Jobs act, Pd contro Cgil sui dati: “Voi gufate”

15 giugno 2015 | 14:09
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Jobs act, Pd contro Cgil sui dati: “Voi gufate”

Il responsabile economico Bertani: “Basta strumentalizzare abusi per fare una politica non nobile”

REGGIO EMILIA – Scintille tra la Cgil di Reggio Emilia e il Pd sul Jobs act. Al sindacato, che ha puntato il dito contro “i furbetti degli sgravi fiscali” (cioe’ aziende che licenziano e riassumono per ottenere le agevolazioni previste dal provvedimento) e segnalato perfino casi specifici di aziende irregolari, replica oggi il responsabile provinciale per l’Economia del partito Giacomo Bertani. Secondo cui, invece, “gli sgravi contributivi per i nuovi assunti a tempo indeterminato previsti dal governo stanno aiutando la ripresa occupazionale e il miglioramento della qualita’ del lavoro”.

Il caso sollevato dalla Cgil riguarda due aziende, in Emilia che, anche con incentivi all’uscita, licenziano i propri dipendenti a contratto indeterminato per poi reintegrarli a tempo determinato in un’altra azienda che svolge le stesse mansioni. Poi, terminati i sei mesi, li fanno tornare a tempo indeterminato con sgravi fiscali fino a 8mila euro l’anno per tre anni assicurati dalla legge.

Fra questi, anche una società reggiana, la Movimoda con sede a San Polo, che avrebbe messo in pratica questo meccanismo attraverso la costituzione di una nuova società, la MMOperations srl. L’altra società si trova nel Piacentino. Un meccanismo criticato dal segretario provinciale della Cgil, Guido Mora, che lo definito “una distorsione del mercato del lavoro che, purtroppo, con il Jobs Act era facilmente prevedibile”.

Tutte le rilevazioni statistiche di questi mesi, prosegue Bertani, “confermano che non solo sono cresciuti i posti di lavoro sul mercato ma che il contratto a tempo indeterminato sta diventando il contratto prevalente, con una riduzione significativa della precarieta’. Questi fenomeni positivi si riscontrano anche a Reggio Emilia”. Insomma, dice il democratico, “i posti di lavoro finalmente aumentano, i contratti precari si stabilizzano, l’economia da’ segni di vitalita’ e di questo dovrebbe gioire soprattutto il sindacato dei lavoratori”. A volte pero’ “si ha la sensazione che, per ragioni politiche non nobili, qualcuno preferirebbe risultati negativi: purtroppo pero’ i numeri hanno la testa dura”.

Quanto ai casi di irregolarita” segnalati dalla Cgil, prosegue il dirigente democratico, “l’Ispettorato del lavoro verifichera” i sospetti abusi delle norme, che il sindacato fa bene a denunciare. Ma una cosa deve essere chiara: in un paese serio gli abusi delle norme si puniscono, ma non possono essere utilizzati per strumentalizzare politicamente la realta’”. Per “noi – conclude Bertani – il principio cardine resta quello che un”ora di lavoro stabile deve costare di meno di un’ora di lavoro precario. Solo cosi’ il mercato del lavoro ricomincera’ ad offrire ai nostri giovani e ai disoccupati prospettive di qualita’ e stabilita’” (Fonte Dire).