Tutino getta la spugna: “Riconosciuta bontà studio”

9 giugno 2015 | 15:25
Share0
Tutino getta la spugna: “Riconosciuta bontà studio”

L’assessore comunale pur avendo votato contro si rimette alla posizione espressa dal suo partito che porta a una società mista pubblico-privata: “Riconosciuta la bontà dello studio, ma resta il nodo degli effetti dell’indebitamento sui bilanci degli enti locali”

REGGIO EMILIA – L’assessore comunale Mirko Tutino, uno dei principali sostenitori dell’acqua pubblica, in un documento firmato come membro della direzione provinciale del Pd, a sottolineare la differenza fra il piano politico e amministrativo, getta la spugna e, pur avendo votato contro, si rimette alla posizione espressa dalla direzione provinciale del suo partito (una società mista pubblico-privata). Cita il filosofo francese Edgar Morin e spera “che la rinuncia al migliore dei mondi non sia la rinuncia ad un mondo migliore”.

Scrive Tutino: “In questi incontri è emerso un apprezzamento unanime per la serietà degli studi compiuti. Non era un passaggio scontato, nè formale. Reggio Emilia é stata la prima città italiana a porsi il tema dell’esito del referendum e delle proposte tecniche che ne potevano scaturire, andando oltre gli schieramenti ideologici della campagna referendaria. Si é quindi iniziato, all’inizio del 2012, un percorso di studio che ha portato i Sindaci a deliberare l’indirizzo della ripubblicizzazione. Questa proposta é stata deliberata ed inserita nei programmi elettorali. Rappresenta pertanto un punto di riferimento politico e culturale per tutto il centrosinistra reggiano”.

I dubbi sul rischio del consolidamento del debito nei bilanci degli enti locali
Ma ogni proposta si deve anche confrontare con i numeri che, in questo caso, non sono indifferenti. Si parla infatti di un’operazione da circa 200 milioni di euro. Continua Tutino: “Nella riunione di ieri sera – insieme ad altri amministratori – ho sostenuto la bontà tecnica e la sostenibilità economico-industriale del progetto realizzato dallo studio Agenia per conto dei sindaci. Secondo una buona parte di amministratori non ci sono, invece, le condizioni per procedere nella strada indicata dal piano presentato. I dubbi non riguardano la sostenibilità del progetto di scorporo del ramo reggiano dell’acqua da Iren, né partono da una diversa lettura dei limiti della condizione presente. Riguardano il rischio del consolidamento del debito iniziale all’interno dei bilanci degli enti locali (a seguito del decreto Sblocca Italia) e la dimensione di un’operazione che, per quanto finanziata con le stesse modalità sia in caso di gara che in caso di affidamento ad un soggetto a totale controllo pubblico, nella seconda ipotesi vedrebbe una gestione ed una responsabilità diretta dei Comuni”.

Tutino riconosce che un processo che riporta il controllo a chi é stato eletto é una sfida impegnativa, che se da un lato amplia il controllo pubblico su un servizio, dall’altro incrementa le responsabilità di chi guida gli enti locali. Ed il quadro normativo nazionale é incerto ed in continua evoluzione.

Aggiunge: “Il mio compito é stato questo: rassegnare una proposta a chi ha la responsabilità delle decisioni. Tocca all’insieme dei sindaci, infatti, l’ultima parola su un tema che avrà rilevanza per i prossimi 30 anni. Una buona parte dei dati e delle considerazioni tecniche fatte nel progetto saranno la base degli ulteriori sviluppi della riflessione. Accolgo con soddisfazione il fatto che, in ogni sede, tutti gli intervenuti si siano espressi a favore della difesa del valore “dell’acqua pubblica” e dell’impegno ad arrivare comunque ad una soluzione che garantisca pubblicità, controllo territoriale, qualità e trasparenza”.

E conclude: “É importante, infatti, ascoltare ciò che – anche in questi giorni – ci hanno detto tanti cittadini”.