S. Anna, documento trasversale per salvare l’Ostetricia

23 giugno 2015 | 20:38
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S. Anna, documento trasversale per salvare l’Ostetricia

La mobilitazione per salvare il reparto – promossa nelle scorse settimane da associazioni, comitati e realtà locali della nostra montagna – è diventata un atto politico che gli enti locali della zona stanno approvando

CASTELNOVO MONTI (Reggio Emilia) – Stop alla chiusura dell’Ostetrica dell’ospedale Sant’Anna. La mobilitazione per salvare il reparto – promossa nelle scorse settimane da associazioni, comitati e realtà locali della nostra montagna – è diventata un atto politico che trasversalmente gli enti locali della zona stanno approvando. Nell’ultima seduta del Consiglio comunale, a Castelnovo è stato approvato all’unanimità l’Ordine del Giorno sul antenimento del punto nascite all’ospedale Sant’Anna; il medesimo documento è già stato approvato all’unanimità anche dal Consiglio comunale di Carpineti, dalla Giunta dell’Unione dell’Appennino reggiano, e sarà posto in approvazione anche del Consiglio della stessa Unione dei Comuni, i cui consiglieri hanno già espresso parere ampiamente favorevole.

“Si tratta di un documento costruttivo, che avanza proposte concrete, e che auspichiamo possa essere la base di un dialogo che intendiamo aprire con la Regione sul reparto di ostetricia di Castelnovo – afferma il sindaco e presidente dell’Unione dei Comuni dell’Appennino, Enrico Bini –. La stessa Regione aveva espresso disponibilità ad andare avanti su questi aspetti attraverso un dialogo con il territorio, durante la visita della Giunta a Reggio Emilia e l’incontro con i Sindaci a fine aprile. Anche lunedì, dall’incontro avuto con l’assessore regionale Sergio Venturi credo siano emersi anche aspetti positivi: Venturi ha ribadito più volte che la scelta non è ancora presa. Ha ovviamente affermato che la base del dialogo dovrà essere l’Accordo Stato Regioni, che fissa il limite minimo di 500 parti all’anno, e credo che non potesse del resto disconoscere tale atto ufficiale. Ma crediamo, nell’ambito di quella sicurezza delle partorienti che è ovviamente la prima preoccupazione di tutti, che per Castelnovo si possa pensare non a una deroga, che come tale si intende limitata nel tempo, ma a una sperimentazione di un nuovo modello di collaborazione tra un ospedale che opera in territorio disagiato ed un hub sanitario di primo livello come il Santa Maria Nuova”.

“Ora è il momento che questo dialogo si apra formalmente – afferma Giovanni Teneggi, direttore di Confcooperative, che ha condiviso il documento –. La Regione deve esprimersi apertamente su come intende il futuro del punto nascite e dell’Ospedale Sant’Anna nel suo complesso. Per un servizio del genere non ci si può limitare alle semplici rendicontazioni numeriche, si deve aprire un dialogo politico perchè ne va della tenuta sociale di tutto il territorio. Trattandosi di norme, la politica ha la possibilità di intervenire per cambiarle o modificarle contemplando le peculiarità dei territori”.

Il Comitato “Salviamo le cicogne” da parte sua si dice “profondamente soddisfatto che si sia arrivati ad un documento condiviso sul quale portare avanti questa azione di sostegno del reparto di ostetricia, di comune accordo con le istituzioni del territorio. Questo impegno non deve vedere dei “distinguo”, ma trovare una unità di intenti trasversale e più ampia possibile, perché solo in questo modo potrà essere efficace. Abbiamo raccolto in poche settimane oltre 6000 firme a sostegno del punto nascite, per le famiglie dell’Appennino ed in particolare del crinale è un servizio di vitale importanza che non può venire meno”.

IL DOCUMENTO – Nel documento approvato tra l’altro si legge che l’ospedale di Castelnovo Monti “insiste su un territorio montano con una superficie complessiva di 800 kmq ed una popolazione di circa 32.000 abitanti, con località distanti oltre 70 km dall’ospedale di Reggio Emilia e tempi di percorrenza, in condizioni climatiche favorevoli, di 1 ora e 40 minuti; la configurazione del territorio, le distanze, la viabilità e le situazioni meterologiche avverse nella stagione invernale sono elementi di particolare rilievo in questo contesto, soprattutto di fronte al verificarsi di situazioni non programmabili e imprevedibili di emergenza-urgenza per la donna gravida. La qualità, il livello, l’integrazione dell’Oospedale S. Anna nella rete ospedaliera provinciale, nonché lo sviluppo di percorsi e modelli organizzativi avanzati di gestione integrata con l’A.O. S.Maria Nuova, sono frutto di una programmazione sanitaria appropriata e del perseguimento di un ideale di solidarietà tra aree forti e aree più deboli, all’interno di una politica della Regione  basata sulle pari opportunità tra persone e pari opportunità tra territori”.

E ancora: l’ospedale “svolge un ruolo fondamentale per la garanzia di risposta ai bisogni di ricovero, assistenza e cura della popolazione residente nel Distretto montano; l’eventuale chiusura del Punto Nascita del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Castelnovo rappresenterebbe una riduzione di tale livello di risposta”. E si propone che l’ostetricia venga considerata a livello organizzativo sede decentrata del centro provinciale di riferimento di 2° livello azienda ospedaliera Santa Maria Nuova.