve potrà esibire il suo pedigree  in tutta Europa

Per le 17  di domani, mercoledì, il Ministero delle Politiche agricole ha infatti convocato nella Sala del Consiglio comunale di Novellara la riunione di pubblico accertamento in cui (dopo il parere favorevole della Regione Emilia-Romagna) si darà lettura della proposta di Disciplinare di produzione dell’Anguria Reggiana Igp. Ancora pochi passaggi burocratici, a partire dalla pubblicazione sul Bollettino della Regione, e l’Anguria Reggiana potrà così diventare il primo prodotto a Indicazione geografica protetta esclusivamente reggiano (gli altri, dal Cotechino di Modena alla Mortadella di Bologna, dalla Coppa di Parma alle Pere dell’Emilia-Romagna sono infatti prodotti in più province) nonché il primo marchio Igp europeo per un cocomero.

Il programma prevede, dopo il saluto del presidente Manghi, l’illustrazione da parte del presidente dell’ Associazione Produttori Anguria Reggiana Ivan Bartoli del percorso verso l’Igp, mentre Alberto Ventura del Servizio Percorsi di qualità, Relazioni di mercato e Integrazione di filiera della Regione Emilia-Romagna ripercorrerà l’iter per il riconoscimento dell’Igp Anguria Reggiana: la riunione si concluderà con la pubblica lettura, da parte dei funzionari del Ministero delle Politiche agricole, del Disciplinare di produzione.

“Si tratta di una produzione d’elevata qualità – sottolinea Manghi – con importanti prospettive d’occupazione e sviluppo”. Nell’Ipg hanno creduto dal 2008 le aziende costituitesi nell’Associazione Produttori Anguria Reggiana: “Si tratta di una ventina di realtà che, grazie anche ad addetti d’età media inferiore alla media del comparto agricolo reggiano, hanno saputo dare continuità ad un’antica tradizione, rinnovandola grazie alle più moderne tecniche produttive e raggiungendo importanti traguardi sul piano economico per la riconosciuta qualità del prodotto”. Le aziende sono principalmente nei comuni di Novellara, Gualtieri, Cadelbosco Sopra e Guastalla, ma presenti anche a Reggio, Rio Saliceto, Campagnola e Correggio: in totale circa 400 ettari di coltivazioni, 4 milioni di euro di giro d’affari e una quarantina di persone impegnate.

Il marchio Igp rappresenta “un riconoscimento importante per una produzione di nicchia destinata a crescere e a creare una propria economia in grado di  valorizzare il nostro territorio, a partire dalla Bassa reggiana, storicamente vocata a questa coltivazione”, aggiunge il presidente.