Unindustria boccia le fusioni e guarda ad ovest

19 giugno 2015 | 18:46
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Unindustria boccia le fusioni e guarda ad ovest

Il presidente Severi: “I sistemi locali di Piacenza, Parma, Reggio Modena, Mantova e Cremona, devono connettersi per definire in maniera condivisa gli obiettivi”. E sprona a investire su Tecnopolo e Rei

REGGIO EMILIA – I sistemi locali di Piacenza, Parma, Reggio Modena, Mantova e Cremona, “devono connettersi per definire in maniera condivisa gli obiettivi d’area vasta, gli strumenti per raggiungerli e le conseguenti azioni di lobbying”. E’ lo sprone lanciato dal presidente degli industriali reggiani Mauro Severi nel suo discorso di oggi all’assemblea annuale di Unindustria, che ha come tema portante appunto la costruzione di un’area vasta “mediopadana” compresa tra quelle di Milano e Bologna.

“La logistica di Piacenza – insiste Severi-  è un valore d’area vasta, la stazione Mediopadana e l’aeroporto di Parma sono infrastrutture condivise e i poli universitari e quelli della ricerca devono diventare i nodi di una rete di competenze mediopadane”. Infine, “l’alta velocità e la futura connessione con il Brennero sono un’occasione per tutti e tutti devono impegnarsi per far sì che si realizzi in coerenza con le esigenze mediopadane”. Unire le forze, è insomma il messaggio, anche se “mantenendo integre la proprie identità e le rispettive autonomie”.

Severi lancia quindi “una vera e propria rivoluzione culturale soprattutto se consideriamo il lascito di una storia secolare e il totale e reciproco disinteresse praticato per decenni”. Inoltre per il presidente “guardare con nuovi occhi la soggettività mediopadana” significa anche “far sì che ciascun attore, amministrativo, economico e sociale, inizi a considerare i propri vicini non come competitori, ma come parte di sè, del proprio futuro e del proprio destino”. Infatti “è finita l’epoca nella quale chi produceva pensava solo a produrre e chi amministrava pensava solo ad amministrare, determinando logiche parallele condannate a non incontrarsi mai”. Ciò detto, conclude Severi, “mi auguro che il futuro assetto amministrativo dell’Emilia tenga conto di queste considerazioni”.

Risorse per il tecnopolo
Completare e rendere pienamente operativo il Tecnopolo, e più in generale l’area delle Ex Reggiane. E’ la richiesta di Severi alla politica e agli amministratori reggiani: “Nel futuro- afferma- il sistema mediopadano non competerà solo con nuove fabbriche, ma sviluppando l’intelligenza che è dentro e intorno alle sue fabbriche”. E in questo quadro “la cornice definita dalla Regione per l’innovazione e la ricerca rappresenta il punto di partenza che ora deve essere declinato e sviluppato nel Tecnopolo”. Per realizzarlo, prosegue però il presidente, “sono indispensabili tanto le risorse pubbliche, quanto l’intervento dei privati, non solo per la realizzazione del secondo stralcio ma anche per la definizione degli assetti proprietari e del progetto complessivo dell”intera area delle ex Reggiane”.

Rei, banco di prova per una nuova governance
Sempre con riferimento al territorio reggiano, dove l’economia ha mostrato segnali di ripresa tutti da consolidare, il leader degli industriali afferma: “La nostra società, che nel passato ha dimostrato di sapersi ”mettere al lavoro” spontaneamente, deve oggi rimettersi al lavoro, condividendo obiettivi, investimenti e rischi”. E un buon esempio in tal senso è costituito, secondo Severi, dal progetto di Reggio Emilia Innovazione (Rei). “Ciò che lo rende originale – dice – è la visione che lo ispira: creare un soggetto territoriale dedicato al trasferimento delle conoscenze a vantaggio del sistema produttivo”. A giudizio di Severi insomma, Reggio Emilia Innovazione “costituisce un banco di prova dal quale potrebbe svilupparsi un innovativo modello di governance”.

“Nuove fusioni? No, grazie”
La fusione con altre associazioni territoriali del sistema Confindustria, per Unindustria Reggio Emilia, “non è  una questione all”ordine del giorno”. Lo ribadisce  il presidente Severi ricordando che lo scorso settembre la giunta dell”associazione di via Toschi ha declinato l’invito ricevuto nel 2014 dalle ”cugine” di Bologna, Modena e Ferrara a partecipare ad un progetto di fusione da realizzarsi entro il 2016.

“Siamo convinti  – spiega Severi- che sia preliminarmente indispensabile valorizzare l’autonomia e la soggettività delle diverse associazioni emiliane impegnandoci per farì che inizino a operare come una vera e propria rete”. Un “network capace di favorire la specializzazione dei diversi ”nodi” per sviluppare servizi di nuova generazione in grado di apportare concreto valore alle imprese”. Oggi insomma, prosegue Severi, “la sfida non è  diventare più grandi, ma apprendere a essere più intelligenti, più rapidi, più’ connessi e dunque più efficaci e innovativi a vantaggio delle imprese e dei territori”. Tutto ciò, conclude il presidente, “all”interno della dimensione mediopadana che mi auguro venga assunta- consapevolmente e da tutte le associazioni- come un grande progetto territoriale d’interesse generale”.

Al discoso di Severi, è seguita una conversazione sempre sul tema dell’Area Vasta tra Aldo Bonomi, sociologo e presidente Consorzio Aaster, Germano Celant, critico e storico dell’Arte contemporanea e Stefano Paleari, rettore dell’Università di Bergamo e presidente Conferenza rettori università italiane (Fonte Dire).