“Formaggi dalla polvere, intervenga il Governo”

29 giugno 2015 | 15:35
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“Formaggi dalla polvere, intervenga il Governo”

Confcooperative lamenta: “Anzichè diffidare l’Italia rispetto al divieto di uso di latte in polvere per la produzione, la Ue dovrebbe estendere le nostre misure a tutta la Comunità”

REGGIO EMILIA – “Anzichè diffidare l’Italia rispetto al divieto di uso di latte in polvere per la produzione di formaggi, la Ue dovrebbe estendere le misure in vigore nel nostro Paese a tutta la Comunità”. E’ secca la replica di Alberto Lasagni – responsabile delle coop agricole e agroalimentari di Confcooperative – alla richiesta dell’Unione Europea, che a seguito di una interessata denuncia ha chiesto all’Italia di rimuovere il divieto all’uso di latte in polvere per la produzione di formaggi e altri prodotti caseari, legato ad una legge nazionale del 1974.

“La questione non investe direttamente il Parmigiano Reggiano nè le produzioni Dop – spiega Lasagni – ma è evidente che risente di interessi che nulla hanno a che vedere con quelli del nostro Paese, già alle prese con massicce importazioni di formaggi prodotti altrove con latte in polvere, che ovviamente diventano fortemente concorrenziali rispetto a quelli che, nel nostro Paese, sono ottenuti da latte fresco”.

“La risposta a questo fenomeno – osserva Lasagni – non può essere la liberalizzazione di questa pratica anche in Italia, dove il divieto è in atto da decenni, ma semmai proprio il contrario, e cioè l’applicazione, anche negli altri Paesi dell’Unione, di norme severe quanto le nostre”.
“Paradossalmente – prosegue l’esponente di Confcooperative – non essendo ancora proibita la pratica dello zuccheraggio in diversi Paesi europei, sarebbe come se si imponesse all’Italia di usare zucchero o di o di autorizzarne l’utilizzo per la produzione di vino”.

“L’immediata presa di posizione del ministro Martina a tutela dei prodotti Dop – conclude Lasagni – è importante, ma ora occorre una reazione di tutto il Governo, in sede comunitaria, sulle diverse questioni che riguardano l’agroalimentare, incluso il tema dei “semafori” o di sistemi simili che in diverse nazioni vanno a consigliare o a sconsigliare l’uso dei prodotti partendo da presupposti scientificamente insostenibili e pregiudizievoli nei confronti anche di diverse Dop italiane”.